sabato 15 dicembre 2012

Esiti: Di Stefano tallona Ambrosoli

Ambrosoli 92 voti; Di Stefano 83; Kustermman 29.
Il candidato voluto dall'apparato Ambrosoli, distanzia di poco l'erETICO Di Stefano..... peccato  ci sia stato così poco tempo....
Un grazie a chi, sfidando il freddo, si è recato al seggio.

martedì 11 dicembre 2012

Sei ottime ragioni per andare a votare il 15 dicembre e per votare Andrea Di Stefano


  1. 1- … perché vorrei guardare al futuro, evitando di riavvolgere – ancora una volta- il nastro della storia e far ripartire la pellicola della Brianza e della Lombardia dall'anno del Signore 1994. 

    2- …perché Andrea è un candidato etico. La Lombardia e la Brianza hanno bisogno di esempi di politici virtuosi. Di politici

    ici che rimettano il perseguimento del bene comune e la legalità al centro del loro operato. Perché vorrei che Giussano venisse ricordata per l’eccellenza dei suoi manufatti artigianali, e non per le inchieste giudiziarie e le cosche dell’andrangheta locale.


    3- …..perché Andrea Di Stefano è un candidato completo. Un candidato con competenze a 360 gradi.
    Che presenta un programma chiaro e dettagliato, che abbraccia tutti i settori del nostro vivere: dalle politiche sanitarie ed ambientali, a quelle sociali, ed economiche. Che ha come capisaldi la difesa dei beni comuni, del territorio la legalità e la trasparenza. Perché non ”abla” di ambiente. Ma conosce bene i problemi del consumo di suolo, dei rifiuti delle rinnovabili, dell’inquinamento. (Perché con lui, la Kustermann, che stimo e che trovo estremamente preparata nel campo della sanità, potrebbe essere un ottimo assessore alla partita).
    Completo perché conosce bene l’intera Lombardia. Da anni gira per i nostri territori in lungo ed in largo, confrontandosi con associazioni e gruppi di cittadini.
    Sa bene, quindi, che la Lombardia non è solo Milano. Che i problemi della Brianza non sono quelli della città di Sant’Ambrogio (che i problemi, ad esempio, della mobilità in provincia non sono gli stessi che ci sono sotto la Madonnina) Sa bene che ogni territorio ha bisogno di una precisa risposta alle proprie istanze.

    4- …. perché Di Stefano è un eretico. Non è il candidato dei loft di partito. Non è stato imposto dall’alto. Non vive nei salotti della "Milano bene," ma ama il contatto con le persone. Quelle in carne ed ossa (è l’unico dei vari candidati cui ho mandato una mail che si è degnato di rispondermi…. ….prova del 9 dell’attenzione alle persone…)

    5- .. perchè Andrea Di Stefano è in grado di meglio rappresentare la discontinuità rispetto al passato. E' un candidato, libero. Non è zavorrato dal fardello di quelli che a volte ritornano…E di quelli che di andarsene non ne vogliono sentire parlare. E’ noto che la dirigenza lombarda del pd (ed a quanto mi è dato capire anche quella di sel) ha fatto quadrato intorno alla candidatura di Umberto Ambrosoli .
    Una candidatura di tutto rispetto (Per l’amor del cielo) 
    Sul cui carrozzone, però, sono già saliti i vecchi volponi della politica lombarda. Della seconda – e…non ne sentivamo veramente il bisogno - pure della prima. Smanettando su internet e guardando un po’ attorno si scopre che a favore delle primarie civiche si sono schierati vecchi big della classe 36 e 40 (incluso qualche "pentito" del Governo Berlusconi, come La Malfa). Qualcuno dell’Api addirittura le primarie non le voleva neppure.

    6…. perché la prossima volta che il commercialista mi manda l’F24 da pagare, mi piacerebbe (nello schiacciare i tastini della mia home banking) pensare che i frutti dei mie sacrifici, delle domeniche passate in studio, delle cene e dei pranzi saltati per lavorare, vadano a compensare adeguatamente il lavoro di chi si adopera per tutelare l’ambiente nel quale vivo; di “politici di professione, seri e preparati alla Weber”; mi pacerebbe che gli introiti di iva, imu, irap, ritenuta d'acconto -  tutte le tasse e le imposte che  in un paese civile è giusto pagare - vengano usate per fornire servizi scolastici alle generazioni del futuro; per prestare le adeguate cure sanitarie a chi ne ha bisogno; per pagare la pensione di mia mamma, per fornire il giusto sostegno a chi è in difficoltà.

    Vorrei per una volta essere contenta di dare il mio obolo allo Stato, sapendo che non andrà ad ingrassare gli amici degli amici; che non verrà usato per favorire un gruppo di interesse né per mantenere parassiti che hanno bisogno di essere iscritti al libro paga della politica visto che altrimenti non saprebbero come arrivare alla fine del mese…

domenica 9 dicembre 2012

Io voto di Stefano

 
Il 15 di dicembre si vota per le primarie lombarde. Il popolo del centro sinistra potrà scegliere il candidato alla presidenza della nostra regione. Tre i nomi ai blocchi di partenza Umberto Ambrosoli il figlio dell'Eroe Borghese, la ginecologa Alessandra Kustermann ed  Andrea Di Stefano economista direttore della rivista valori.
Certo la data non aiuta la partecipazione democratica.

Troppo vicina alle primarie nazionali. Troppo prossima al Natale, concede un tempo eccessivamente limitato per poter consentire di conoscere i candidati.

Un  tempo ridotto che, chiaramente, penalizza gli outsider. Ovvero Alessandra Kustermann ed Andrea di Stefano che non potranno beneficiare del tentacolare apparato, diffuso sul territorio,  del pd e di sel. La dirigenza dei partiti si è, infatti, schierata con  Ambrosoli.  

L’avvocato Milanese (così si legge sulla stampa) ha incassato poi il pieno appoggio non solo dell’Api (per la nota senatrice brianzola Emanuela Baio Ambrosoli è talmente autorevole che le primarie non servono neppure) ma anche dei big della prima repubblica. (incluso qualche  "pentito" del Governo Berlusconi, come La Malfa).
La partita sembra data, quindi, per chiusa. 
Ed il fatto che tutto l'establishment si sia schierato con il cavallo vincente, né è implicita conferma.  

Io ho deciso che voterò Andrea Di Stefano.  
Un candidato che non vive nei salotti della "Milano bene," ma che conosce  – perché lo ha girato in lungo ed in largo – tutto il territorio Lombardo.   
Che si presenta con un programma chiaro che ha come capisaldi la difesa dei beni comuni, la legalità e la trasparenza. Che pone attenzione al welfare ed ad un’economia responsabile e solidale.  
Che dice stop al consumo di suolo. Che propone  un piano socio-sanitario di riorganizzazione regionale, che rappresenti  una decisa inversione di tendenza del modello Formigoniano....

E soprattutto che non è zavorrato dal fardello di quelli che a volte ritornano…e di quelli che di andarsene non ne vogliono sentire parlare......

martedì 27 novembre 2012

Le primarie. La risposta politica all'anti -politica



Le primarie di domenica hanno decretato il trionfo di Renzi.
Il Sindaco di Firenze, piaccia o non piaccia, ha ottenuto una valanga di consensi. 
Molti di più di quanti i dirigenti del pd se ne aspettassero.
E la sua vittoria è avvenuta soprattutto nelle regioni tradizionalmente rosse.   
Il grande successo del rottamatore nei feudi di Fioroni e Sposetti, si commenta da solo. 
Il messaggio è forte e chiaro: qui della nomenclatura, degli uomini di apparato i democratici ne hanno a sufficienza. 
La gente, quella in carne ed ossa, che non vive nei salotti della politica; il popolo rosso messo in ginocchio dalla crisi e dai terremoti è "incazzato". E visto che, per tradizione, è meno propenso all'astensionismo dell'elettore di centrodestra, ha deciso di  dare uno scossone alla dirigenza. 
E lo ha fatto andando in blocco a votare. Versando pure le 2 euro (che in tempi di crisi, per chi vive con 800 euro al mese, non sono certo pochi...)
Fossi in Bersani, mi tremerebbero i polsi.
L’affermazione al ballottaggio del Segretario – così certa alla vigilia delle consultazioni- pare tutt’altro che scontata.
 E se vorrà  vincere. Se vorrà convincere “la base” a ridargli fiducia, dovrà, da subito, dare segni di forti novità. Come dire, non basta più la solità pennellata di bianco su muri incrostati.......

La voglia "di cambiamento "   che emerge dalle recenti consultazioni non può non essere un monito per le prossime consultazioni Lombarde.
Le primarie “Civiche”,   l’abbandono in corsa di Pizzuz e Biscardini, l'imposizione dall'alto del figlio dell'Eroe Borghese, Umberto Ambrosoli che correrrà accanto alla ginecologa  Alessandra Kustermann, ed al noto economista Andrea Di Stefano hanno lasciato l'amaro in bocca a più di un elettore. 
Perché non basta un volto nuovo , se poi questo si trascina dietro - come  un pesante fardello - il vecchio apparato, spinto dalle stesse bieche logiche di partito.
L'operazione che ha portato a scegliere Ambrosoli, è piaciuta poco alla base, che ormai - lo si è visto- utilizza le primarie  (al di là del competitore del momento) per scuotere (ed ove possibile levarsi dai piedi) la vecchia classe dirigente...



venerdì 16 novembre 2012

Ho deciso. Io voto Puppato.

Domenica 25 novembre andrò ai seggi del PD. 
E lo farò per votare la donna che il Partito Democratico voleva invisibile. E la scelta, sia chiaro, non ha nulla a che fare con la solidarietà femminile.

domenica 11 novembre 2012

PD. Come portare un partito al suicidio.



Il pd rischia l’ennesima brutta figura, aggiungendo errori su errori che rischiano di stufare quel poco di elettorato (in termini assoluti, e non relativi…) che ancora gli è rimasto.
Ufficializzata la candidatura di Fabio Pizzul e della Kustermann per la corsa al Pirellone, le primarie lombarde rischiano di essere affossate  dalla discesa in campo di Umberto Ambrosoli. L’avvocato Milanese presentato al grande pubblico come “il figlio di Giorgio. L’Eroe Borghese”.
Il quale, ha già fatto sapere, che di primarie  non ne vuole sentire parlare.
Ora, premesso che non conosco  Ambrosoli (per cui non potrei parlarne  bene, né tantomeno male) mi pare evidente che se la dirigenza del PD decidesse di puntare su di lui, senza passare per le forche caudine delle primarie, ne indebolirebbe  la candidatura.
In primo luogo perché farebbe girare, per dirla alla Montalbano, notevolmente  i “cabasisi” a buona parte del suo possibile elettorato. Me inclusa. 
E così il famoso popolo delle primarie il giorno delle elezioni regionali potrebbe decidere (ed a ragione) di disertare le urne, riproducendo in terra di lombardia i numeri bulgari dell’astensionismo siciliano oppure consegnando la regione più ricca di Italia all’ anarchico show man Grillo.
In secondo luogo, l’avvocato Ambrosoli  (persona per quanto ne so, sicuramente di pregio) partirebbe con l’handicap di essere, seppur sotto diverso profilo, espressione della nomenklatura.  
Della classe politica di sempre, mummificata ed autoreferenziale, che degnandosi  per qualche secondo di scendere da Marte - nell’estremo tentativo di sopravvivere alla ghigliottina delle consultazioni - si accinge bellamente a ripetere,  l’operazione di maquillage pre-elettorale cui siamo ormai tristemente abituati.
Un restailing che nel 2008 - nominando legislatori le fedeli segretarie di partito ed i rampolli di ricchi industriali - ha portato in Parlamento le Madia, i Calearo ed i Colaninno. Scialbe figure oggi inghiottite dall’oblio.
Un’operazione di chirurgia estetica con la quale, nell’Italia travolta dagli scandali giudiziari, i partiti di destra e di sinistri, cercano di ripulirsi la faccia, trincerandosi dietro la sagoma  della “persona per bene” ,  sul cui carrozzone ritroveremo i politicanti (perché il “politico” è altra cosa) di sempre.
Se è vero che la società civile rappresenta una componente fondamentale della politica (io ne provengo, non avendo mai avuto in tasca tessere di partito), è altrettanto vero  che non basta “essere “ brave persone per pretendere di assumere ruoli di governo.
L’integrità morale è condizione necessaria, ma non sufficiente per chi voglia gestire la res publica. 
Occorrono competenza ed esperienza.  Il rischio, altrimenti, è di passare per "l'utile idiota".
Terzo errore. Il pd sta presentano Ambrosoli  come il Salvatore della Patria. 
Ora, a parte il fatto che il popolo di (veri o presunti) uomini della provvidenza ne ha piene le tasche (l’ultimo, dopo averci reso ridicoli agli occhi di mezza Europa, ci stava conducendo nel baratro, con le sue olgette ed olgettine. ) non penso che l’Avvocato Milanese possa da solo cambiare i connotati della classe politica Lombarda (che per inciso, a sinistra come al centro, non sognano che la Sua candidatura per far rinascere qualcosa che si avvicini il più possibile alla grande balena Bianca, nella quale riesumare i nostalgici della prima e della seconda repubblica).
Solo un Governatore, in grado di circondarsi di una squadra di persone serie e capaci può cambiare rotta.
Quarto errore: enfatizzare il suo "essere figlio" di Giorgio, l’Eroe Borghese mi pare controproducente. In questi tempi di scandali, di parentopoli e di raccomandati, il popolo decisamente poco gradisce gli unti del Signore, imposti al volgo per  “diritto di nascita”.
Mi auguro che la dirigenza del Pd, per una volta, scelga coraggiosamente la via della chiarezza.
Ed allora ben vengano le primarie! Cosa potrebbe rianimare una democrazia rappresentativa agonizzate più di una competizione seria e leale tra persone di altissimo profilo morale? 
Chissà che l'ingresso  nell'agone  politico di Pizzul, Ambrosoli, della Kustermann non riavvicini fette  e forze provenienti dalla società civile alla politica ....
Ma forse è proprio questo che la vecchia guardia teme ...

giovedì 13 settembre 2012

Giussano, nuovi arresti...

chissà perché ma la notizia non mi stupisce...
Siamo solo alla punta dell'iceberg ...

giovedì 2 agosto 2012

Le olimpiadi … grande lezione di vita.


Un secondo. Un minuto. Un tuffo. I cento metri. Un ‘ora. Sessanta chilometri. 
Un unico adrenalinico istante  (più o meno lungo)  nel quale l'atleta si misura con se stesso. Con le sue capacità. I suoi sacrifici . I suoi allenamenti. Il suo essere eccellenza.
Se vinci entri nell'Olimpo. Se manchi il traguardo, precipiti nella termopili dei perdenti. 
Quello che più mi affascina delle Olimpiadi è l’idea stessa  “del verdetto". L'ossimoro "vittoria e  sconfitta". Non ci sono se e ma. Vinci o perdi.
O guadagni l'alloro o getti  alle ortiche ore di allenamenti e sacrifici. Tertium non datur. 
Senza alibi, o scuse. 

L’atleta risponde. Sempre. Comunque. In tempo reale. Ed in prima persona.


Una bella lezione quella delle Olimpiadi. 
Uno "stile" cui forse dovrebbe ispirarsi la politica italiana. 
Fatta - per nostra sfortuna - da una classe dirigente che non paga mai per i propri errori.
Che, anche grazie (ma non solo ), al porcellum è sempre ben salda sui propri scranni.
Che si autorigenera, come un cancro inestirpabile. Che arriva a definire chi ruba milioni di euro un povero capo espiatorio. ...
Che fa sempre pagare ad altri, i propri conti...

domenica 10 giugno 2012

Auguri al Nuovo Assessore all'Urbanistica

Si è insediato ieri il Consiglio Comunale di Monza. Inizia l'era Scanagatti.
Faccio i miei migliori auguri di buon lavoro all'Avv. Claudio Colombo, assessore all'Urbanistica della nuova Giunta Monzese. Di lui - dicono i giornali - si sa poco.
Ed allora mi permetto di scrivere io qualche cosa in merito ...

Ho lavorato nel suo studio per quasi dieci anni. Quello che professionalmente ho imparato, lo debbo ai suoi insegnamenti.
Oltre che un professionista capace, serio e competente, l'Avv. Colombo è persona estremamente  corretta (ricordo, che durante il colloquio propedeutico la pratica, saputo che ero consigliere a Giussano, verificò di non avere incompatibilità con il mio Comune).
E generosa (Negli anni della mia Presidenza del Consiglio Comunale, ho potuto colmare grazie al suo appoggio professionale, le lacune dovute alla mia inesperienza.)


Molti post di questo blog, sono frutto della sua intuizione.
Da anni mette le sue capacità professionali a disposizione - gratuitamente - delle iniziative volte  a tutelare il nostro territorio (una per tutte: ha collaborato con Legambiente alla stesura della Legge di iniziativa popolare contro il consumo di suolo).
Credo, che Monza.... sia in  ottime mani!
Buon lavoro!

venerdì 8 giugno 2012

Non vivo di politica.


La polemica lissonese mi ha decisamente stufata. 
Questa e’ la e_mail che ho ricevuto la mattina del 26 maggio, dopo l’incontro voluto dal Sindaco Concetta Monguzzi.
Incontro durante il quale la neo Sindachessa  ha espressamente chiesto il mio apporto alla sua Giunta.
Ognuno tragga le sue conclusioni.
Per me la questione finisce qui. Ho un lavoro che mi aspetta.




-------- Messaggio originale --------
Oggetto:
comunicazioni
Data:
Sat, 26 May 2012 08:10:23 +0200
Mittente:
conce
A:
Renzo Perego , E Talarico , marino nava , "'Anny Mariani A.'" , giovanni angioletti , "d.colnaghi@tiscali.it" , avv.emanuela.beacco@gmail.com, roberto galbiati
CC:
alberto fossati , tino basile , zagari antonino

ciao a tutti,
il 1 giugno alle ore 20,30 è convocato il primo Consiglio Comunale di
insediamento.
Devo comunicare la Giunta entro lunedì.
Ho accelerato i tempi perchè ci sono delle urgenze importanti; ieri sono
anche venuta a conoscenza di un episodio grave, un incidente capitato ad
un bambino a scuola in cui l'Amministrazione è coinvolta. E' quindi
tempo che l'Amministrazione si renda attiva e responsabile, insediandosi.
Ho avuto un colloquio con l'Avv. Beacco e sono convinta che è la persona
che ci serve.
Questa infine è la Giunta che intendo insediare (nomi e deleghe principali):
Renzo Perego, Presidente del Consiglio Comunale (carica elettiva)
Monguzzi Concetta -  ...
Elio Talarico - ...
Marino Nava, vicesindaco - lavori pubblici
Roberto Galbiati - attività produttive
Anny Mariani - politiche sociali
Giovanni Angioletti - ...
Domenico Colnaghi - bilancio
Emanuela Beacco - politiche territoriali

In questo week end ho moltissimi impegni istituzionali, posso solamente
incontrarvi domenica sera per definire le deleghe agli Assessori . 
Fatemi sapere la vostra disponibilità.
Ciao,
Concetta


lunedì 4 giugno 2012

Farò querela.





Ho conferito sabato mattina formale mandato al mio legale, l’avv. Alessandro Meregalli, di procedere penalmente nei confronti di chi ha infangato nei giorni scorsi la mia reputazione. 
Pare infatti che, qualche ora dopo la conferma della mia nomina ad Assessore, sia iniziata a circolare una graziosa voce che, pescando nel torbido, vorrebbe farmi passare per signorina di facili costumi in balia di amanti senza scrupoli che mi userebbero - ahimè povera tapina- per curarne i personali interessi.

Francamente, non so se sia  peggio sapere da terzi di  essere l’amante di un uomo con cui (biblicamente parlando) non si è mai giaciuto o riscoprirsi, come ai tempi dell’impero romano, il burattino del macho di turno.
Secondo il galantuomo in questione rientrerei nel rodato schema berlusconiano delle “danzatrici di burlesque”. Rispetto alle donne di Silvio, sarei solo più vecchia. E decisamente più stupida.
La maggiore età l’ho infatti passata da un pezzo. Ed almeno le Minetti di turno si sono fatte sistemare in Parlamento.Come dire, cornuta e mazziata.

Devo  innanzitutto dire al mio diffamatore che non brilla per originalità: a screditarmi con la storia dell’amante, qualcuno ci provò nel lontano 2002, quando all’interno del Parco valle Lambro osai sfidare gli equilibri costituiti e presentare un esposto per salvare quel bellissimo complesso monumentale che è la Rotonda di Inverigo. Ma visto che ai tempi ero considerata ancora, politicamente parlando, piuttosto innocua, la voce si spense tra le quattro mura del Parco.

Dal momento che qui, stiamo parlando di urbanistica lissonese, e gli interessi in ballo non sono certo bruscolini, il venticello della calunnia si è rapidamente sparso ovunque fischiando, addirittura, nelle orecchie di una delle mie prime educatrici dell’azione cattolica.

Insomma da brava ragazza dell’oratorio, mi ritrovo oggi coinvolta nel sexy gate lissonese.
La cosa interessante, dal punto di vista sociologico, è che la mia metamorfosi da paolotta Bindiana a femme fatale  “border line” pare direttamente proporzionale all'affermarsi della mia visibilità politica e della mia marcata opposizione al maschile ceto dominante.

E già. Finché,complice la giovane età e l’inesperienza, sono stata buona buona, ero per tutti una simpatica ed estroversa ragazza d’oratorio. L’affidabile baby sitter cui lasciare i propri bambini.
Quando ho iniziato ad assumere posizioni di rottura con la mia maggioranza, proprio su temi urbanistici - correva l’anno 2007/2008 - gli uomini più acuti ed esperti in materia collegarono le “mie ostinate posizioni” alla mancanza, per usare le parole di Elio, “di carro”.
Dopo la spaccatura consumatasi sul centro commerciale di Giussano, oggi in procura, (correva l’anno del signore 2009), i leader del centrosinistra locale imputarono la mia fuoriuscita da Giussano Democratica alla smisurata ambizione che mi logorava, acutizzata da una certa dose di “pazzia” che mi portava a vedere i santi del Paradiso.
Non molto tempo fa, mi è stato anche  affibbiato il gentile epiteto di Sibilla sputaveleno. Sul veleno non so. Sulle visioni non hanno invece sbagliato del tutto, dal momento che un Santo - quello di San Vittore - in lontananza per qualcuno l’avevo pure visto…

Dopo dieci anni di militanza, da asessuata della politica giussanese (pare girasse anche questa voce), eccomi alle prese con il  personale scandalo gossipparo.

Non c'è dubbio. Ho fatto decisamente carriera: perché si sa, in politica,  il carisma di un uomo viene misurato dalle cariche e dai riconoscimenti che riesce ad ottenere, quello di una donna dai graziosi complimenti  che riesce a collezionare.

Le infamanti accuse, le badilate di fango gettate addosso alla mia persona, non sono che  l’ennesima riprova di un sistema politico (senza destra e sinistra), maschilista, retrogrado e reazionario, che utilizza la donna a proprio uso e consumo. 
Che la pone come bandierina, quando deve dare all’elettorato una parvenza di democrazia.
E che, con altrettanta facilità, la degrada a "poco di buona", se ribelle alle logiche del maschio dominante.

Non molto tempo fa, il massimo leader di questo sistema infamante, arrivò a definire, un cancelliere europeo, solo perché donna, "una culona inchiavabile".
Qualche mese fa, un'altra aquila dell'italica politica, la Santanchè, definì Nilde Iotti …come la Minetti.

Spiace purtroppo constatare, come alla generale regola della denigrazione, non sfugga neppure il Partito democratico, disposto ad accogliere nel suo grembo solo le donne o ragazze - immagine che non offuscano il maschio del momento...

Per te, Donna non rieducabile.



Niente nomina. E soprattutto, niente politica.
Ecco il conto che il Partito Democratico  di Monza e Brianza ha deciso di presentarmi per le posizioni assunte nel 2009 sull’”affare” outlet e sull’urbanistica giussanese; per aver ricordato che l’ex Sindaco Franco Riva, coinvolto nello "scandalo Ponzoni", ha  governato per dieci anni con il centrosinistra a Giussano.
Per aver rubato qualche voto al Candidato Elli  presentandomi, alle ultime elezioni, nella lista civica di Ettore Trezzi. Per aver accettato  il ruolo tecnico di presidente della Commissione PP1 con la nuova amministrazione capeggiata da Gian Paolo Riva, che rischia alle prossime amministrative il plebiscito..…
Il conto, per non essermi  piegata alle logiche di partito.


La notizia è  di dominio pubblico: a nomina ormai certa, la carica di Assessore all’Urbanistica di Lissone è andata a Maria Corigliano. Tirata fuori dal cilindro in zona cesarini, la Corigliano è un ingegnere di  63 anni che proviene da Monza. L’ing. Corigliano ha fatto l’assessore a  Muggiò qualche anno fa con la giunta di centrosinistra di Carlo Fossati.
Ci accomunano il 1975. Per me l’anno di nascita. Per Lei quello della laurea. Il fatto di essere donne. La qualifica di “tecnici fuori porta” che masticano l’urbanistica.

Ci differenzia - lo svela google - la lunga militanza politica.
Al contrario di me "donna non rieducabile", il nuovo assessore pare in piena sintonia con le logiche di partito.
Il curriculum  svela il fin troppo evidente tentativo di trovare, in limine litis, una candidata che potesse – età anagrafica a parte-  figurare, agli occhi dell’opinione pubblica,  come mia equipollente in modo tale da far passare senza troppo polemica l’operazione di epurazione in perfetto stile sovietico.

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Usata all’occorrenza  (quando si trattava di dare una parvenza di rinnovamento al PD) quale giovane e donna di belle speranze, sono stata, per l’ennesima volta, sacrificata sull'altare delle logiche di partito.
Oggi come nel 2009, all’epoca dell’uscita da Giussano democratica. Oggi come del 2006, quando prima il pd mi chiamò per partecipare alle primarie e poi mi scaricò, senza neppure troppe scuse, perché il mio posto doveva andare alla senatrice  Emanuela Baio.
Ed allora indignata di fronte all’ipocrisia di un  partito che a parole si dichiara attento ai giovani ed alle donne, ma che in realtà tutto vuole, fuorché il cambiamento, non resta che rivolgere il mio ultimo appello al leader brianzolo dei rottamatori.


Caro Civati,
chiedo a te, paladino delle primarie, portavoce del nuovo, fautore di una politica diversa che rompa gli schemi da pravda sovietica, di volermi prendere come emblema della necessità di rottamare un partito gerontocratico, che sacrifica alle ripicche personali, ai veti incrociati, ed alla politica autoreferenziale chi ha il coraggio di alzare la voce per denunciare un sistema mummificato che si alimenta di ipocrisia e  connivenze. Chi non si piega alle logiche del potere, ma crede che il “vaffa” di grillo non sia la sola alternativa alla attuale dirigenza politica.

Ti chiedo di fare chiarezza. Di prendere pubblicamente le mie difese denunciando come si sono svolti i fatti. Di chiarire chi e perché “mi ha fatta fuori”. Di denunciare chi, tanto influente, ha potuto mettere nell’angolo il povero pd lissonese che pur vedeva in me la donna del cambiamento, quella capace di “gestire la patata bollente dell’urbanistica cittadina”. Chi sapeva ed ha taciuto. Chi avrebbe dovuto intervenire e non lo ha fatto.
Ti chiedo, perché so che ne hai il potere, di rendermi giustizia.


NB: Ritengo importante chiarire che allo sgambetto sono del tutto estranei tanto il  rappresentante del  pd Lissonese Elio Talarico, quanto altri esponenti della maggioranza del neosindaco Monguzzi che hanno portato avanti la mia candidatura (nella fattispecie, Roberto Galbiati). Ad entrambi- che tanto hanno lavorato in questi anni per poter arrivare alla meritata vittoria di coalizione- oltre alla mia incondizionata ed assoluta stima, vanno i miei  pubblici ringraziamenti per aver avuto il coraggio di pensare a me “come alla persona del cambiamento” della politica del mattone Lissonese. Un po’ meno generoso il mio giudizio sul neo-Sindaco, Concetta Monguzzi, dalla quale mi sarei aspettata maggiore decisionismo. Ma capisco l’imbarazzo di chi, acerba di esperienza politica, si trovi improvvisamente a dover gestire situazioni difficili. Prima di esprimere giudizi ritengo sia giusto vederla all’opera…per Lei  “una sospensione condizionata della pena” .

venerdì 20 gennaio 2012

Franco Riva, il parente scomodo del Centro-sinistra

Luca 6,41-42: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo ?"
Sul sito del pd di Monza, come in altre dichiarazioni di noti esponenti politici di sinistra,“Ponzoni, Brambilla, Riva", oggi sottoposti a misure cautelari, vengono qualificati come il"tris di potere centrodestra di MB”
Ora, se è vero che gli esponenti arrestati, sono quasi tutti riconducibili all’area pdl, nessuno pare ricordarsi che Franco Riva, ex sindaco del comune di Giussano ha guidato per ben dieci anni una coalizione con al suo interno una lista civica di centro sinistra. “Giussano Democratica"
Una lista di matrice ulivista che per due lustri ha portato in dote all’Ex sindaco, ora agli arresti domiciliari, 5 consiglieri e tre assessori, un presidente del Consiglio Comunale (la scrivente per capirci) ed il presidente della Commissione Urbanistica.
Una coalizione politica – come rivendicava pubblicamente sul suo sito l'allora coordinatore locale del pd -in stretto rapporto "di collaborazione ... con il circolo locale del PD " tant'è che "(molti degli esponenti più autorevoli partecipano ad entrambe le esperienze)" il cui “apporto” all'amministrazione Riva "sia in termini qualitativi che quantitativi …..è stato sempre determinante in tutto il percorso e ciò ci porta ad essere soddisfatti dei risultati raggiunti e della scelta fatta per la prima volta nel 1999.”
Ora, di fronte alle pesanti accuse lanciate dalla magistratura a Franco Riva, mi pare ovvio interrogarsi sulla responsabilità politica di quanti lo hanno sostenuto.
Oltre ad una serie di accuse legate al suo ruolo di consulente di alcune società facenti capo a Ponzoni, tra cui la Pellicano, i pm imputano a Riva di aver usato della propria posizione di Sindaco e di Assessore all’Urbanistica per ambizioni personali (ovvero per favorire il poprio "mandante" Ponzoni ed ottenerne quale tornaconto "cariche politiche e/o nomine in enti" tra cui l'investitura ad assessore provinciale all'ultimo momento bocciata dal coordinamento regionale della pdl).
Finalità che hanno decisamente poco a che vedere con il bene comune.
In particolare l’ordinanza cautelare punta il dito contro il famoso outlet "Retail Park", un parco commerciale che avrebbe dovuto sorgere lungo la Valassina, il cui progetto – così ricorda il testo elaborato dal magistrato – è stato approvato nel gennaio 2009 dalla Commissione urbanistica .
Secondo il gip, la commissione presieduta dallo stesso RIVA, ha reso un parere "illegittimo perchè in contrasto con le previsioni dello strumento urbanistico adottato", finendo, con le sue "preventive indicazioni" per illegittimamente condizionare le scelte del consiglio Comunale.
Sotto la lente degli inquirenti è poi finita l'osservazione al PGT, la n. 258, con la quale la società realizzatrice dell'intervento, Altarimi, chiedeva di aumentare da 10.000 a 15.000 mq la slp del piano (per il cui accoglimento Riva si sarebbe profuso).
L'ordinanza del gip, ricorda come grazie alla controdeduzione predisposta dall’Ufficio Tecnico, emendata dal Consigliere di Giussano Democratica Airoldi ed approvata dalla maggioranza, la supeficie di vendita venne incrementata da 10 a 13.000,00 mq (pag. 52 e segg).
"Scelta -recita l'ordinanza -gratuita e non supportata da una verifica di compatibilità territoriale e ambientale".
Che buffo destino. E pensare che fu proprio sulla questione “outlet” che si consumò nel marzo 2009 la mia definitiva rottura con la maggioranza (qui gli atti del dibattito consiliare cfr. pag. 69).
Una spaccatura che – ultimo atto di una crescente opposizione alla gestione urbanistica della Giunta Riva iniziata nel 2007, dopo le improvvise dimissioni dell’allora Assessore Talpo - venne letta dall'allora portavoce del pd come frutto di “ tensioni, messaggi trasversali, e ripicche personali che, con le questioni di sostanza dello strumento urbanistico (quelle vere per intenderci), non hanno avuto nulla - ma proprio nulla - a che vedere)”.
Trasversalità - si precisa sul locale sito del pd che "solo gli ingenui possono pensare .... sia legata esclusivamente ai contenuti del Piano e che quindi sia stata casuale e non causale”.
Le mie manifestazioni di dissenso (iniziate, come ben documenta il blog dal lontano ottobre 2007) vennero liquidate a tutti i livelli come i capricci di una bambina in cerca di fama e di gloria. Una prima donna divorata dalla sua sfrenata ambizione personale, da sedare con una buona dose di valeriana.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Tutto risponde al copione della italica politica che relega le donne al ruolo di ancelle, asservite al maschio dominante. Che la soggezione, sia fisica o metaforica, con i “bunga bunga” di Silvio o con la fedeltà incondizionata alle logiche del “sesso forte” poco importa.
Già perché lo sappiamo, in politica se sei un uomo e hai carattere sei un leader.
Se invece, ad averlo è una donna, è un’isterica arrampicatrice da esporre al pubblico ludibrio.
Ammetto che ai tempi della mia abortita candidatura alle primarie, speravo in un intervento dei vertici provinciali del partito.
Se non altro per gettare un po’ di acqua sul fuoco.
In pochi cercarono di capire.
Ed il patto di non belligeranza fu suggellato con la candidatura alle provinciali del vero tessitore della politica locale.