domenica 12 giugno 2016

L’ospedale Borella diventa la “Cittadella della salute”. Il “nostro progetto” prende piede.

La lenta agonia che stava preannunciando il completo e definitivo smantellamento dell’Ospedale Borella, tanto temuto nel 2014, sembra avere subito una battuta d’arresto.
L’intenzione dei vertici ospedalieri -  secondo le dichiarazioni apparse sulla stampa lo scorso aprile - è di trasformare la struttura in “POT”, un presidio ospedaliero territoriale.
Una “cittadella della salute” con un poliambulatorio “di base” che copre 15 specializzazioni; una farmacia territoriale ed il (potenziale) trasferimento nella struttura dei medici di base. 
Alcuni ambulatori (cardiologia, neurologia, ginecologia, ortopedia, diabetologia ed oculistica) sono oggi già presenti.
E’ previsto il potenziamento della chirurgia toracica e vascolare. Si ventila l’inserimento, a breve, di un otorino.
La soluzione che sta prendendo piede è assolutamente in linea con il progetto presentato dal nostro gruppo  ed illustrato nelle sue linee guida da Celestino Mercuri e Chiara Pozzoli, durante il Consiglio Comunale aperto svoltosi nel marzo 2015. (Si riporta sotto l’articolo pubblicato dal giornale di Carate il 10 marzo 2015).

Un progetto che - come riportato nel nostro articolo apparso sul Giussano di un anno fa -  proponeva (e propone) di trasformare l’Ospedale in un polo “sanitario/assistenziale.”

Un polo che - oltre alle cure sanitarie “di base” -  fornisca assistenza ad anziani e disabili; agevoli il superamento delle situazioni di fragilità (dipendenze, difficoltà legate a periodi di forti cambiamenti come adolescenza, gravidanza, parto, disturbi alimentari, nuove povertà).

Un vero e proprio centro di "servizio alla persona": con medici, pediatri, infermieri e tutte le altre figure professionali che lavorino con e per la persona. Promuovendone il benessere, fisico, psichico, spirituale e sociale.
Un progetto, che come dichiarammo in tempi non sospetti era (ed è conforme) alle linee guida di Regione Lombardia che prevedono la presa in carico globale dell’individuo; delle  sue criticità e fragilità; con servizi prossimi, accessibili e misurabili nelle performance.

Per una medicina: proattiva, predittiva, preventiva, personalizzata, partecipata: perché è meglio – ed anche più economico - prendersi cura (to care) che curare (to cure).

Ci piace, oggi, pensare di avere dato il nostro piccolo contributo costruttivo per evitare la chiusura ed il degrado di una struttura centrale del nostro territorio.
A riprova del fatto che la politica (quella con la “P” maiuscola) non distingue tra maggioranza e opposizione. Ma ha bisogno di alimentarsi e nutrirsi di idee, serie e concrete.  Economicamente percorribili. E non di sterili polemiche finalizzate unicamente a soddisfare sempre più famelici appetiti elettorali. 





lunedì 6 giugno 2016

Quando la pezza è anche peggio del buco




A due anni dal proprio insediamento la Giunta decide di mettere mano all’area "PP1", ovvero all'area di Piazza della Repubblica ora definita TR7.
Presa, però, da “fregola” acceleratoria o semplicemente per assoluta incapacità programmatoria, pasticcia l’iter degli avvisi alla cittadinanza, imposti dalla legge urbanistica e finalizzati a consentire la più ampia trasparenza e partecipazione ai processi pianificatori.

E così l'Assessore prima decide di convocare per il 19 maggio, con preavviso di soli cinque giorni, una riunione pubblica per illustrare la variante al TR7, dando notizia dell'evento sulla stampa solo due giorni prima. 
Poi si dimentica di fare le pubblicazioni sul portale regionale, come richiesto dalla legge.  Risultato: all’incontro si presentano in 18.  9 dei quali consiglieri
 
Ora,  mentre l’assessore  durante il Consiglio Comunale del 25 maggio replicava  alle osservazioni delle opposizioni, affermando seraficamente  che “Tutto è stato fatto secondo la normativa con tanto di pubblicazione sui siti e sulla stampa” nei giorni successivi, compariva, miracolosamente, sul sito regionale una pubblicazione postuma dell’avviso retrodatato.


Colta, come si dice in "fallo", e costretta a fare dietrofront che fa l’assessore? Riavvia l’iter il 31 maggio. Convoca la nuova riunione per martedì 7 giugno, pubblicando l'avviso sul cittadino in pieno ponte ed sul Giornale di Carate il giorno 7 stesso (la notizia uscirà quindi domani) .



 Ah, dimenticavo il nuovo iter (inadeguato e pasticciato almeno quanto il primo) è costato alla cittadinanza oltre 800,00 ulteriori  euro.

Della serie, quando la pezza è peggio del buco…..

P.S. Visto che nella delibera di avvio della variante si parla di Studio di fattibilità n. 279/2015 sarebbe stata opportuna la sua pubblicazione, dal momento che non sempre la ricerca degli atti è agevole sull'albo pretorio per i non addetti ai lavori.

Ma, inutile lagnarsi, perchè abbiamo ormai capito che la maggioranza ha un concetto tutto suo di amministrazione trasparente... Qui  la delibera del piano triennale (pag. 21 e segg)

venerdì 3 giugno 2016

Spese pazze in Comune? Lo scopriremo solo vivendo.....



20 aprile 2016 Milano -  Via Marina , 5

La Corte dei Conti li rinvia a giudizio con l’accusa di  (asserito) danno erariale a carico del Comune per quasi 120.000,00 euro. 

Loro, per assistere alle arringhe dei rispettivi difensori, mettono a carico dei contribuenti giussanesi pranzo, parcheggio e benzina “della trasferta”.

I due Superdirigenti del comune di Giussano  (cui come contribuenti eroghiamo complessivamente quasi  € 180.000,00 annui lordi: questi i dati della sommatoria dei redditi 2014), si sono così autoliquidati - a titolo di rimborso spese – il costo di pasto e viaggio.

Dalle note allegate alla determina n. 419/2016 “Rimborso spese sostenute per missioni rese fuori dalla sede municipale, per esigenze di servizio”“, risulta, infatti, la restituzione, all’uno, della somma di €  12.50 per il viaggio da casa a Milano ed € 4,60 per il pranzo. Utilizzo di automezzo comunale e rimborso di doppio pranzo (€ 22,00) all’altro.


Ora, se il diritto di difesa è sacrosanto (ed altrettanto pacifica la presunzione di innocenza fino a prova contraria), ci pare, invece, alquanto dubitabile che il tempo ed i costi sostenuti per assistere all’udienza (e speriamo, a questo punto, solo a quella) possano essere legittimamente ricondotte tra le spese per “ recarsi in missione e per  l’assolvimento di adempimenti di servizio fuori dalla sede municipale nell’esclusivo interesse del comune.

La presenza all’udienza dello scorso aprile, per quanto legittima espressione del personale diritto di difesa dei due dirigenti, a mio avviso, decisamente poco ci azzecca con la “missione nell’interesse esclusivo del comune” che legittima i rimborsi.

Ci aspettiamo a questo punto che il Sindaco faccia la dovuta chiarezza. Ci piacerebbe, ad esempio, sapere, se la gita a Milano dei due dirigenti è stata da Lui autorizzata, e sulla base di quale motivazione; se le ore di visita alla Corte sono state retribuite; e soprattutto vorremmo individuasse chi è la terza misteriosa persona alla quale abbiamo generosamente offerto il pranzo.

Nel frattempo, per dirla alla Toto’:”E io pago”.