giovedì 31 luglio 2008

La Gaffe del Ministro

Del tipo, egoisticamente parlando, qualcuno deve pur immolarsi sull'altare
del "progresso " ( le centrali nucleari?! sic!) e dello "Sviluppo economico".

L'importante è, chiaramente, che "questo qualcuno" non sia io…

lunedì 28 luglio 2008

Illusione o verità? Due anziani o una coppia?

Infiacchita dal caldo estivo, mi sono a poco a poco assopita sul divano.

Nel dormiveglia, ho iniziato a sentire una voce, emozionata, proclamare con toni concitati la fine della crisi Campana "In 58 giorni
siamo riusciti nella missione impossibile. - recitava la voce lontana - L'emergenza è superata:
abbiamo smaltito 50mila tonnellate di rifiuti. Napoli e la Campania tornano ad essere città occidentali, ordinate e pulite".

Ascoltavo felice ed incredula l’annuncio dell’annientamento degli uomini di Cosa Nostra, del duro colpo inferto alle cosche della ’ndrangheta: allora è vero, pensavo, Falcone e Borsellino, eroi dei nostri tempi, non sono morti invano.
Protetta dalle braccia di Morfeo, mi sentivo coccolata da una musa che annunciava il crollo della piaga dell'assenteismo nel pubblico impiego (un calo del 20% in soli due mesi) .

Che idilliaca visione. Ecco davanti ai miei occhi un’Italia nuova: il paese della legalità, dell’efficienza e del Buon Governo, del rilancio del lavoro. Niente più "fannulloni" Il trionfo della responsabilità e del senso civico.

La nazione dei miei sogni. Poi, un tuono ed il triste risveglio.
Di fronte a me, il televisore acceso. Il Telegiornale. Gli occhiali rossi di Maroni che, commentando l'arresto dei boss mafiosi, con evidente orgoglio dichiara: ”grazie alle norme del pacchetto sicurezza, ….
ed alla tolleranza zero sia nei confronti della criminalità organizzata che dell'immigrazione, vogliamo garantire ai cittadini tutta la sicurezza che il precedente governo non ha saputo assicurare”.

Ancora rintronata, mi alzo ed inciampo in un giornale.
Maledizione -penso- chi lo ha lasciato in mezzo ai piedi!
Mi chino, e nel raccoglierlo, alcune parole contenute nell'articolo attirano la mia attenzione: "Le dichiarazioni sulla pulizia di Napoli sono un mucchio di spazzatura" "Silvio Berlusconi ha dichiarato di aver civilizzato Napoli risolvendo la crisi della spazzatura sebbene le immagini mostrino che i cumuli di spazzatura sono stati semplicemente spostati in periferia” .
Improvvisamente, il mio sogno si è trasformato nel peggiore degli incubi.
In questo clima quasi surreale, iniziano a danzarmi, ridenti, davanti agli occhi le parole di Paul Joseph Goebbels, il potentissimo Ministro della Propaganda del Terzo Reich: «Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità»

Un brivido mi attraversa la schiena … vorrei tanto tornare a dormire.

giovedì 24 luglio 2008

Tutta La Vita Davanti

Ovvero, una vita da precario
Una giovane palermitana trapiantata nella capitale, laureata in filosofia cum laude, con un lavoro da baby-sitter ed un impiego part time in un call center romano.
Un fidanzato/ricercatore universitario emigrato negli Stati Uniti per sbarcare il lunario.
Un sindacalista CGL cocciuto e donnaiolo.
Un’attraente e sbandata ragazza madre, rimasta, all’improvviso, senza un lavoro stabile.
Un depresso venditore di costosi elettrodomestici, caduto in disgrazia.
Un’anziana e gentile signora, segnata dalla tragica scomparsa della nipote ventenne, spinta al suicidio dall'insopportabile frustrazione di aver fallito la ricerca di un'occupazione.
E ancora, giovani donne, catapultate in una sorta di reale “Grande Fratello”, galvanizzate e umiliate da una spietata Sabrina Ferilli, a sua volta vittima e succube del capo cinico ed ipocrita.
Una dolce bambina che sogna, da grande, la laurea in filosofia...
Questi i protagonisti e le storie di “Tutta La Vita Davanti” il bel film di Paolo Virzì, che racconta, con toni ironici e vivaci, i drammi e le tragedie che si consumano nel mondo del precariato, dei lavori a progetto, dei co.co.co (e co.co.pro. Ma pro .per chi?).
Una pellicola capace di svelare, con umorismo ed implacabile realismo, le umiliazioni, il dolore e le mortificazioni che colpiscono i giovani risucchiati nel crudele mondo del precariato.
Un film tragicomico, piacevole da vedere, e al tempo stesso, intenso ... su cui meditare.
p.s Proporrei a qualche registra di affrontare il tema dei "precari delle libere professioni", il mondo dei giovani "a partita IVA".
Potrebbe emergerne una realtà sconcertante ...

martedì 22 luglio 2008

Chi la vusa pusè la vaca le sua

Il solito (triste) balletto delle parti

Umberto Bossi, immemore (???) delle romane origini dell’osceno gesto, solleva il "digitus impudicus" contro l’Inno di Mameli. Fini e Schifani lo richiamano all’ordine, Berlusconi ribadisce la solidità del rapporto con il Senatur.
Il resto del mondo politico (per carità … giustamente ) si indigna. I media montano la polemica. Partono, anche, i sondaggi “inno nazionale da cambiare mameli o verdi”?
Da due giorni non si parla d’altro.
E intanto, approdano, indisturbati, in Senato il lodo Alfano , la contestata norma salva premier, ed alla Camera la manovra finanziaria. Casualità, pura coincidenza? Ne dubito.
Fatico a credere che un uomo politicamente navigato come Bossi, il quale - oltretutto - si è già beccato nel 2007 una condanna penale definitiva (I sez. della Cassazione penale) per turpiloquio contro un altro simbolo dell’unità nazionale (il Tricolore), si lasci ingenuamente ed inavvertitamente andare a gesti tanto eclatanti quanto gravi senza aver prima attentamente vagliato e soppesato le conseguenze, politiche ed elettorali, delle proprie esternazioni. Le strumentali accuse rivolte agli insegnanti meridionali (mia mamma, una di questi, ha avuto padanissimi alunni che ancora la ringraziano per il suo prezioso lavoro) e il gesto volgare, si sono rivelati un’abile mossa mediatica per destare scompiglio, rassicurare l'elettorato leghista ( avverte l'Umberto “Non sono mica venuto qui per mollare»), distogliere l’attenzione da ben più seri temi.

Parole e gesti volutamente estremi, specchietti per le allodole. Bossi, con quella che appare una folkloristica “sparata” estiva ha, infatti, rinsaldato la propria base di consenso -nulla più dell’ostentato disprezzo verso le istituzioni romane (nelle quali e, non da ora, il Senatur ha accettato di entrare) consente di alimentare la fede di quell’elettorato che vede nella capitale la madre di tutti i vizi – oscurando, al tempo stesso, la manovra finanziaria in itinere.

Manovra bocciata dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, perché “Il maxi-emendamento … peggiora per i Comuni una situazione già molto complicata. Le nuove disposizione sul Piano Casa, il taglio punitivo delle indennità degli amministratori non fanno che rendere non solo insostenibile e inaccettabile la Manovra, ma la trasformano in una lesione della dignità istituzionale dei Comuni italiani. Le ultime correzioni - continua la nota Anci - in materia di Servizi Pubblici Locali confermano la necessità che questo tema sia disciplinato in un disegno di legge autonomo, per evitare che una correzione affrettata e pasticciata si scarichi sulla gestione dei Servizi pubblici locali.”
Una manovra che compensa i maggiori costi per la sicurezza con ulteriori riduzioni dei trasferimenti a Comuni e Province ( … di questo passo solo un folle potrebbe ambire a candidarsi come sindaco della propria comunità). La tempesta di polemiche sollevata ha fatto, per qualche ora dimenticare, il preannunciato taglio delle risorse ai parchi, il cattivo stato di salute della nostra economia, il forte calo di fiducia dei consumatori (secondo i dati del sole24 ore il mese di luglio registra il livello più basso dal 1993).
L'innalzamento e l'inasprimento dei toni contro "Roma Ladrona" ha consentito al Parlamento l'adozione di misure non certo gradite all'elettorato padano (si pensi, ad esempio, ai lauti finanziamenti concessi a Roma).
Nulla da eccepire.
Non posso che fare i miei personali complimenti al Senatore Bossi per la furbesca trovata mediatica.
Dalle mie parti si dice che “chi la vusa pusè la vaca le sua" (tradotto ..chi urla di più si compra la mucca).
Anche per questa volta, ahimè, ahinoi, la “vaca” è ancora di Bossi, le cui urla hanno, purtroppo, soffocato tutte le altre.

p.s. non ho ancora ben studiato il provvedimento approdato ieri a Montecitorio, mi scuso, pertanto, fin d'ora per eventuali, mancati aggiornamenti rispetto alle dichiarazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi e sopra riportate...

domenica 20 luglio 2008

Magistratura elettiva?

Secondo il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, per risolvere il problema della magistratura
«Bisognerebbe far eleggere i magistrati dal popolo, così possiamo sperare che venga fuori il meglio».
Si, magari utilizzando il sistema elettorale del “porcellum”….

giovedì 17 luglio 2008

Perchè siamo antipatici?

Io porto “Perché siamo antipatici?” Perché? Perché Ricolfi mette a nudo queste (a mio avviso) sacrosante verità:

1. è importante che il PD torni ad “ascoltare le ragioni di quanti in questi anni si sono sempre più allontanati dalla sinistra, specie nelle regioni settentrionali del Paese”;

2. capisca “ che il vero problema della sinistra non è mai stato il disprezzo verso il cavaliere, ma l’assoluta incapacità di entrare nella mente di chi vota per lui-"

3. occorre curare “le grandi malattie da cui è affetta la sinistra”, comprendendo, in primis, che “non si può parlare in codice” e che si deve pieno rispetto anche a chi non ci vota;

4.bisogna colmare “l’abisso che separa il ceto politico di sinistra dalla gente comune.” Perché il vero problema “sul piano comunicativo … della sinistra italiana è la sua immagine elitaria ed anti-popolare, il suo presentarsi come una squadra di autocrati illuminati, di seriosi custodi del bene e della cultura";
5. il Partito Democratico deve capire quanto ”i simboli del Palazzo e della politica romana siano invisi alla gente comune (era proprio il caso di chiamare ”loft” la nuova sede del Partito Democratico?e di chiamare ”caminetti” le riunioni dei dirigenti che contano?) La sinistra perde ”perché non capisce la società italiana, ..non sa stare fra la gente, ha perso del tutto la capacità di ascoltare e la voglia di intendere” … per “la distanza siderale che la separa dal comune sentire”
Per tutte queste ragioni, propongo il Libro di Ricolfi. Non c’è dubbio, siamo ancora discretamente antipatici, ma c’è speranza, soprattutto se ci sforziamo di “di acquisire le virtù del ”quarto stile”basato sulla chiarezza e il rispetto dell’elettorato altrui”.

Insomma, il 70% dei miei concittadini votano centro-destra. Alcuni di loro sono persone che conosco e stimo ... Mi rifiuto di credere che rappresentino tutti - come la "superiorità etica della sinistra" di cui parla Ricolfi parrebbe esigere -“la parte peggiore del paese” . Ci deve per forza essere “dell’altro” …. e se non vogliamo restare forza perennemente minoritaria dobbiamo individuarlo …

Italiani: un popolo di burloni

Si dai, e adesso ditemi anche che gli asini volano (sic!)

mercoledì 16 luglio 2008

Così non ce la faremo mai

Ecco appunto. E poi ci stupiamo della fuga dei "cervelli".

Traffico di organi: un'anomalia tutta italiana

Siamo davvero un popolo strano.
Siamo il paese dove i migliori nostri cervelli fuggono all’estero e siamo lo stesso paese che si affanna ad importare dall’estero, coprendoli d’oro, i meglio marpioni della pedata. Esportiamo cervelli e importiamo piedi. Nel traffico d’organi non ci facciamo certo un affare …” (da "Vedo Buio" di Alberto Patrucco).
Ecco sintetizzate in poche righe, in modo canzonatorio ed ironico, uno dei grandi problemi del bel Paese: la fuga dei "nostri migliori cervelli", il costante esodo dei giovani talentuosi che lasciano l’Italia per affermare altrove, nel resto del mondo, la propria professionalità.
Un'incessante perdita di "risorsa lavoro", metaforicamente, un' "emorragia di capitale umano".
Secondo i dati OCSE gli italiani altamente qualificati che vivono all'estero sarebbero 300 mila (di cui il 45% in Nord America (32% negli USA e 12,6% in Canada) ed il 40% in Europa: Francia (9,3%), Regno Unito (8%), Svizzera (6,9%) e Germania 6,2%)
Il Consolato di Bruxelles stima in Belgio la presenza di 6.000 professionisti operanti presso le istituzioni internazionali e le grandi aziende italiane.
I dati dell’Unione Europea parlano di circa 34 mila espatriati italiani che lavorano nel campo della scienza e della tecnologia (S&T) negli altri paesi del Vecchio Continente.
Tante, troppe preziose risorse sottratte al sistema economico e produttivo italiano.
Ebbene, nel mio week end romano (la due giorni all’Assemblea de IMille alla quale ho assistito su cortese invito di Paolo) ho avuto il piacere di conoscere alcuni di questi “cervelli” in fuga.
Trentenni, o giù di lì, che da anni lavorano all’estero: in Francia, Olanda, America.
Coetanei di fronte ai cui curricula il mio non può che timidamente impallidire.
Giovani come Riccardo, ricercatore CNRS a Parigi in chimica-fisica teorica applicata a problemi di tossicologia nucleare ambientale;
Gianluca, da Grottaglie a New York, importante dirigente di un fondo investimenti;
Filippo che, dopo aver conseguito una laurea in fisica e un dottorato in Ingegneria, lavora presso l’Università di Amsterdam; Giuseppe, giovane intellettuale calabrese – dai toni gentili e pacati - trapiantato a Londra ... e molti, molti altri, un elenco lungo da raccontare.
Parlando con loro scopri che, a dispetto del comune sentire, l’"emorragia di capitale umano" che dissangua il bel Paese, non riguarda esclusivamente i ricercatori Universitari. Ti accorgi, con una sorta di doccia fredda, che le fughe dei "cervelli" non sono solo legate agli insufficienti investimenti nel settore della ricerca scientifica ed universitaria;
realizzi che il mondo è pieno di giovani italiani di talento, professionisti, imprenditori, lavoratori del settore della ristorazione, del turismo che decidono di cercare altrove quelle occasioni di crescita professionale che l’Italia, ingessata socialmente e politicamente, gli nega.
Chissà, se non fossi nata nella produttiva ed operosa Brianza, forse sarei stata costretta a fare la stessa scelta.
Qualcuno, un po’ ingenuamente, potrebbe sostenere che non è un grosso problema, che “il corpo Italia” non morirà dissanguato, che comunque riuscirà a sopravvivere, che l’emorragia è curabile con delle consistenti trasfusioni “di flusso migratorio in entrata” ; che il saldo emigrazione/immigrazione sarà alla fine positivo.
Certo in termini astratti lo si potrebbe pure dichiarare.
Ma sappiamo tutti che, purtroppo, non è così.
Dall'Italia scappano brillanti professionisti, acuti ricercatori, dinamici imprenditori; vi arrivano “disperati”, che per fuggire alla fame, alla guerra che li attanaglia, intraprendono i viaggi della speranza, in condizioni disumane, su imbarcazioni improvvisate che spesso li conducono alla morte.
Poi penso alla situazione economica dell’Italia, ai nostri salari medi, al precariato e mi convinco che solo un disperato, appunto, potrebbe decidere sponte sua di venire da noi.
Mi chiedo, infatti, quale giovane – se non chi tenta di fuggire a morte certa – potrebbe accettare di lavorare come schiavo nelle piantagioni pugliesi (come denunciato qualche tempo fa da Fabrizio Gatti) o chi sarebbe disposto a rischiare, quotidianamente, la pelle in cantieri edili nei quali la sicurezza è un optional.
Chi potrebbe ambire a percepire la retribuzione italiana media? Quale ricercatore straniero, quale professionista potrebbe accettare di lavorare per 1.000,00 € al mese ?
Uomini e donne in fuga dalla guerra e dalla fame, utilizzati come manovalanza non specializzata (come accade nel settore dell'edilizia che ha sempre più bisogno di lavoratori di bassa qualifica) badanti. Lavori - diciamocelo - che nessun italiano vuole esercitare: ecco i soli giovani che potrebbero sognare un futuro da noi ….
E allora che fare? Come determinare un ‘inversione di rotta?
Riccardo, Gianluca, Filippo, Giuseppe, e tutti gli altri "cervelli in fuga", lo scorso week end, sono tornati - a proprie spese - da ogni parte del Mondo in Italia, per raccontare al Partito Democratico le loro idee, per mettere generosamente a disposizione del Pd le loro competenze ed esperienze, per far, in qualche modo, rimpatriare i loro "cervelli" … speriamo che, almeno questa volta, qualcuno si prenda la briga di ascoltarli.
0.02 Pubblicato da emanuela

giovedì 10 luglio 2008

Cerbero

“Cerbero, fiera crudele e diversa,
con tre gole caninamente latra
sovra la gente che quivi è sommersa
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e 'l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.
Quando ci scorse Cerbero, il gran demone,
le docche aperse e mostrocci le sanne;
non avea merbo che tenesse fermo"
Dante Alighieri – Divina Commedia;
Canto VI vv.13,18 e 22,24-"
Le mafie sono come Cerbero, il cane a tre teste custode dell'Ade, divenuto nel medioevo simbolo dell’ingordigia e della voracità, dell’odio e della discordia intestina.
"Giammai potè usarsi nè convenirsi
per operazione di tal fatta nomenclatura più appropriata..."

Infanzia violata ...lo dice la Ue

Il Parlamento Europeo boccia le misure di emergenza sui campi nomadi assunte dal Governo ed esorta le autorità italiane «ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte digitali già raccolte, in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione», perchè ciò «costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l’origine etnica, vietato dall'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini dell’UE di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure».
In particolare "i deputati ritengono «inammissibile» che, con l'obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi «vedano i propri diritti fondamentali violati e vengano criminalizzati».
Sostengono, invece, che «il miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di garantire loro parità di accesso a un’istruzione, ad alloggi e a un’assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento»
Ops corrisponde esattamente a quanto avevo scritto (qui.) Chiaroveggenza?
No, solo buon senso.

mercoledì 9 luglio 2008

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

L’on. Berlusconi di cui ben conosciamo l'eccezionale virtù di uomo deciso, risoluto nel perseguire i (propri) pubblici interessi (cioè … appunto, quelli suoi e del proprio entourage) c'era quasi riuscito, era ad un passo dal raggiungere l'obiettivo di ritagliarsi
una norma "su misura", in grado di sottrarlo ai suoi innumerevoli guai giudiziari.
Nell'estate 2003, approfittando della calura estiva, aveva, infatti, ottenuto
che il Parlamento approvasse il c.d. Lodo Schifani (nomen homen, direbbe qualcuno), una legge ad hoc (la L. 20 giugno 2003, n. 140) che sospendeva i processi penali - ovvero concedeva l’impunità - per le cinque più alte cariche dello stato ( Presidente della Repubblica, Presidente del Senato e della Camera dei Deputati, Presidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Corte Costituzionale).
Ma, ahimè, a rompere le uova nel paniere al Cavaliere, ci si sono subito messi quei guastafeste della Corte Costituzionale che nel gennaio 2004 hanno dichiarato illegittima la norma, ritenendola contraria alla Costituzione perché lesiva del principio di uguaglianza, contraria a quello della ragionevole durata ed efficienza del processo, lesiva del diritto di difesa della parte civile (e cioè della vittima del reato che deve attendere la fine della sospensione per ottenere giustizia!)
Oggi, dopo 5 anni il Presidente del Consiglio ci riprova.
Sta, infatti, per approdare in Parlamento il Lodo Alfani (ovvero Schifani bis ... due "fani" accomunati dallo stesso teleologico destino) che reintroduce la sospensione dei processi per il Presidente della Repubblica, per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per quelli di Camera e Senato.
Uno, due, tre e quattro ... E la quinta carica dov'è finita?
Cioè, voglio dire.. del Presidente della Corte Costituzionale prevista nel "fani" uno .. che ne è stato?
Risposta semplice: il Giudice della Suprema Corte sembra sia stato depennato dall'elenco dei privilegiati ...
Così i Presidenti della Consulta imparano ad opporsi al dictat sovrano!
Il tutto in perfetto stile berlusconiano.
p.s E per il "quisque de populo" ? Eccovene una sintesi: il Parlamento ha perso tempo a discutere della norma salva Premier nel 2003, i Giudici della Corte Costituzionale hanno dovuto vagliarne la legittimità, i parlamentari saranno oggi nuovamente impegnati nell'esame di una legge di cui ben 100 costituzionalisti, nel loro accorato appello, hanno già denunciato la dubbia legittimità.
E così si continuano a sottrarre tempo, risorse ed energie alle questioni fondamentali per il paese: alla crisi economica, alla famosa “quarta settimana” ... Tutto per il Premier.. … e, intanto, io (cittadino), pago (in tutti i sensi) !

domenica 6 luglio 2008

Appuntamenti estivi/2

Eccovene un'anticipazione...

Appuntamenti estivi

Seri e semiseri.
Segnalo, per le afose serate di luglio, un paio di appuntamenti interessanti.
Martedì sera, Alberto Patrucco sarà a Besana, alla festa dell’Unità.
Giovedì 10 luglio, alle 18,45, nella sala Buozzi della Camera del lavoro di Milano,
il “diritto e la politica”

venerdì 4 luglio 2008

Stasera

Con le giovanissime (e non solo) promesse del Pd Giussanese, saremo di corvée qui.
Settore alcolici. Chiaramente.

giovedì 3 luglio 2008

Infanzia violata o tutelata?

Dichiara il Ministro dell’Interno, Bobo Maroni: “Prenderemo le impronte anche dei minori, in deroga alle attuali norme, proprio per evitare fenomeni come l'accattonaggio”.
Proclama solennemente: "Andremo fino in fondo perché questa è la strada giusta per garantire i diritti dei minori”.
Avvisa con toni risoluti: i genitori “che si rendono responsabili dello sfruttamento dei figli a scopo di accattonaggio «perderanno la potestà» su di loro."
Rincara la dose l’onorevole Gelmini “La schedatura è una forma di tutela per bambini che altrimenti sarebbero in balia delle famiglie sfruttatrici” “Da cattolica sento il dovere morale di occuparmi di loro”.
Certo non si può dire che i ministri del governo Berlusconi pecchino di scarsa originalità considerata la stravagante opinione “tutta loro” di che cosa significhi "tutelare un minore”.
Violare la dignità dei bambini Rom per proteggerli dalle loro famiglie; umiliare dei piccoli, per garantire i loro diritti. Violenza e tutela.
Crudele ossimoro che, dietro l’apparente preoccupazione di offrire un’adeguata protezione all’infanzia Rom, cela inaccettabili pregiudizi razzisti.
Denuncia Famiglia CristianaLa schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana” Del pari - evidenzia la testata cattolica - la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom è “una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita” .
Chi lavora con i bambini e gli adolescenti in difficoltà, sa, infatti, bene che l’allontanamento del minore dalla propria famiglia (che non perde, per chi lo subisce, la sua connotazione di evento drammatico e traumatico, anche ove necessario ed inevitabile), viene disposto dai Giudici solo quando la famiglia d’origine non è più in grado – neppure con l’aiuto dei Servizi Sociali - di prendersi cura del proprio bambino.
Esclusivamente quando nessuna altra soluzione è possibile. Se il Governo intende, come nobilmente proclama, tutelare l'infanzia (e quella Rom in particolare)- compito primo di ogni Stato civile - ha ben altre strade da percorrere.
Non l’infamia della schedatura (misura razzista di mussoliniana memoria, che ne rende ancora più difficile l’integrazione), ma la promozione di buone pratiche che garantiscano anche ai bimbi Rom il diritto di crescere in un ambiente familiare sereno e dignitoso, invece che in baracche popolate da topi, che finiscono – come troppo spesso ci ricorda la cronaca nera - con il diventarne la tomba.
Occorre sottrarli allo stato di degrado e povertà nel quale sono relegati, vigilare sulla loro scolarizzazione, assicurandosi che frequentino la scuola, luogo di educazione, integrazione e socializzazione; supportare le relative famiglie perchè possano riappropriarsi del loro ruolo educativo. Non esistono altre vie per per garantire a questi piccoli un futuro migliore, più dignitoso. Ma per tutto questo, si sa, occorre reperire risorse economiche e rimuovere pregiudizi culturali. Risorse per gli Operatori Sociali cui spetta verificare che i bambini frequentino la scuola e non girino per le strade e sulle metropolitane a chiedere la questua; risorse per disporne, ove necessario, l’ accompagnamento forzato; mezzi per garantire ai minori (e quindi, ci piaccia o meno) alle loro famiglie un’abitazione adeguata, dignitosa che li sottragga al degrado, ai topi ed ai pidocchi.
Certo, il percorso è più faticoso perché impone di contrapporre agli slogan demagogici , interventi, proposte, soluzioni serie e concrete che rischiano di apparire impopolari.
Mi fa tristemente ed amaramente sorridere la minaccia ventilata dal Ministro Maroni di togliere la patria potestà ai genitori che costringono i figli all’ accattonaggio.
Una misura tanto inutile quanto inattuabile.
Inutile perché non risolve il dramma dello sfruttamento dei minori per la questua, superabile solo sottraendoli alla condizione di indigenza nella quale versano.
Inattuabile in quanto economicamente non sostenibile. Mediamente un minore allontanato dalla famiglia e collocato dal Tribunale in comunità costa al proprio Comune dai 2.000,00 ai 2.500,00 € al mese. Secondo i dati pubblicati ieri su Repubblica, il 60% dei 5.500 Rom che vivono nella sola Napoli e provincia sono bambini sotto i dieci anni. Pensa l’onorevole Maroni di collocarli tutti in qualche comunità?
Con che risorse?
Con i mancati introiti dell’ICI?
Non sarebbe forse economicamente più ragionevole, nonché maggiormente rispondente all'interesse ed ai diritti del minore, una politica tesa a garantire ai bimbi Rom alloggi più idonei con un’assistenza continua che li possa accompagnare nel difficile percorso di integrazione sociale e culturale? Il problema della tutela dell’universo minorile è estremamente serio e complesso, che non può essere risolto con degli “slogan” ad effetto.
Mi piacerebbe, così giusto per entrare un po' nel merito delle questioni, chiedere, ad esempio, al Ministro Gelmini, tanto moralmente tormentata, che risorse il Governo pensa di stanziare per risolvere la drammatica condizione in cui si trovano oggi i giovani collocati in comunità ai quali da tempo i Comuni, per problemi di bilancio, non garantiscono più al raggiungimento della maggiore età il “prosieguo amministrativo”, la possibilità cioè di rimanere in comunità fino ai 21 anni, per ultimare gli studi o per completare il loro percorso formativo/educativo sì da raggiungere la completa autonomia.
Come lo Stato pensa di aiutare tutti quei ragazzi che rischiano, al compimento del diciottesimo anno, di essere abbandonati a se stessi nell'angosciante e disperata ricerca di un alloggio o di un lavoro,
che li costinga magari ad interrompere gli studi, precludendosì così la possibilità di un futuro migliore?
Lo so, non ci saranno mai risposte a queste domande.
I Comuni – con bilanci sempre più risicati - hanno sempre meno risorse da investire nel sociale: il futuro dei bimbi Rom (e non) è, dunque, tristemente segnato. Continueranno a giocare con i topi (quelli veri, non di peluche), a bruciare nelle baraccopoli; ad abbandonare la scuola, a mendicare, privati anche del sogno (cui ogni bambino ha diritto) di un futuro migliore.
Il Ministro della Repubblica potrà dirsi comunque soddisfatto: sarà riuscito nel suo intento.
Avrà trovato la "soluzione al problema Rom" saziando la fame di giustizia del suo elettorato.
E poco conta che sia una (mera) illusione …