martedì 27 novembre 2012

Le primarie. La risposta politica all'anti -politica



Le primarie di domenica hanno decretato il trionfo di Renzi.
Il Sindaco di Firenze, piaccia o non piaccia, ha ottenuto una valanga di consensi. 
Molti di più di quanti i dirigenti del pd se ne aspettassero.
E la sua vittoria è avvenuta soprattutto nelle regioni tradizionalmente rosse.   
Il grande successo del rottamatore nei feudi di Fioroni e Sposetti, si commenta da solo. 
Il messaggio è forte e chiaro: qui della nomenclatura, degli uomini di apparato i democratici ne hanno a sufficienza. 
La gente, quella in carne ed ossa, che non vive nei salotti della politica; il popolo rosso messo in ginocchio dalla crisi e dai terremoti è "incazzato". E visto che, per tradizione, è meno propenso all'astensionismo dell'elettore di centrodestra, ha deciso di  dare uno scossone alla dirigenza. 
E lo ha fatto andando in blocco a votare. Versando pure le 2 euro (che in tempi di crisi, per chi vive con 800 euro al mese, non sono certo pochi...)
Fossi in Bersani, mi tremerebbero i polsi.
L’affermazione al ballottaggio del Segretario – così certa alla vigilia delle consultazioni- pare tutt’altro che scontata.
 E se vorrà  vincere. Se vorrà convincere “la base” a ridargli fiducia, dovrà, da subito, dare segni di forti novità. Come dire, non basta più la solità pennellata di bianco su muri incrostati.......

La voglia "di cambiamento "   che emerge dalle recenti consultazioni non può non essere un monito per le prossime consultazioni Lombarde.
Le primarie “Civiche”,   l’abbandono in corsa di Pizzuz e Biscardini, l'imposizione dall'alto del figlio dell'Eroe Borghese, Umberto Ambrosoli che correrrà accanto alla ginecologa  Alessandra Kustermann, ed al noto economista Andrea Di Stefano hanno lasciato l'amaro in bocca a più di un elettore. 
Perché non basta un volto nuovo , se poi questo si trascina dietro - come  un pesante fardello - il vecchio apparato, spinto dalle stesse bieche logiche di partito.
L'operazione che ha portato a scegliere Ambrosoli, è piaciuta poco alla base, che ormai - lo si è visto- utilizza le primarie  (al di là del competitore del momento) per scuotere (ed ove possibile levarsi dai piedi) la vecchia classe dirigente...



venerdì 16 novembre 2012

Ho deciso. Io voto Puppato.

Domenica 25 novembre andrò ai seggi del PD. 
E lo farò per votare la donna che il Partito Democratico voleva invisibile. E la scelta, sia chiaro, non ha nulla a che fare con la solidarietà femminile.

domenica 11 novembre 2012

PD. Come portare un partito al suicidio.



Il pd rischia l’ennesima brutta figura, aggiungendo errori su errori che rischiano di stufare quel poco di elettorato (in termini assoluti, e non relativi…) che ancora gli è rimasto.
Ufficializzata la candidatura di Fabio Pizzul e della Kustermann per la corsa al Pirellone, le primarie lombarde rischiano di essere affossate  dalla discesa in campo di Umberto Ambrosoli. L’avvocato Milanese presentato al grande pubblico come “il figlio di Giorgio. L’Eroe Borghese”.
Il quale, ha già fatto sapere, che di primarie  non ne vuole sentire parlare.
Ora, premesso che non conosco  Ambrosoli (per cui non potrei parlarne  bene, né tantomeno male) mi pare evidente che se la dirigenza del PD decidesse di puntare su di lui, senza passare per le forche caudine delle primarie, ne indebolirebbe  la candidatura.
In primo luogo perché farebbe girare, per dirla alla Montalbano, notevolmente  i “cabasisi” a buona parte del suo possibile elettorato. Me inclusa. 
E così il famoso popolo delle primarie il giorno delle elezioni regionali potrebbe decidere (ed a ragione) di disertare le urne, riproducendo in terra di lombardia i numeri bulgari dell’astensionismo siciliano oppure consegnando la regione più ricca di Italia all’ anarchico show man Grillo.
In secondo luogo, l’avvocato Ambrosoli  (persona per quanto ne so, sicuramente di pregio) partirebbe con l’handicap di essere, seppur sotto diverso profilo, espressione della nomenklatura.  
Della classe politica di sempre, mummificata ed autoreferenziale, che degnandosi  per qualche secondo di scendere da Marte - nell’estremo tentativo di sopravvivere alla ghigliottina delle consultazioni - si accinge bellamente a ripetere,  l’operazione di maquillage pre-elettorale cui siamo ormai tristemente abituati.
Un restailing che nel 2008 - nominando legislatori le fedeli segretarie di partito ed i rampolli di ricchi industriali - ha portato in Parlamento le Madia, i Calearo ed i Colaninno. Scialbe figure oggi inghiottite dall’oblio.
Un’operazione di chirurgia estetica con la quale, nell’Italia travolta dagli scandali giudiziari, i partiti di destra e di sinistri, cercano di ripulirsi la faccia, trincerandosi dietro la sagoma  della “persona per bene” ,  sul cui carrozzone ritroveremo i politicanti (perché il “politico” è altra cosa) di sempre.
Se è vero che la società civile rappresenta una componente fondamentale della politica (io ne provengo, non avendo mai avuto in tasca tessere di partito), è altrettanto vero  che non basta “essere “ brave persone per pretendere di assumere ruoli di governo.
L’integrità morale è condizione necessaria, ma non sufficiente per chi voglia gestire la res publica. 
Occorrono competenza ed esperienza.  Il rischio, altrimenti, è di passare per "l'utile idiota".
Terzo errore. Il pd sta presentano Ambrosoli  come il Salvatore della Patria. 
Ora, a parte il fatto che il popolo di (veri o presunti) uomini della provvidenza ne ha piene le tasche (l’ultimo, dopo averci reso ridicoli agli occhi di mezza Europa, ci stava conducendo nel baratro, con le sue olgette ed olgettine. ) non penso che l’Avvocato Milanese possa da solo cambiare i connotati della classe politica Lombarda (che per inciso, a sinistra come al centro, non sognano che la Sua candidatura per far rinascere qualcosa che si avvicini il più possibile alla grande balena Bianca, nella quale riesumare i nostalgici della prima e della seconda repubblica).
Solo un Governatore, in grado di circondarsi di una squadra di persone serie e capaci può cambiare rotta.
Quarto errore: enfatizzare il suo "essere figlio" di Giorgio, l’Eroe Borghese mi pare controproducente. In questi tempi di scandali, di parentopoli e di raccomandati, il popolo decisamente poco gradisce gli unti del Signore, imposti al volgo per  “diritto di nascita”.
Mi auguro che la dirigenza del Pd, per una volta, scelga coraggiosamente la via della chiarezza.
Ed allora ben vengano le primarie! Cosa potrebbe rianimare una democrazia rappresentativa agonizzate più di una competizione seria e leale tra persone di altissimo profilo morale? 
Chissà che l'ingresso  nell'agone  politico di Pizzul, Ambrosoli, della Kustermann non riavvicini fette  e forze provenienti dalla società civile alla politica ....
Ma forse è proprio questo che la vecchia guardia teme ...