martedì 28 luglio 2009

Il nobile insegnamento del maestro Borghezio

Mascherare sotto le spoglie di un nuovo movimento cattolico la natura di fascisti nostalgici... niente male come lezione.. chissà se i cattolici sono proprio d'accordo?

Zio Paperone ..... in Municipio a Monza

Mentre nel resto del Bel Paese si tira per “campa’ “ la cinghia, il Comune di Monza, che evidentemente non conosce crisi, elargisce ghiotte consulenze.
Da leccarsi, come si dice, i Baffi.
I più baciati dalla Dea Bendata sono soprattutto i principi del Foro, per loro – viste le parcelle presentate -un incarico nella Città di Teodolinda vale più di un sei al superenalotto!
E grazie a Bernardo ed al suo lodo, gli enti pubblici potranno continuare a sperperare i quattrini dei contribuenti senza neppure il rischio di finire nelle maglie della Corte dei Conti...

venerdì 24 luglio 2009

Primo Stop al Nuovo Centro Commerciale

Lo ha annunciato in C0nsiglio Comunale ieri sera, nel corso della presentazione delle Linee Guida, l’Assessore all’Urbanistica, Ettore Trezzi.
Durante la prossima Giunta verrà, infatti, deliberato l’avvio del procedimento per la variante relativa all’area di Via Prealpi/Via Don Rinaldo Beretta.
Il primo atto formale necessario per cambiare la destinazione prevista nel Piano del Governo del Territorio che consente di realizzare nell'area la grande distribuzione.
“Sebbene la documentazione fosse già pronta dalla scorsa settimana - ha dichiarato l’ex Candidato Sindaco di Io rispetto Giussano, outsider cooptato in Giunta dal Sindaco Gian Paolo Riva - abbiamo preferito, prima di dare formalmente avvio all’iter di variante in Giunta, attendere la convocazione del Consiglio Comunale per evitare che i consiglieri venissero informati di una decisione relativa ad un argomento tanto importante dagli articoli di giornale.”
Ecco il primo piccolo passo per riporre nel cassetto il progetto dell'"Outlet" che aveva tanto animato i caldi mesi della campagna elettorale.
Ne dovranno seguire altri, ben più di sostanza.
Ma per un assessore insediatosi poco più di un mese fa', questo gesto mi pare estremamente qualificante.
Ci auguriamo che l'Assessore Trezzi ed il Sindaco continuino su questa strada.
Se la variante verrà adottata, sarò più che felice di porgergli le mie scuse rimangiandomi l'accusa di "casciabal" che avevo rivolto in campagna elettorale a Gian Paolo Riva (non se ne abbia il Primo cittadino, ma gli anni di politica mi hanno abituata a prendere sempre con le pinze le promesse fatte all'ombra delle elezioni).

*** * ***

Questo primo step può anche, forse meglio di mille parole, spiegare l'ingresso del Candidato Sindaco della lista civica Io rispetto Giussano nella Giunta formata di Lega e Pdl, argomento in merito al quale, fino ad ora, ho deliberatamente evitato di parlare.
Ettore Trezzi è stato il candidato Sindaco di una lista civica che - non credo di svelare nessun mistero - ha raccolto voti anche nell’elettorato del centro sinistra. Una lista che ha perso le elezioni (un risultato che se vogliamo, tutti noi ci aspettavamo).

Una lista, che però al di là dell'esito che ci hanno consegnato le urne, aveva un programma urbanistico chiaro e preciso. Con contenuti puntuali.

Credo che sia per questa ragione, oltre che per le indiscusse qualità personali, etico-morali dell'Avv. Trezzi, che il Sindaco Gian Paolo Riva lo abbia voluto precettare nella sua Giunta.

martedì 21 luglio 2009

Comuni cornuti e mazziati. O uccidi il terriorio o ammazzi l'economia

La legge sul c.d. piano casa, approvata lo scorso 14 luglio dal Consiglio Regionale, è stata accolta da una corale levata di scudi (qui i dannati del cemento).
Introducendo, quale criterio generalizzato per il rilancio dell'economia e la riqualificazione del patrimonio edilizio, la " deroga agli strumenti urbanistici vigenti" a "prescindere" - come direbbe Toto' - il Presidente Formigoni ha messo i poveri Sindaci in un tunnel senza uscita.
Già perchè se i Comuni, entro il 15 ottobre, non adotteranno una delibera ad hoc per contenere (i deleteri)effetti del piano casa, rischieranno di vedersi travolti da tonnellate di cemento ed essere tacciati per amici dei palazzinari.
Se, invece, animati da spirito virtuoso metteranno dei paletti al Formigoniano disegno, ecco pronto per loro l'infame marchio di "ammazza economia".
Lapalissiane, in tal senso, le parole del segretario generale dell’Unione artigiani briantea, Marco Accornero: “ Ora la palla passa agli enti locali, per quanto di loro competenza e sarà nostro compito stimolarli e vigilare perché il Piano si avvii, in tempi rapidissimi e senza tatticismi o posizioni demagogiche. Ostacolare l’attuazione di questo provvedimento significa assestare un colpo mortale a un comparto che costituisce la risorsa occupazionale più forte dell’artigianato, senza contare che, interventi e ristrutturazioni daranno nuova linfa anche alle numerose attività artigiane che ruotano attorno al settore edilizio. Pensiamo alle imprese del settore del mobile e dell’arredo che sul territorio di Monza e Brianza costituiscono una realtà importantissima oppure alle numerose piccole aziende di installazione impiantistica, del settore del legno» (qui)
Comuni, dunque, cornuti e mazziati come ricorda il vecchio detto popolare.
Lo sappiamo, perché in questa terra ci viviamo e lavoriamo, che la crisi in Brianza è grave.
Impietose, come bollettini di guerra, le pagine dei quotidiani elencano, ogni giorno, le ditte che stanno per chiudere i battenti, facendo cadere nel panico prima e nella disperazione, poi, centinaia di famiglie.
Una crisi che ha colpito duramente gli artigiani e che non ha risparmiato neppure il settore dell’edilizia dove - lo denuncia l’Unione Artigiani - la cassa integrazione è salita nei primi cinque mesi dell’anno del 142%.
Ma pur consapevoli di tutto ciò ed estremamente preoccupati dalla situazione occupazione (ho due fratelli artigiani) siamo veramente convinti che il rilancio dell’economia passi attraverso la promozione di una riqualificazione del patrimonio edilizio fatta vomitando sulle nostre città, già ben urbanizzate, incrementi volumetrici che possono arrivare fino al 40% (come previsto per i soggetti pubblici )?
A me pare tanto che, con l’apparente scusa di voler rilanciare l’economia, si sia in realtà approvata una legge che finisce per devastare il territorio a tutto vantaggio di palazzinari e speculatori (di destra e di sinistra, perché, si sa che il partito del cemento ha un comun denominatore che piace a tutti).
Ma qualcuna delle aquile del Pirellone si è domandata quali possano essere, alla lunga , le conseguenze di gettare addosso alle città tutti questi volumi?
Io qualche idea me la sono fatta leggendo questa bella favoletta.
Tanto, tanto tempo fa esisteva, in quel di Napoli, una città che veniva chiamata, per via delle sue fabbriche, la Sesto San Giovanni del Sud.
Era “la città simbolo del tentativo di rilancio industriale del Mezzogiorno.
C’era il quartier generale della Rhodiatoce, che spopolava a Carosello con Caio Gregorio, er Guardiano del Pretorio; c’erano le Acciaierie del Sud, c’era insomma un distretto che nel momento migliore il 1971 - era arrivato a contare la presenza di 119 aziende. In quel decennio la popolazione raddoppiò, da 26mila a 54mila abitanti, trasformando un paesone agricolo in una città vera e propria”
Alla favola manca però il lieto fine, perché del produttivo paesello “All’inizio degli anni Ottanta non rimaneva più nulla, e l’unica cosa che continuò a crescere fu il numero degli abitanti - oggi sono 84.000”
La cittadina divenne allora “un punto indistinto di quell’hinterland napoletano che si espande fino a Caserta, dove si fatica a distinguere una città o una realtà dall’altra, tutto è immerso in un grigio indistinto. È difficile capire dove cominci e dove finisca, dove sia il confine con Afragola, che ha dato i natali ad Antonio Bassolino, o Frattamaggiore. Esiste un centro storico, che ogni tanto fa notizia per via di qualche crollo. La periferia, con i suoi centri commerciali e i parcheggi enormi, sembra essere tenuta meglio del vecchio borgo” (qui).
Bene questa città, un tempo industriale, è Casoria, venuta tristemente alla ribalta della cronaca per il Noemi- gate.
E non illudiamoci che quello della città infinita sia un problema dell'Italia, si.
Ma da Napoli in giù.
Ecco, ad esempio, cosa dice il Documento di Piano del Comune di Giussano (pag. 95) “il modello insediativo diffusivo, che già da tempo ha caratterizzato la Brianza milanese, sta ormai intaccando anche quei comuni più settentrionali che erano riusciti a mantenere indenni le proprie identità urbane, così che – da Milano verso il Lecchese, il Comasco, il Monzese, il Vimercatese – sta diramandosi un’unica piattaforma urbanizzata che annulla i confini comunali (ormai scanditi solo dalla segnaletica stradale), minimizza e oblitera la ricchezza delle tradizioni urbane locali (che hanno caratterizzato in modo intenso la storia dei nostri comuni), produce livelli di acuta insostenibilità per i molti problemi urbanistici e ambientali originati”
C'è poi un ultimo aspetto che non va trascurato.
Siamo in piena crisi. Le famiglie ed i piccoli investitori, spaventati dalla recessione, saranno veramente poco propensi ad investire la poca liquidità di cui dispongono.
Le imprese dal canto loro, strozzate dalle Banche, hanno sempre più difficoltà ad ottenere finanziamenti.
Chi avrà, quindi, le risorse per avviare nei pochi mesi (18) concessi dalla Legge gli interventi?
La mafia, naturalmente, l’unica impresa a non soffrire della crisi che, disponendo di enormi liquidità derivante dai traffici illeciti, è alla ricerca di succulenti affari nei quali reinvestire i propri capitali.
"La mafia è un tarlo. Che rode piano piano il cuore produttivo di Milano.
Le imprese più vulnerabili sono quelle colpite dalla crisi ma che, nonostante la fragilità, hanno a che fa re con gli affari più ricchi. Un identikit che oggi corrisponde a pennello alle attività delle costruzioni. A lanciare l’allarme — per una volta il termine non è sprecato — è Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, associazione dei costruttori di Milano e Lodi che assi ste 8.000 imprese di cui un migliaio associate. «Esiste una stretta corre­lazione tra infiltrazione mafiosa e l'attuale fase di recessione economica — mette in allerta De Albertis —. Se l'economia legale registra una drastica contrazione dei finanziamenti, quella illegale può contare su una "permanente, enorme, illimi tata liquidità finanziaria", come ha già fatto notare il procuratore nazio nale antimafia, Piero Grasso. Il peri colo dell'usura è in agguato e l'usura è il veicolo che innesta relazioni pericolose».
Ed ecco chiuso il cerchio - direi perfetto - sul piano casa di Roberto. (Della storia degli spazi pubblici, dei servizi e del dono della riduzione d'oneri... ne parliamo un'altra volta).

lunedì 20 luglio 2009

Giovedì 23.7

E' convocato per giovedì il Consiglio Comunale con un nutrito elenco di punti all’ordine del giorno.
L’argomento più succulento?
La presentazione delle linee programmatiche dell’amministrazione.
Ecco l'o.d.g.
1) Conferimento riconoscimento al Maresciallo Luogotenente, Antonio Chiapperini, per l'attività svolta nella città di Giussano
2) Approvazione verbali precedenti sedute
3) Presentazione ed approvazione delle linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato
4) Definizione degli indirizzi per la nomina, la designazione e la revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni
5) Elezione del Vice Presidente del Consiglio comunale
6) Approvazione proposta di modifica dell'art. 32 dello Statuto comunale in materia di deleghe ed incarichi, nonché degli artt. 64 e 66 rispettivamente in materia di compiti dirigenziali e direttore generale
7) Variazione al bilancio di previsione esercizio 2009 per maggiori e minori entrate, maggiori e minori spese
8) Nomina della Commissione comunale per la formazione degli elenchi dei giudici popolari
9) Determinazioni in ordine all'indennità di funzione del Presidente del Consiglio comunale ed ai gettoni di presenza per i Consiglieri comunali

venerdì 17 luglio 2009

Brianze spegne 50° candeline

Lo storico periodico festeggia questo importante traguardo, interrogandosi sulla sfida di fare cultura nella terra dell'endiadi “casa e bottega”.

In Regione 2010

Nel paese in perenne campagna elettorale, iniziano a circolare le prime indiscrezioni sulle prossime elezioni regionali.
Riusciranno i nostri eroi ad espugnare il fortino ciellino del Casto Roberto?

giovedì 16 luglio 2009

Penalizzare cento Italiani per far danno a uno straniero.

Ecco la sintesi dell’ultimo spassoso (si fa per dire) diktat leghista.
L’ Amministrazione Comunale di Gerenzano - lo ha dichiarato l’assessore alla pubblica sicurezza - continuerà a non costruire nuove case popolari, per evitare di doverle dare sempre ai soliti noti (nella fattispecie gli extracomunitari).
Ha ragione il Leghista: gli uomini veri - quelli che come dice Bossi ..... (ometto perchè sono una signora) - i problemi li risolvono con pugno "di ferro", alla radice.
Ed allora, perché, caro assessore, non trovare il modo di far ringaluzzire (chissà, magari basta un po’ di viagra) i nostri cari anziani, così almeno ci evitiamo di dover chiamare le badanti ucraine?
E, che ne pensa dell'idea di chiudere le fabbriche del Nord est?Così. Giusto per essere sicuri, ma proprio sicuri, sicuri che nessuno straniero possa trovarvi lavoro?
E se l'illuminato comune di Gerenzano decidesse di abbassare le saracinesche delle scuole, tenendo aperte solo quelle per i giovani rampolli con il marchio “made in Varese”?
Bene, quando tutto questo sarà stato fatto, mi piacerebbe che l’Assessore in questione mi spiegasse, ad esempio, dove pensa di mandare quelle famiglie “made in Italy” ( e sono tante) che a causa della crisi economica sono rimaste senza casa… che tipo di dimora pensa di consigliare loro?
Un ricovero dei poveri o qualche romantico ponte?
Nulla da dire, una trovata intelligente e soprattutto estremamente lungimirante.
Speriamo solo che l'appello, questa volta, cada nel dimenticatoio...

mercoledì 15 luglio 2009

Si salvi chi può

Il Consiglio Regionale Lombardo ha approvato ieri il c.d. "Piano casa".
Il Celeste Formigoni si dichiara molto soddisfatto: "Un testo che si attaglia come un vestito sulla nostra Regione; vestito che da oggi potrà essere ancora più bello, più forte e più adatto alle esigenze delle famiglie. Con questa legge diamo impulso al settore edilizio, favorendo una ripresa dell'edilizia di qualità, migliorando il patrimonio residenziale esistente dal punto di vista estetico, funzionale e sotto il profilo energetico e ambientale".
La proposta di legge è stata fortemente criticata non solo dagli ambientalisti, ma addirittura dall'Ordine degli Architetti di Milano preoccupati dell’impatto che le nuove volumetrie rischiano di avere "su contesti consolidati ed in molti casi afflitti da problemi di congestione volumetrica e di disordine urbanistico.
Fenomeni che potrebbero venire accentuati da una applicazione indiscriminata di norme che, per il loro carattere generale, non possono tenere conto delle diverse condizioni operative locali. "
In attesa di vedere il testo normativo, per ora mi pare sia solo il caso di dire che se il buon giorno si vede dal mattino, minimo, minimo ci aspetta una bufera.

lunedì 13 luglio 2009

Primo rapporto sul consumo di Suolo

"Non ereditiamo la Terra dai nostri genitori, la prendiamo in prestito dai nostri figli"
(Dawid Browen).
Forse se politici, amministratori locali, costruttori e palazzinari, iniziassero - un po' più altruisticamente - a considerare il territorio, non “roba loro”, bensì preziosa risorsa sottratta “al nostro futuro” potremmo, in qualche modo, nutrire un barlume di speranza di arrestare l'onda di cemento che sta coprendo, dal Piemonte all’Emilia Romagna, il bacino del Po al ritmo inarrestabile di 200mila metri quadri al giorno.
Questo l’allarmante quadro emerso dal primo Rapporto dell'Osservatorio nazionale del Consumo di suolo, presentato lo scorso 7 luglio dall'Istituto Nazionale di Urbanistica, da Legambiente e dal Dipartimento di Pianificazione del Politecnico di Milano, all'Acquario civico di Milano.
Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Piemonte le regioni monitorate.
Ecco, allora, snocciolato qualche dato per i più increduli San Tommaso.
Nella nostra bella Lombardia che "si pappa" ogni giorno qualcosa come 103.000 mq di suolo(consumando ad ogni pranzo, un’area grande 6 volte Piazza del Duomo), la Provincia più urbanizzata è senza dubbio alcuno Milano (che include Monza e Brianza).
All'ombra della Madonnina tra il 1999 ed il 2007, in soli otto anni, ogni giorno, sono stati coperti dal cemento 25.000 mq di terreno ( il che significa, la perdita, every day, di un’area grande una volta e mezza piazza del Duomo di Milano). Con il risultato, non certo lodevole, che le aree urbanizzate – pari al 42% del territorio - uguagliano quasi quelle agricole.
appare più rosea la situazione delle Province a noi più vicine che conservano vocazione prevalentemente agricola.
Usando come metro di misura Piazza Duomo, scopriamo ad esempio, grazie al rapporto ONCS, che nel periodo in questione, nell'agricola e collinare provincia di Pavia è stata cementificata, quotidianamente, una superficie pari a 3,3 volte Piazza del Duomo, che sale a 5 in quel di Mantova e Bergamo e scende a "soli" (si fa per dire) 2 nella Provincia di Lodi.
E se i dati non sono certo rassicuranti, ci si consola con il fatto che almeno da qualche tempo del problema dell'eccessivo consumo di suolo si inizia a parlare.
Il punto dolens sta ora nel far seguire al "pensiero l’azione".
Operazione tutt'altro che semplice, dal momento che quello degli oneri di urbanizzazione rimane il Pozzo di San Patrizio cui attingono per pagare bollette e dipendenti Sindaci e Comuni che, ahimè, non sanno più a che Santo votarsi per far quadrare i loro bilanci sempre meno foraggiati da Roma Padrona ( alla faccia del federalismo promesso dalla Lega).
Come ben evidenziato dai relatori dell'Osservatorio, politiche urbanistiche di contenimento più serie non possono prescindere da una riforma della fiscalità locale che porti a regimi più incisivi e differenziati ( ad esempio introducendo un regime di tassazione incrementale e specifico per quei processi che determinano un effettivo aumento del suolo urbanizzato, incentivi per il riuso di aree dismesse, con l'attenzione di non accrescere però eccessivamente il peso insediativo)
E, soprattutto, con una riforma fiscale che ponga definitivamente fine al perverso meccanismo degli oneri.
Detto questo, penso anche che esistano altri fattori in grado di incidere negativamente sull'uso (o meglio abuso) del territorio.
Troppo spesso, ad esempio, ci si dimentica che alla cementificazione del paese contribuiscono strade e parcheggi, di cui c'è sempre più famelico bisogno nel paese dell'automobile.
Automobile che Guido Viale, nel suo interessante libro "Vita e morte dell'automobile", considera la fonte principale del malessere urbano.
Perchè - come l'autore citato ben sintetizza -aumenta le distanze, sospingendoci nell'hinterland per allontanarci dal traffico; divora con code infinite il nostro tempo; grava sui nostri redditi e sui bilanci comunali (basti considerare i chilometri di strade da asfaltare), distrugge la socialità; occupa i nostri spazi pubblici.
Ricordo che da bambina ero solita giocare con gli amici nella strada sotto casa.
Oggi, quegli spazi (come le piazze di quartiere), un tempo usati da noi piccoli, sono occupati dalle macchine che obbligano gli amministratori locali a progettare la città non più a misura di "uomo" ma di "automobili".
Forse per tagliare la lingua al mostro del cemento occorrerebbe partire anche da qui.
Da una diversa idea di mobilità (car sharing, piste ciclabili, potenzia mento di mezzi pubblici).

sabato 11 luglio 2009

Croce Bianca in Festa - Quadrangolare

E' iniziato ieri sera, sul campo di Calcio dell'Oratorio di Robbiano, il ° torneo di calcio del Volontariato.
Alpini – Croce Bianca 4-2
AVIS – AIDO 3 –1

Uomini, mezz'uomini, ominicchi e ...quaquaraqua'

Mentre Silvio, dal suo pulpito dorato, predica l'urgenza di una radicale riforma della Giustizia ed il ministro Brunetta si spertica in lodi alla “digitalizzazione” che dovrebbe svecchiare – entro il 2010 - il pachidermico sistema giudiziario italiano, chi le scalinate dei Tribunali le percorre quotidianamente rischia, ogni giorno, di farsi sopraffare da devastanti crisi di nervi.
Lavorare nei Tribunali di Desio, Monza e Milano (tra i più importanti, per mole di lavoro in Italia) è, infatti, sempre più difficile.
Cancellerie chiuse per giorni: come è accaduto qualche settimana fa’ per l'ufficio esecuzioni mobiliari del Tribunale di Desio.
Esasperanti code di tre quarti d’ora per notificare o ritirare un atto (Corte d'Appello di Milano).
Mesi per farsi mettere un semplice timbro.
Infinite attese per poter visionare un semplice fascicolo. Estenuanti pellegrinaggi tra uffici.
Con il rischio di fare pure figuracce, e beccarsi qualche insulto gratuito non proprio piacevole.
Come mi è successo qualche giorno fa nel Palazzo di Giustizia di Milano, quando, un po' innocentemente, al funzionario che mi parlava di due mesi di attesa per metter il timbro della formula esecutiva (necessaria per recuperare il credito di un lavoratore) ho risposto" è uno scherzo, vero?"
Questa l'infelice, eufemisticamente parlando, situazione nella quale, a causa della penuria di mezzi e, soprattutto, della carenza di personale amministrativo, versano da qualche tempo i Tribunali locali.
Presso l’ufficio Notifiche della Corte di Appello di Milano gli operatori addetti alle attività di registrazione degli atti notificati sono stati più che dimezzati: dai 100 di un tempo sono ridotti ad una trentina.
Nella cancelleria delle Esecuzioni immobiliari del Tribunale di Monza, complice la crisi economica, i pignoramenti sono aumentati, nell’ultimo anno, del 30%. Una mole di lavoro che però viene gestita con lo stesso personale di prima, il quale, a fatica, riesce ad evadere poco più di una sessantina di richieste al giorno.
Decisamente peggio va poi la situazione nel Tribunale di Desio.
Per tamponare la carenza di organico del Palazzo di Via Galli il Presidente del Tribunale di Monza, la dott.ssa Annamaria Di Oreste, ha lanciato un grido di allarme ai Sindaci del Circondario chiedendo loro di prestare all'ex Pretura propri dipendenti
Ha proprio un bel coraggio il Guardasigilli, Angelino Alfano a millantare che la riforma del processo civile, entrata in vigore lo scorso 4 luglio, porterà a processi civili più rapidi ed efficienti!
Come scriveva Sciascia nel giorno della Civetta “quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà….che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre..."
A noi, chissà perché, ci toccano sempre i quaquaraquà, preoccupati solo di porre rimedio alle disgrazie giudiziarie del Cavalier Berlusconi.

giovedì 9 luglio 2009

Come se i Tribunali non fossero già messi abbastanza male....

Futuro incerto

"C’è l’ingegnere licenziato con l’esaurimento. Gli impiegati che non riescono più a pagare il mutuo. I precari che hanno perso «lo stipendio da fame".
Questa la fotografia della preoccupante situazione occupazionale in Brianza.
Con le famiglie che non riescono più a pagare il mutuo esploderà l'emergenza casa; basti considerare l'aumento esponenziale, negli ultimi anni, del numero dei pignoramenti: le procedure esecutive sui beni immobili pendenti davanti al Tribunale di Monza nel 2007 "erano sotto quota mille, nel 2008 sono arrivate a 1100 e le proiezioni per l’anno in corso parlano di un dato finale tra le 1300 e le 1500" (qui la fonte)
Il che vuol dire altrettante famiglie in mezzo ad "una strada".
Una patata bollente che i Comuni dovranno, volenti o nolenti, necessariamente gestire.

mercoledì 8 luglio 2009

Lotta alla mafia? Vai avanti tu che mi vien da ridere

Mentre qualcuno nella lotta alla Mafia perdeva la vita, l’Onnipotente Presidente del Consiglio, almeno secondo gli ultimi documenti scoperti, intavolava "trattative" con i vertici di Cosa Nostra.

martedì 7 luglio 2009

Angeli-no e il suo bavagli (no)

Circa una sessantina d’anni fa' alcuni Signori, che di nome facevano La Pira, Dossetti, Togliatti, Moro decisero che nella Nostra bella Costituzione dovesse venire scritto - perché nessun pazzo Fanatico potesse più sognarsi di metterlo in discussione - il sacrosanto principio che ogni cittadino ha diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la "parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione."
Oggi, mezzo secolo dopo, nei Palazzi del Potere si aggira qualche mente illuminata che pensa che i Padri Costituenti fossero dei "matusa" con la ridicola "fissa" delle libertà individuali e della dignità di ciascuno di noi.
Certo, Moro, Togliatti ed i loro pari erano privi della statura morale dei capi di dicastero del Governo Berlusconi, che si stanno dimostrando delle vere e proprie aquile.
Prendete, ad esempio, il Ministro della Giustizia Ange-lino Alfano (e chiediamoci perché il papà abbia voluto apostrofarlo così, condannandolo ad una vita in "diminutivo"), il quale, invece di preoccuparsi, insieme al suo amico Brunetta, della drammatica condizione in cui versano i Tribunali, che rischiano il collasso (tema di cui mi riprometto di parlare a breve) ha come unico problema quello di castrare i blogger.
Già, perché con la Legge in corso di approvazione, il Servilissimo Ministri-no della Giustizia, vorrebbe obbligare tutti "i gestori di siti informatici" a rettificare, entro 48 ore dalla richiesta, post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato.
Il che vorrebbe dire condannare a morte blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti (e chiunque possa rientrare nella vaga definizione di "gestore di sito informatico" )
E per tutte quelle anime ribelli, un po' riottose e poco inclini a "piegarsi a 90° nei confronti del regime", che non dovessero dar tempestivamente corso all'eventuale richiesta di rettifica, il Nostro Illustre Ministro ha previsto una bella sanzione, che potrebbe andare dai 15 ai 25 milioni di vecchie lire (praticamente io dovrei fare un altro mutuo per pagarla).
Per dire no a questa norma liberticida anche il mio blog (per quanto piccolo ed insignificante, come di tanto in tanto, qualche suo frequentatore non manca di ricordarmi) aderirà al silenzio previsto per il prossimo 14 luglio
Www
La Libertè!

giovedì 2 luglio 2009

A proposito di veline, di politica e di impotenti ma audaci Cassandre

“Non è facile essere donne in questo tempo di stravolgimento dei valori e dei costumi, di smarrimento del senso comune.
Non è facile trascendere ciò che ci sta intorno e ci offende: vicende di giovani donne che si lasciano abbagliare da vecchi e meno vecchi uomini potenti; che accettano di farsi rimpicciolire fingendosi "bimbe" di un "papi".
Non c´è glamour in questa società dei diminutivi. Le ragazze che sono vel-ine, meteor-ine e ricevono farfall-ine e targarugh-ine: un linguaggio che le rimpicciolisce trasformando il serraglio in un parco ludico infantile … ”
“… Le donne sono sempre lo specchio della società, il segno più eloquente della condizione nella quale versa il loro paese: quando muoiono per le violenze perpetrate da un potere tirannico o quando viaggiano con voli prepagati per ritirare un cotillon a forma di farfalla.
Nelle loro storie è riflessa la storia tragica o patetica delle loro case e delle loro città.
E come nel caso delle donne vittima di violenza del tiranno, anche nell’altro è urgente che si levino voci di critica, di sconcerto, di denuncia; voci di donne.
Questo silenzio ammorba l’aria.”
Ed allora, questa sera, dedico la Bellissima canzone di Fiorella Mannoia proprio a Loro.
A tutte quelle Donne, che pur sentendosi impotenti Cassandre avranno il coraggio - complicandosi consapevolmente e terribilmente la vita - di opporsi a queste squallide ed umilianti logiche di potere.

Dispersi a Venezia

Qui si candidano tutti.
Quasi, quasì – giusto per non perdere il ritmo da campagna elettorale - candidiamo anche noi qualcuno. (cfr. anche il Foglio.)

mercoledì 1 luglio 2009

Nuova Provincia di Monza e Brianza.

Sacrificato sull'altare della Patria l'ex Sindaco di Giussano, Franco Riva, e "silurata" la monzese Martina Sassoli, la Giunta - lo anticipa il titolo - resta tutta un programma.

Forse non tutti sanno che ...

Il bello dell’Italia è la rara capacità, che tutto il mondo ci invidia, di riuscire a guastare anche quel poco di buono che i padri del passato ci hanno lasciato.
Prendete, ad esempio, il nostro sistema sanitario nazionale.
Universalistico e pubblico.
Esattamente il tipo di sanità che Obama intende introdurre nel suo paese (una sfida difficile, soprattutto a causa delle fortissime resistenze delle Lobbies, assicurative in primis).
Bene noi, il sistema che l’America sogna lo abbiamo; e da tempo.
Dal lontano 1978, quando il paese, “cattocomunista”, era guidato dai Zaccagnini, dai Moro, dai Berlinguer, dai Fanfani. Epoca in cui l'talia non era certo quel faro di civiltà dell'Europa, di cui parla quotidianamente il resto del mondo.
Grazie al "Paese che fu", abbiamo un sistema sanitario nazionale sviluppato che, con la dedizione del personale, la passione di medici e infermieri, ci garantisce, in caso di malattia, un'assistenza dignitosa (almeno nelle regioni del centro e del nord, perché sappiamo che, purtroppo, al sud altra è la musica).
Il Nostro Governo, però, lungimirante e acuto come pochi, sta ben pensando di smantellarlo, picconandolo con i quattro punti programmatici sentenziati dal Ministro Sacconi nel suo libro bianco:
1 “superamento della distinzione fra pubblico e privato”, elemento fondamentale del “welfare delle opportunità”, attraverso il ridimensionamento del pubblico e il riscatto del privato, erroneamente considerato “amorale”;
2- sviluppo di un sistema che “stimoli la responsabilità del singolo”: è l’idea della persona protagonista della propria salute, che “cerca prima di tutto di potenziare le proprie risorse per rispondere al bisogno”;
3- “sviluppo di un sistema a più pilastri”, con un pilastro a “capitalizzazione reale” anche nella sanità e “nuove forme integrative di assistenza sanitaria e socio-sanitaria”;
4 - riconoscimento del valore del “dono e della solidarietà”, anche rafforzando “gli strumenti di sostegno dello Stato”, quali le agevolazioni fiscali, in grado di promuoverne le straordinarie potenzialità.
Il che, al di là delle altisonanti e ridondanti espressioni, vuol semplicemente dire che in caso malattia dovremo imparare a potenziare le capacità individuali di risposta (cosa indubbiamente facile), sperare in qualche buon samaritano che ci faccia la carità; acquistare – ma questo vale solo per chi può economicamente permetterselo - coperture assicurative integrative e smetterla di pensare che il servizio pubblico possa fornirci un consulto medico più disinteressato del privato.
In pratica, non resta che pregare e sperare che il Sig. Morbo e la Sig.ra Malattia decidano di bussare solo alla porta di chi è ricco e prosperoso, o di chi ha la fortuna di essere circondato da uno stuolo di amici e parenti.
Altrimenti, crisi si, crisi no, prepariamoci - a seconda della fluidità del nostro conto corrente - a mettere mano al portafoglio o ad allungare il piattino per la questua.