venerdì 30 gennaio 2009

Sul Tribunale di Desio sventola bandiera bianca

Se avete intenzione di sfrattare un inquilino che da mesi non vi paga.
Se dovete assolutamente impedire la costruzione di un'opera per voi dannosa.
Se volete recuperare un credito, mettetevi pure il cuore in pace, perché del vostro processo se ne parlerà tra molto, molto, molto tempo.
Il Tribunale di Desio (una sezione distaccata di quello di Monza) è al collasso.
La situazione è esplosa, in tutta la sua gravità, martedì mattina, quando sulle porte delle stanze dei magistrati è apparso un bel cartello che recitava:
L’ATTIVITA’ GIUDIZIARIA di CANCELLERIA E’ SOSPESA”
“LE UDIENZE ODIERNE SONO RINVIATE AL 23 GIUGNO 2009”.
Martedì, ero davanti ad una di quelle porte.
Anche noi differiti a giugno. Fra sei mesi: quando l’opera, che con il processo vorremmo fermare, sarà bel che conclusa!
Un blackout totale.
Niente più udienze. Nessuna possibilità di depositare atti.
La spiegazione?
Semplice. Il Tribunale di uno dei territori più sviluppati del bel paese, che vanta il titolo di locomotiva economica d'Italia, sta sprofondando in un baratro senza fine.
Manca il personale amministrativo.
I funzionari in organico non sono più in grado di reggere il carico di lavoro che grava sugli Uffici Giudiziari.
Senza contare, poi, la penuria di materiale di cancelleria: il Ministero non fornisce più nemmeno penne, pinzatrici e timbri.
E se i cancellieri non riescono a farseli generosamente donare da qualche avvocato, se li devono pure portare da casa, se vogliono lavorare.
Mentre nel profondo Nord si rischia la paralisi del sistema giudiziario, a Roma, le grandi menti pensanti, sono tutte intente ad escogitare una "riforma della giustizia" che sottragga alle grinfie dei giudici, politici ed imprenditori corrotti.
Per garantire gli "intoccabili d'Italia", si degrada "il diritto alla difesa" dei comuni mortali a mera chimera.
I cittadini e gli imprenditori brianzoli ringraziano.
Ringraziano il ministro Angelino Alfano, per la solerzia con cui asseconda i desiderata del suo padrone.
Ringraziano l'assordante silenzio dei ministri e dei parlamentari leghisti, ormai perfettamente integrati nella zappezzeria dei palazzi romani.
Il solito triste balletto della politica italiana. Ombelicale ed autoreferenziata.
Talmente (pre)occupata di tutelare se stessa ed i propri interessi, da non accorgersi dello "sfascio" del resto del paese.

giovedì 29 gennaio 2009

Uomini sull'orlo di una crisi economica

E' on line il nuovo interessantissimo numero di Vorrei, dedicato alla crisi economica
ed alle sue ripercussioni sul nostro territorio.

lunedì 26 gennaio 2009

27 Gennaio, Giorno della Memoria

Viva la Libertà”: non un urlo giacobino della Francia settecentesca, ma le ultime parole pronunciate, prima della sua decapitazione, da Hans Scholl, il giovane studente arrestato dalla Gestapo e giustiziato il 22 febbraio 1943 a Monaco-Stadelheim, insieme alla sorella, Sophie ed all’amico Christoph Probst.
Hans, Sophie e Christoph.
Tre ragazzi.
Tre componenti della “Rosa Bianca”, il gruppo di universitari tedeschi che pagarono con la vita il coraggio di aver scritto e distribuito, a partire dall’estate del 1942, sei volantini antinazisti con i quali, nel tentativo di risvegliare la coscienza del popolo tedesco, chiamarono i loro connazionali ad ingaggiare la resistenza passiva contro Hitler ed il suo regime.
Il 18 febbraio 1943, al termine delle lezioni, Sophie Scholl prese la coraggiosa decisione di salire in cima alle scale dell'atrio dell’Università e lanciare gli ultimi volantini sugli studenti sottostanti.
Individuata da un inserviente, membro del partito nazista, venne arrestata con il fratello, processata e ghigliottinata.
All'uomo della Gestapo che interrogandola le chiedeva: "Signorina Scholl, non si rammarica, non trova spaventoso e non si sente colpevole di aver diffuso questi scritti e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?" Sophie rispose: "No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!".
Hans, Sophie e Christoph, con i loro amici, rifiutarono la violenza della Germania di Adolf Hitler, coltivando il sogno di un’Europa Federale ispirata ai principi cristiani di tolleranza e giustizia. “Libertà di parola, libertà di religione, difesa del singolo cittadino dall'arbitrio della violenza di Stati criminali: questi sono i fondamenti della nuova Europa” si legge in uno dei volantini incriminati.
La "parola nuda come arma di resistenza" – riprendendo le parole di Julian Aicher – anche a costo della vita, fu il mezzo d’azione dei fratelli Scholl e dei loro compagni.
Per celebrare la Giornata della Memoria, la Presidenza del Consiglio Comunale, invita la cittadinanza ad assistere allo spettacolo teatrale “Foglie della Rosa Bianca”, tratto dalla storia vera dei fratelli Scholl e realizzato dal Teatro dell’Aleph di Bellusco.
L’iniziativa si terrà domenica 8 febbraio 2009, alle ore 16.00 presso la Baita degli Alpini di Giussano, in Via De Gasperi 55.
Per informazioni: Ufficio Relazioni con il Pubblico (numero verde 800 26 60 20).

sabato 24 gennaio 2009

Giussano e il Nuovo centro commerciale

Salvo clamorose smentite (si, sa che la politica è l'arte del possibile e, soprattutto,
dell'impossibile) pare che, contrariamente alle previsioni, del Centro Commerciale se ne dovrà occupare la prossima amministrazione comunale.
Il piano di lottizzazione previsto sull’area commerciale a ridosso della valassina, che coinvolge una superficie di circa 73.00o mq , molto probabilmente non riuscirà ad arrivare, nei tempi ( e cioè prima del prossimo 23 aprile, data di indizione dei comizi elettorali) in Consiglio Comunale.
Una scelta saggia. (Auspicata).
Personalmente, penso che siano ancora troppe le cose da sistemare, non ultima quella
relativa alla corretta individuazione delle aree a standard da cedere all'amministrazione.
Lo so, la mia fissa: ma qui stiamo parlando di qualcosa come 26.ooo mq, che potrebbero (e dovrebbero) essere acquisiti al patrimonio comunale.
Si tratta di un'area strategica: un progetto sbagliato, potrebbe avere sul territorio effetti a dir poco devastanti, e rivelarsi una mera colata di cemento.
D'altro canto, non credo che in tempo di crisi dei consumi, differire di qualche tempo la costruzione dell'ennesimo centro-commerciale, possa recare un grande pregiudizio all'economia brianzola.
Quanto agli oneri di urbanizzazione, non andranno certo persi: li lasceremo generosamente in eredità alla nuova amministrazione.
Quindi, meglio, molto meglio meditarci sopra (anche perchè la fretta, si sa, è sempre una pessima consigliera.)
Chissà, poi, che qualche idea originale in merito, non possa arrivare, nelle more, dagli aspiranti
sindaci, consiglieri ed assessori comunali.

giovedì 22 gennaio 2009

L'Avvocato

Qui, nel bel paese, è una professione che, comporta, al più, enormi scocciature;
litigi con la farraginosa macchina giudiziaria, lunghe code in cancelleria.
Ed, ai più fortunati che riescono a districarsi ed a sopravvivere alla fecondità legislativa del nostro parlamento, può anche dare qualche soddisfazione.
Ma, purtroppo, non è così ovunque: in alcuni stati fare l'avvocato è rischioso.
E se poi tocchi certi interessi, la sentenza di condanna (a morte) porta, nel dispositivo, direttamente il tuo nome.
Come in Russia, dove regna sovrano "l'amico Vladimir".
Della serie: "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei"

martedì 20 gennaio 2009

E ai poveri del Nord? Chi ci pensa?

"In Sicilia una carta ogni 52 abitanti. In Lombardia solo una ogni 434"
Se dovessimo guardare le percentuali fornite dall’Inps sull’uso della social Card, non potremmo che gioirne.
Visto che i dati sulla distribuzione del sussidio sociale, portano a pensare che i poveri, gli indigenti abitino tutti da Roma in giù.
Peccato, però, che si tratta di un quadro che ben poco rappresenta la realtà (per rendersene conto basterebbe passare un paio di ore in qualche centro di ascolto della Caritas).
Non solo il Governo sembra dimenticare che le famiglie in difficoltà ci sono ( e sempre di più) anche in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, ma pare pure ignorare che, a parità di reddito nominale, quello " reale " è molto diverso a Milano ( o a Giussano ) piuttosto che a Canicattì. Le 500 Euro di Monza, hanno un potere di acquisto ben più limitato della stessa somma spesa a Termini Imerese.
Nessuno vuole negare i dovuti aiuti agli indigenti del Sud.
Certo, però, ci piacerebbe che ogni tanto (così, magari per sbaglio) qualcuno si ricordasse anche dei poveri del Nord.

giovedì 15 gennaio 2009

Letture .. consigliate

Volete diventare dei fini urbanisti?
O semplicemente capirci qualche cosa in quel groviglio, di normative nazionali, regionali e
comunali che, sovrapponendosi ed intersecandosi fra di loro, disciplinano l’urbanistica
attuale?
Bene, allora non potete che cominciare dalla lettura del nuovo glossario dell’Urbanistica
moderna di Alfio Sironi.
Al quale, io aggiungerei pure, un'altra voce:
aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico da cedere al Comune =
brandelli d’area. Frammenti tanto insignificanti (per le loro dimensioni) o inutili (perché soggette
a vincoli o comunque non altrimenti utilizzabili) che il privato, non sapendo bene cosa farsene,
cede, con grande generosità, all’Amministrazione.
p.s. Se è vero che, come si sente spesso dire, il linguaggio si adegua ai nuovi fenomeni sociali e
culturali, e riflette i cambiamenti della società, non c'è molto di cui rallegrarsi!

mercoledì 14 gennaio 2009

I cugini francesi

Avranno pure la puzza sotto il naso, ma di certo gli affari (almeno con noi, e purtroppo per noi) li sanno proprio fare.
Dopo la bella Carlà, si pigliano ora la nostra compagnia di Bandiera.
E pure a prezzo stracciato, grazie agli speciali saldi invernali di Berlusconi.
La stampa francese ricordandoci il grande affare che abbiamo concluso, ci piglia allegramente per i fondelli.
Non resta che consolare il nostro povero spirito patriottico, ricordando che almeno Zidane e i suoi li abbiamo fatti piangere e soffrire ai Mondiali.
Già, per forza abbiamo vinto. Allora al governo c’era Prodi (che fortunatamente per noi, non portava tutta questa “sfiga”).

La coda

Frustrante. Terribilmente frustrante. Vi è mai capito di arrivare in un posto, in un ufficio e dovervi mettere in fila, ad attendere pazientemente, il vostro turno?
A me è successo un sacco di volte (ad esempio, le notifiche dagli ufficiali giudiziari sono la
palestra ideale per chi voglia provare la tenuta dei propri nervi).
Ecco funziona più o meno così: dopo le prime tre telefonate a fidanzati, amici e clienti, e dopo aver
letto il tuo bel giornale, inizi a cercare conforto nella gente che ti circonda.
Prima ti guardi intorno.
Così, genericamente.
Poi, presa dallo sconforto, ti giri, sbuffando e scuotendo la testa, verso la Signora dietro di te, desiderando da lei, un cenno di disapprovazione per quella situazione.
Fino a quando – capita quasi sempre- arriva, bello bello, il furbone di turno che, invocando una scusa qualunque, cerca scaltramente di infilarsi, ed evitare l’attesa.
Una mossa che scatena una gamma di reazioni (insulti inclusi) e sentimenti, che vanno dalla demoralizzazione, per il sistema che non funziona, alla “incazzatura più nera” per chi ha scansato la coda.
Ecco, oggi nel vedere che il testo del decreto anti-anticrisi esclude la città di Roma - già beneficiaria di lauti contributi - dal patto di stabilità (che impone ferrei vincoli ai bilanci dei comuni), mi sento un po’ così.
In coda, con tutti i comuni d’Italia, ciascuno in attesa del proprio turno.
Mentre i romani, esattamente come quel furbetto citato sopra, infischiandosene della fila, superano gli altri, accompagnando (come se non bastasse..), la prode mossa, con una bella e fragorosa pernacchia!
E sapete quale è la sola differenza tra le due situazioni?
Che i discendenti di Romolo e Remo al posto degli improperi, si ritrovano pure la piena benedizione della Lega.

Aspettando Giugno

Bene, oggi dopo, la pausa natalizia (che, devo riconoscere, la mia forzata convalescenza
ha reso particolarmente lunga e riposante, non l’avrei mai detto … ma a questo tipo di
vita mi ci potrei pure abituare), ho firmato la prima convocazione del 2009 della
Conferenza dei Capigruppo.
E’ il segno dell’effettiva ripresa delle attività amministrative.
E, mentre almeno per il momento, sui prossimi futuri candidati sindaci tutto tace
(anche se qualche nome, sulla stampa è non solo trapelato – come quello di
Renzo Ascari, ad esempio, sul Giornale di Carate – ma anche, almeno stando
all’Esagono, tramontato (Bruno Molteni per Pdl e Lega(?), direttore sanitario
dell’ospedale di Giussano), inizia la maratona per approvare gli ultimi atti prima
del prossimo 23 aprile (data in cui, convocati i Comizi elettorali, il Consiglio Comunale
potrà adottare solo atti di ordinaria amministrazione).
Lunedì, con i capigruppo, la programmazione delle ultime fatiche, prima delle elezioni.
Oltre agli argomenti già iscritti all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio Comunale,
occorrerà concordare i tempi per l'approvazione del bilancio, e quelli per la decisione
sulle osservazioni e sull’approvazione del pgt...

martedì 13 gennaio 2009

Stop alle sospensive del TAR

Eliminare le sospensive del TAR: pare questa, secondo le ultime indiscrezioni, la nuova pensata del Ministro delle infrastrutture.
Per far ripartire l’economia e le opere pubbliche, l’Ill.mo Ministro vorrebbe abolire la c.d sospensiva, il provvedimento cautelare che i Tribunali Amministrativi Regionali (i giudici, cioè che si occupano delle controversie che vedono coinvolte le pubbliche amministrazioni) possono pronunciare, in via d’urgenza, nell’arco di qualche settimana dalla presentazione del ricorso, ove ritengano che questo sia fondato, per bloccare la realizzazione dell'opera.
Un rimedio che consente di tutelare, in tempi rapidi, l’interesse di chi si rivolge al giudice, per far valere, ad esempio, dei vizi nell'aggiudicazione dell'appalto, o delle illegittimità nella previsione dell'opera (perchè, ad esempio, viola la normativa ambientale)- provvedimenti, che a dire il vero, il TAR concede, peraltro, piuttosto difficilmente..
Se tutto va bene, non ne sentiremo più parlare, con buona pace - soprattutto - di imprese concorrenti, cittadini e ambientalisti....per loro niente più tutela immediata, al massimo li aspetta, se hanno ragione, un indennizzo, alla fine del giudizio ... o almeno questo è l'obiettivo dell'onorevole Ministro.

domenica 11 gennaio 2009

L'edilizia, la crisi ed il risparmio energetico

Si sente spesso, di questi tempi, parlare di fiducia come “antidoto” alla crisi finanziaria.
Come grimaldello per sostenere gli investimenti, e far uscire dallo stallo l’economia.
La fiducia presuppone che i cittadini, le famiglie, gli operatori, gli imprenditori possano, con ragionevole certezza, prevedere quali saranno le verosimili conseguenze delle proprie azioni.
Più certezze avrò sul mio prossimo futuro, più sarò disposto a rischiare ed ad investire.
Viceversa, i dubbi che nutro sul “domani”, sortiranno un effetto paralizzante, abbassando la soglia di rischio che sarò disposto a tollerare.
In questo quadro di forte difficoltà economica, lo Stato dovrebbe intervenire, per tranquillizzare e rassicurare cittadini ed operatori, offrendo loro solide certezze.
Purtroppo, ancora una volta, la politica italiana dimostra tutta la propria incapacità.
Prendiamo, ad esempio, il settore del recupero edilizio e del risparmio energetico (con tutti i suoi annessi e connessi, non solo economici - il relativo indotto - ma anche ambientali).
Supponiamo che io voglia ristrutturare casa, o che, da persona attenta all’ambiente, decida, al fine di migliorare la tenuta energetica del mio appartamento, di sostituire gli infissi della mia abitazione o di rimpiazzare la mia vecchia caldaia con una a condensazione (con la conseguente messa in opera dell’intero sistema).
Oppure, dovendo ristrutturare il mio immobile, decida di posizionare pannelli solari per produrre acqua calda.
Vado dal mio architetto, dal mio geometra, dal rivenditore, dall’idraulico e scopro (nel caso non lo sapessi già) che grazie ad una previsione introdotta dalla Legge Finanziaria del 2007 ( L 27 dicembre 2006 n. 296 e poi prorogata dalla legge 28 dicembre 2007, n. 244 - la finanziaria 2008) posso beneficiare, per questi interventi, di una detrazione fiscale del 55% . Basta presentare le pezze giustificative.
Faccio due conti “è vero che ho il mutuo trentennale da pagare, …. ma c'è lo sgravio fiscale”
Quindi, ci posso provare .. ed il bonus è assicurato.
Insomma, posso pensare di fare quegli interventi certo più costosi, ma di qualità perché so di poter poi beneficiare della detrazione.
Ora, invece ipotizziamo che quello stesso geometra, architetto, rivenditore, idraulico mi dica che io potrei pure decidere di realizzare l’intervento (lui me lo consiglia, perché risparmierò, in futuro; inquinerò meno, farò del bene all’ambiente, avrò bollette più leggere), ma, al contempo, mi avvisi, che per poter beneficiare della detrazione:
  1. dovrei inviare all’agenzia delle Entrate, in via telematica un’apposita istanza;
  2. sperare di avere un sistema informatico più veloce degli altri o pregare che i soldi stanziati non siano ancora finiti ..... l'istanza verrà, infatti, esaminata dall 'Agenzia delle Entrate secondo l'ordine cronologico di invio (in sostanza, chi prima arriva meglio alloggia, indipendentemente dalla qualità dell’intervento);
  3. sperare che l’istanza venga vagliata perché, se entro 30 giorni dalla sua presentazione, non mi arriva da parte dell'Agenzia delle Entrate un'esplicita comunicazione di accoglimento, ho bel che perso la possibilità di fruire del bonus.

Secondo voi, come é prevedibile che si comporteranno, a questo punto, tutte quelle famiglie che navigano in acque un po' agitate?

E che effetti, si avranno, su larga scala nel campo del recupero edilizio “di qualità”, che, andrebbe invece potenziato (così magari evitiamo di consumare nuovo suolo)?

Ecco, nella risposta a questa semplice domanda, troverete la sintesi degli effetti del perverso meccanismo del silenzio-rigetto (applicabile, in via retroattiva, pur con dei temperamenti ...anche se tale disposizione pare già modificata in fase di conversione) e del tetto di spesa introdotto da Governo lo scorso novembre con il DECRETO-LEGGE n. 185 (Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale) in questi giorni al vaglio della commissione bilancio per la sua conversione.

Speriamo, negli emendamenti!

mercoledì 7 gennaio 2009

Donna Letizia, il sale!

Le avessero, in gioventù, i suoi corteggiatori cantato “Fatti mandare dalla mamma a prendere il sale”, forse Donna Letizia si sarebbe ricordata, nei giorni scorsi, sentendo le previsioni metereologiche, di andarlo a comprare.
Ma così non è stato: ed oggi Milano, è sprofondata oltre che in un bianco manto di neve, anche nel caos più nero.
Traffico in tilt, mezzi pubblici a rilento, processi penali sospesi per la materiale impossibilità di trasportare al Palazzo di Giustizia gli imputati.
Tutto bloccato.
Tutto in stand by, tranne le scuole.
Già, perchè mentre agli studenti dell'hinterland Milanese l'Assessore provinciale all'Istruzione Barzaghi ha regalato un ultimo scampolo di vacanza (considerati i problemi di mobilità connessi all'eccezionale nevicata, ha, infatti, annunciato a sindaci e dirigenti scolastici la sospensione delle lezioni nei giorni 8 e 9 gennaio 2009) a Milano, l'intransigente ex Ministro all'Istruzione, ha imposto l'apertura delle scuole (per quei fortunati, che riusciranno, senza problemi, ad arrivarci).
E di fronte alla critiche che le piovono addosso da ogni parte, la Prima Cittadina si difende: che volete che vi dica non è certo colpa mia se manca il sale.
E come darle torto, la Moratti fa il Sindaco, mica il cuoco!

martedì 6 gennaio 2009

Tempi di magra. Si. Ma non per tutti.

Di certo non per gli amici degli amici.
Per loro il Parlamento ha, infatti, appena allestito un succulento banchetto.
Già perché grazie ad una legge approvata qualche giorno prima di Natale, ( la 201 del 22 dicembre 2008, di Conversione del decreto-legge dello scorso ottobre) Comuni, Province, Regioni saranno ora libere di assegnare, alle ditte a loro più gradite, i lavori pubblici che non superino l’importo di 500.000 euro, senza sottostare ai lacci e laccioli delle procedure di gara.
La norma appena entrata in vigore alza, infatti, da 100 a 500.000 euro la soglia massima per poter ricorrere alla c.d. trattativa privata, un metodo di scelta del contraente che attribuisce alle amministrazioni pubbliche un’ampia discrezionalità nella gestione dell'iter di affidamento del contratto di appalto, nella scelta delle imprese con cui trattare, nelle modalità di valutazione delle offerte.
Un procedimento in deroga” al regime della gara (il sistema che assicura, viceversa, maggior trasparenza): e per tale ragione da sempre considerato residuale, cui ricorrere solo in via eccezionale ( e, comunque, per importi limitati. La soglia precedente era fissata in 100.000,00 euro).
Da oggi, invece, grazie ad una disposizione, inserita, come si dice con “non scialance”, in una leggina di 4 articoli, si consente a comuni, province e regione di scegliersi le ditte con cui trattare, di invitarle a presentare l’offerta e, infine, di decidere quale è quella che presenta le migliori condizioni economiche.
Unico vincolo: rivolgere l'invito “a pranzo”, che sarà pagato con il sonante denaro del contribuente, ad almeno cinque soggetti, a patto che – precisa la norma - sussistano aspiranti idonei in tale numero!
Mentre una nuova tangentopoli sembra scuotere dalle fondamenta il (già mal ridotto) sistema politico italiano, al Governo, con tempismo degno del più fine statista, per combattere la dilagante corruzione, viene niente po' po' di meno che la geniale idea di introdurre una norma che, anzichè potenziare, riduce controlli e trasparenza proprio nel settore degli appalti pubblici, il più succulento ed appetitoso.
Chiaro che, in questo modo, non potrà che aumentare il rischio delle infiltrazioni mafiose nell’affidamento dei lavori. (500.000,00 euro, non sono certo bruscolini).
Verrà dato nuovo spago ai Romeo di turno ed ai furbettini del municipio.
Mafia e ‘ndrangheta si staranno già leccando i baffi, al solo pensiero della grossa fetta di mercato dei lavori pubblici di cui si sta parlando (circa 2,6 miliardi di euro).
A questo punto, l’unica speranza sarà veramente rappresentata dal controllo della magistratura.
Almeno fino a quando – e, purtroppo, non sarà tra molto - il Governo non vieterà l’uso delle intercettazioni telefoniche!

domenica 4 gennaio 2009

Almeno 500

Tanti, sono, secondo i dati ufficiali i morti a Gaza.
87 di loro erano solamente bambini.
Oltre 2.400 i feriti.
Tremila - in soli nove giorni – le vittime dei missili di Hamas e della pesante controffensiva israeliana.
"Grazie" all'operazione "Piombo Fuso" - onomatopea quanto mai azzeccata, che non trova univoche interpretazioni neppure nel mondo politico - in questi giorni, in queste ore che avrebbero dovuto essere per tutti di festa e di pace, oltre 500 famiglie stanno disperatamente piangendo la morte di un figlio, di un fratello, di un padre, di una madre, di una moglie...
Non per essere pessimista (non lo sono di natura), ma se è vero che il giorno, si vede dal mattino, il 2009 non promette nulla di buono ...

giovedì 1 gennaio 2009

Buon 2009 a tutti

Lasciato alle spalle, il 2008 anno bisesto (secondo il detto popolare “anno funesto”),
eccoci entrati nel 2009.
Tanti i propositi, le speranze ed i progetti che, affastellandosi e sovrapponendosi, nella nostra mente hanno atteso con gioia e ottimismo lo scocco della mezzanotte.
Peccato però. Peccato, che in alcune parti del nostro paese, i festeggiamenti, la foga usata per allontanare lo spettro dell’anno trascorso ed accogliere il nuovo, lasci dietro di sé una scia infinita di morti e feriti, degna del peggiore bollettino di guerra.
Bhò, chissà quando riusciremo ad imparare dai nostri errori!
Magari il 2009 sarà l'anno giusto.
Auguriamocelo di cuore.