mercoledì 15 ottobre 2008

Consiglio Comunale: Ritirata l’adozione del Piano di Governo del Territorio

Si è conclusa così la seduta del Consiglio Comunale di lunedì sera, con il ritiro della delibera di adozione del piano di governo del territorio (p.g.t.), lo strumento destinato a sostituire il vecchio piano regolatore comunale.
Un esito che non mi stupisce.
Anzi. Mi pare, tutto sommato, un finale – sebbene non proprio auspicabile e magari evitabile - quasi prevedibile, frutto più che di stravaganti strategie politiche, di una semplice “ingenuità” della maggioranza nella gestione dell’iter di adozione del p.g.t.
Ed infatti, se è vero che “del senno di poi son piene le fosse”, è altrettanto innegabile che forse si sarebbe potuto quantomeno immaginare - se non altro per una mera questione di gioco delle parti - che i consiglieri di opposizione, lunedì sera, sarebbero stati saldamente seduti ai loro scranni al momento dell’appello che avrebbe dovuto dare inizio al Consiglio Comunale con all’ordine del giorno proprio la discussione del p.g.t.
L’ ipotesi della loro presenza in aula – da sempre eventualità tutt’altro che peregrina, secondo una ragionevole previsione politica – non poteva che trasformarsi in "una quasi certezza" dopo la seduta del Consiglio comunale dello scorso 10 ottobre, durante la quale ben 9 degli 11 consiglieri comunali di maggioranza hanno abbandonato l’aula dichiarando che non avrebbero potuto partecipare all’adozione del pgt perché in (a mio avviso presunta) condizione “di conflitto di interessi” (ne avevo parlato qui).
Stupiti? Io no.
Suvvia, se voi faceste parte di un Consiglio Comunale composto da 20 consiglieri, di cui 12 di maggioranza (nel nostro caso 11, visto la defezione del Consigliere Carello) , e otto di opposizione (9 nel nostro comune, per le medesime ragioni) e sapeste che di quegli 11, ben 9 non potranno essere presenti voi cosa fareste?
Io ho veramente pochi dubbi in merito: di certo non mi sarei fatta scappare l’occasione di passare da minoranza a maggioranza.
E così è stato.
Infatti, lunedì sera in aula si sono presentati 7 consiglieri (due di maggioranza Elli ed io per Giussano Democratica, gli unici, insieme al sindaco senza interessi “immediati e diretti” correlati all’approvando strumento urbanistico e cinque dell’opposizione - tre esponenti del Carroccio, e due del nuovo gruppo misto - Carello e Logiacco).
Sette. Esattamente in numero necessario e sufficiente per garantire la regolarità della seduta di seconda convocazione.
E chiaro, che a quel punto al Sindaco non è restata altra alternativa che prendere atto di quanto accaduto.
Da qui la decisione del ritiro del punto. (Pur nel rispetto per il ruolo delle opposizioni, il cui contributo è quanto mai fondamentale nella dialettica consiliare, non credo sia facile per il Capo di un Amministrazione accettare che la discussione e l’approvazione dello strumento urbanistico più importante avvenga senza l’appoggio della sua maggioranza).
Certo forse nessuno pensava che tutta la maggioranza (eccezion fatta per me ed il capogruppo Elli) si sarebbe riscoperta "versare in condizione di conflitto di interessi".
Forse la ventilata ‘ipotesi appariva ai più inimmaginabile", anche in virtù del fatto che nessuno dei comuni lombardi che hanno, fino ad ora, già adottato il pgt ha dovuto affrontare (almeno a quanto mi consta) simili difficoltà numeriche.
Ed ora?
E’ chiaro che a questo punto occorre individuare delle soluzioni ragionevoli per superare ‘l’empasse ed arrivare, in tempi rapidi, all’adozione del piano di governo del territorio (e qualche idea l’avevo pure espressa, tipo quella di ricorrere alla sua votazione frazionata).
Adozione, la cui necessità non è certo oggetto di discussione.
E non solo per la consistente mole di lavoro che ha accompagnato l’elaborazione degli atti che compongono il nuovo strumento urbanistico, quanto piuttosto perché la sua adozione risponde a un preciso dovere degli amministratori, del Sindaco e della sua maggioranza.
Il corretto sviluppo dell’assetto territoriale non può che rappresentare una priorità nell’agenda di ogni amministrazione comunale: la configurazione urbanistica di una città incide, infatti, in modo diretto sulla qualità della vita dei suoi abitanti (in termini di mobilità, di vivibilità, di spazi a verde).
Né vedo particolari ragioni politiche che possano giustificare o far pensare ad una eventuale scelta di affossare il piano elaborato.
Un piano che nell’auspicata ottica del contenimento del consumo di suolo – in un'area così fortemente antropizzata - non prevede grosse trasformazioni; un documento che, nel suo complesso, salvaguarda e tutela le (poche) aree agricole rimaste nel nostro territorio; che punta sulla riqualificazione del tessuto urbano con la previsione di piani di recupero e di programmi integrati di intervento, cioè di interventi volti al riuso dell’esistente, mediante la riconversione delle aree dismesse.
Certo, se le linee generali sono condivisibili, non è escluso che in fase di discussione, nell’ambito del dibattito in seno al consiglio comunale, debbano e possano emergere proposte volte ad ottenere degli aggiustamenti del piano che si rendano, in base a più ampie e condivise valutazioni, maggiormente rispondenti all’interesse pubblico.
Ma non credo che questo possa rappresentare – in un sano sistema democratico - un problema così insormontabile .. …

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Emanuela...9 consiglieri in conflitto di interessi sul PGT a Giussano??

Considerata l'ampiezza del tuo Comune mi chiedo...ma dove abito io, comune di poco più di 5.000 abitanti, chiunque volesse diventare amministratore troverebbe uno o più motivi di conflitto di interessi, a maggior ragione sul PGT.

A questo punto diverrebbe impossibile amministrare e prendere qualsivoglia decisione.

Forse a volte con i conflitti di interesse si esagera un po', a meno che, dietro a tutto ciò non si nascondano altri motivi "politici".

Un caro saluto.

emanuela ha detto...

forse, forse ... possiamo toglierci qualche dubbio
... è un po' tecnica, ma credo ti possa interessare


TAR Lombardia: l'incompatibilita' fa meno paura. Sent: 427508
16/10/2008


Con la sentenza allegata la II sezione del TAR Lombardia afferma che, in seguito alla L. 265/1999, la situazione di incompatibilita' in cui puo'versare il consigliere comunale nelle deliberazioni relative a piani urbanistici non determina l'annullamento dello strumento urbanistico in toto, ma solo nella sua parte corrispondente agli interessi del consigliere comunale ( o di suoi parenti ). Ne segue che non e' ammissibile un ricorso che faccia valere questa censura, quando il ricorrente non e' in grado di dimostrare l'interesse all'annullamento parziale del piano.


la puoi trovare qui
http://www.amministrativistimonzabrianza.it/mainframe.php?pcod=6&nid=47

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e