lunedì 6 ottobre 2008

E se fosse tuo figlio?

Secondo il viso pallido Maroni dalle nostre parti non esisterebbe alcun "allarme razzismo".
I pestaggi, i maltrattamenti, dal chiaro timbro razzista, denunciati negli ultimi tempi dalla stampa, sarebbero, infatti, frutto di una montatura giornalistica.
Ma se per caso, ad esempio, voi aveste adottato, anni fa, un bimbo, somalo, eritreo, ghanese, cinese?
E se ora quel bambino fosse un giovane, che come tutti i suoi coetanei, studia o lavora?
E se il vostro ragazzo, uscisse la mattina, per andare all’università o al lavoro oppure, al pari di tutti quelli della sua età, il sabato sera, fosse solito trascorrere qualche ora con gli amici al pub?
E se un giorno, o peggio, una sera malauguratamente vi accorgeste che - come capita anche ai più accorti - il vostro ragazzo ha lasciato a casa il suo portafoglio?
E doveste immaginarlo, per strada, o peggio, fermo, in qualche stazione, in attesa di un treno; solo e senza documenti?
Allora, a quel punto la pensereste allo stesso modo dell’onorevole Ministro?
Non credo, perchè sareste in preda a una costante e continua angoscia; vivreste ogni minuto della giornata con il terrore che qualcuno, per ragioni inspiegabili, ve lo possa massacrare di botte; saltereste sulla sedia ad ogni squillo del telefono...
Ecco, forse qualcuno di questi genitori dovrebbe raccontare le sue quotidiane angoscie all'Ill.mo Ministro - viso pallido Maroni .

6 commenti:

claudio ha detto...

senza pensare a una adozione. Pensa solo a come si deve sentire un cittadino italiano, arrivato più di 10 anni fa (visti i tempi biblici occorrenti per ottenere lo status), perfettamente integrato, con un lavoro, una famiglia, tutte le tasse pagate ma...con un forte accento straniero o la pelle di un colore diverso....penso si senta braccato. E non mi piego all'idea di pensare al mio Paese come a un luogo incapace di accogliere!

emanuela ha detto...

Caro Claudio, tu hai perfettamente ragione. Il mio riferimento all'adozione era una mera provocazione.

Purtroppo, riusciamo a interessarci ai problemi solo quando ci toccano da vicino.. e alla fine, l'immigrazione, il razzismo, gli stranieri, i loro diritti, la loro dignità, sono questioni lontane, astratte, dei bei principi, cui di tanto in tanto, occorre pure parlare (lo esige la nostra appartenenza politica).

E poi di questi tempi, con il pessimismo legato alla crisi economica, mi pare che ci sia la tendenza a concentrarsi solo su se stessi, ed immedesimarsi nell'altro ( che percepiamo tanto diverso) diviene ancora più difficile.

E allora, forse, non ci resta che togliere "l'altro" dall'astrazione e portarlo tra di noi...

Unknown ha detto...

Cara Emanuela,

lascio al tuo blog una frase di saluto che, con riguardo alla vergognosa vicenda di Parma, un caro amico della mia ragazza, italiano di cittadinanza ma somalo di origine, le ha mandato: saluti da un cittadino nel mondo, un negro in Italia.
Un dettaglio: questo ragazzo, oggi in Olanda, è stato aggredito e malmentato nella civilissima Trento per via della sua pelle. Pende il processo, nel quale lui è parte civile. L'imputazione: lesioni personali gravissime aggravate dal movente razziale.
Si cominciasse a contestare un po' di più la Legge Mancino sulla discriminazione razziale, forse le cose potrebbero cominciare a cambiare. Che ne dici.
Un caro saluto.
Alessandro Meregalli

Anonimo ha detto...

La sola idea che ci possa essere qualcuno che discrimina, o peggio "violenta", un essere umano solo perchè di pelle scura o di etnia diversa, mi mette rabbia e mi fa' venire i brividi.
Da genitore adottivo di un bimbo colombiano, occhioni neri come la pece e pelle un po' scuretta, la cosa mi inquieta ancora di più: io lo sto' davvero vivendo sulla mia pelle di genitore e, fortunatamente senza arrivare fino ad oggi ad episodi di intolleranza, quante mezze frasi ho dovuto sentire/subire nella cattolicissima terra di Brianza!!
Lo confesso: di fronte a questo problema oggi mi sento smarrito e un po' spaventato per mio figlio...e forse anche un po' in colpa per non fare a sufficienza per combattere questa piaga orrenda che si chiama razzismo.

Chissà che un giorno non dovrò dire a mio figlio di sentirmi felice e orgoglioso...di sentirmi come lui, per metà colombiano...oltre che...mestamente italiano!

emanuela ha detto...

Ad Alessandro, lancio una provocazione: che ne dici di iniziare a pensare cosa possiamo fare noi?Non conosco la legge che tu hai citato.. ma la cosa mi pare interessante...
A Marco: complimenti per la tua generosa e coraggiosa scelta (ritengo l'adozione una bellissima forma di amore)che, ti dirò, anche a me piacerebbe in futuro seguire..

Se può aiutarti a sentirti meno smarrito e spaventato ... sappi che non sei solo!Come vedi, siamo già in tre...

emanuela ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.