domenica 11 dicembre 2016

Quando la montagna partorisce il topolino

Due anni e mezzo di gestazione ed oltre 30.000 euro di soldi pubblici per una variante  urbanistica già da rifare
Questo - in sintesi - quanto emerso lo scorso mercoledì sera in sede di adozione della variante "puntuale"dell’ambito di Trasformazione  “TR7”.  
Diviso in due comparti. Il primo in Piazza San Giacomo angolo Via Addolorata. Il secondo in Piazza della Repubblica, meglio conosciuto come area PP1- ex Palatenda .

Le belle e condivisibili petizioni di principio e gli ambiziosi desiderata dell’assessore alla partita (creazione di un parco cittadino, riduzione del peso insediativo, tutela del suolo e delle testimonianze storiche) si sono frantumati di fronte all’operato di un’amministrazione che, per l’ennesima volta, ha confermato di navigare a vista.

Che l’assessore non fosse “sul pezzo” lo si era capito lo scorso maggio, quando a causa di un errore procedurale, era stato costretto a ripetere (con tanto di relativi costi) l’iter di consultazione della cittadinanza.

Ma che avesse idee tanto confuse  e contraddittorie era difficile immaginarlo.

Ad oggi, ad esempio, non è chiara (nemmeno all’assessore) la quantità di volumi  che si potranno realizzare sull'area dell’ex Palatenda. 

La Soprintendenza (che da queste parti è sempre la benvenuta) ha vincolato, quale bene di interesse storico l'immobile di proprietà del Comune posto sull'angolo Piazza San Giacomo-Via Addolorata: il  c.d. “Caseggiato Colonico di Villa Mazenta". 

Peccato, però, che la Giunta Riva abbia deciso di tutelare solo la parte pubblica. 
Lasciando mani (pressoché) libere al privato, che potrà demolire e ricostruire l’immobile di Via Addolorata, incrementando i volumi esistenti. 
Il tutto sulla base di mero masterplan. Con un permesso di costruire convenzionato. Un atto secco, di competenza della Giunta. Che non consente alla cittadinanza di dire la propria sul progetto di  riqualificazione del centro di Giussano. Alla faccia della tanto enfatizzata partecipazione.

La variante prevede, poi, una riduzione dei volumi su Piazza della Repubblica.

Lo sappiamo che a Giussano, negli ultimi 20 anni, si è costruito tanto. E  si è costruito male.

Ma prima di diminuire i volumi di proprietà pubblica e depauperare il patrimonio della collettività (l’area era stata pagata dal Comune alla Parrocchia oltre due miliardi e 300 milioni  di vecchie lire) avrei ridotto i volumi di qualche area privata in passata baciata dalla fortuna.

Così giusto per evitare in futuro di veder sorgere dalle ceneri di una vecchia cascina, una mastodontica struttura (senza parcheggi e servizi). 
Un enorme agglomerato di volumi come quello (non se ne abbia a male il proprietario ..)  indicato nella foto.


Lascio a ciascuno il piacere di indovinare, dove si trova

domenica 4 dicembre 2016

Come diceva Giolitti” Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano.”

Ed allora perché non lasciare all'amministrazione la più ampia libertà di decidere a chi erogare i contributi e bonifici economici?

Quale miglior modo per vanificare la normativa (art.12 della L. 241 del 1990) che impone di predeterminare e pubblicare i criteri e le modalità per la concessione di sovvenzioni, contributi e vantaggi economici ad enti pubblici e privati, se non aumentare la discrezionalità di Sindaco e Assessori?

Lo scorso mercoledì, la maggioranza di  Riva ha approvato un regolamento che dopo aver dettato in 11 articoli, procedure, definizioni e termini per attribuire i contributi, lascia alla Giunta il potere di meglio muoversi in ipotesi non contemplate; di formulare ogni anno “ specifici indirizzi” e di valutare per il 2016 come assegnare le erogazioni.

Mani libere, dunque (come ha ricordato il vicesindaco). A prescindere.

Al Consigliere Acquistapace, che, di fronte alla mia richiesta di eliminare tale discrezionalità, mi ha accusata di “essere contro le associazioni” mi permetto solo di ricordare che il regolamento - che ha ampio margine di applicazione essendo rivolto “ad altri enti o soggetti pubblici e privati”   - ha, per legge, lo scopo di garantire la “par condicio” nella erogazione delle somme.

I principi di imparzialità, trasparenza ed uguaglianza, non sono (almeno secondo me)  meri  orpelli giuridici, ma  precetti posti direttamente dalla Costituzione, a tutela di chi beneficia del denaro pubblico.

Per evitare, che qualcuno si trovi figlio di un Dio Minore.


Perché – come ricorda la Corte dei Conti – è nelle “erogazioni” che si annida la corruzione.


venerdì 16 settembre 2016

Quando ci si dimentica che “La terra non è eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”

24 agosto 2016 - ore 3.36. Nel cuore della notte, la terra trema.
In quasi 300, tra uomini, donne e bambini, rimangono schiacciati, senza vita, sotto le macerie. Altrettanti i feriti. Una scuola elementare (quella di Amatrice), ristrutturata solo qualche anno fa, con i fondi pubblici del terremoto dell’Aquila, si sbriciola come un biscotto sotto i colpi delle scosse. E mentre l’Italia, ancora una volta, piange con funerali di Stato i propri morti, si scatenano le polemiche. Ci si strappa le vesti aprendo il vaso di Pandora (a tutti noto) degli inciuci tra politica; tecnici e chiaccherati costruttori. La Procura di Rieti vuole vederci chiaro perché la responsabilità di quei corpi morti, straziati dal sisma non può ( e non è) solo colpa della natura. E neppure della fatalità.
E’ colpa dell’uomo. E della sua avidità.  E così a Rieti si apre un fascicolo per disastro ed omicidio colposo. Un’inchiesta destinata  a diventare - purtroppo - l’ennesimo mistero italiano .
Un film, quello andato in scena lo scorso agosto, che si ripete, con il medesimo copione, ad ogni calamità naturale.
Una grigia e drammatica pellicola che si chiude con lo stesso tragico e triste finale. Passata l’emergenza; celebrati i funerali di Stato, ci si dimentica dei morti.
E si ricomincia tutto da capo. I comuni autorizzano interventi in zone umide e soggette ad esondazione. Nell’elaborare i piani urbanistici ci si dimentica della sensibilità paesistica e geologica dei siti.
Si sacrifica il suolo sull'altare degli oneri di urbanizzazione. Si tolgono tutti i controlli in nome di una asserita e tortuosa semplificazione.
Il tutto in attesa del prossimo (annunciato) dramma.
Il territorio ci presenta, così, il conto della mala gestione di una classe politica cieca e priva di lungimiranza.
In Lombardia; in Brianza negli ultimi 20 anni – complice il boom dell’edilizia- il territorio è stato violentato, ed ad oggi manca un’amministrazione, anche a Giussano, capace di invertire la tendenza.
A distanza di oltre due anni dal suo insediamento, la Giunta di Matteo Riva – disattendo le promesse elettorali sullo stop al consumo di Suolo - non è stata ancora in grado di avviare un completo iter di revisione dello strumento urbanistico (che dai banchi dell’opposizione aveva sonoramente bocciato).
Lo scorso agosto – ormai a metà mandato-  ha, infatti, avviato una variante puntuale al Piano di Governo del Territorio, limitata però al solo  c.d. “ ambito di trasformazione Tr7” che va da Piazza S. Giacomo a Piazza Repubblica, sul quale si prevede di  realizzare un parco cittadino con l’eliminazione dei volumi pubblici esistenti nell’attuale PGT  e la riqualificazione del fatiscente manufatto che oggi si affaccia su Piazza S. Giacomo.
Un edificio che - come dissi in tempi non sospetti – riqualificherei e trasformerei assumendo come modello l’Arengario di Monza. 
Una soluzione, quella proposta dalla variante urbanistica dell’Assessore Bellotti, estremamente condivisibile nella sua semplicità, ma che pare un po’ pochino per una Giunta che ambiva a rivoluzionare il territorio.  

E’ calato, ad esempio, un imbarazzante ed assordante  silenzio sulle aree nel Parco Valle Lambro di proprietà Lamplast, cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2014.   Nè si sa se e come l’attuale maggioranza intenda intervenire sugli ambiti di trasformazione che prevedono l’edificazione di suolo oggi ancora libero. Per dire stop alle nuove costruzioni.

Ancora una volta la montagna ha partorito il topolino.

venerdì 5 agosto 2016

Quando il gatto non c'è, i topi ballano....

Da che mondo è mondo, il modo migliore per far passare in sordina un'informazione è renderla pubblica quando "il popolo" è sotto l'ombrellone o in spiaggia a cuocersi sotto il sole.
Per agire in perfetta solitudine, quale soluzione migliore che pubblicare leggi, bandi, concorsi e varianti agli strumenti urbanistici nel mese di agosto?
Lo ha fatto la Madia nel 2015. Lo ha fatto Silvio anni prima. 
Non perde occasione di seguire la scia il buon Matteo Riva.

Il 2 agosto, sono stati infatti pubblicati sul sito del Comune di Giussano gli atti della procedura di variante al TR7 (Trattasi dell'ambito di trasformazione che riguarda la zona centrale di Giussano, ex Palatenda per capirci)  .
Un sistema perfetto (...anche se decisamente poco democratico) per eludere le norme comunitarie che impongono, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, la c.d. partecipazione del "pubblico".
Il 15 considerando della direttiva 42/2001/CE ( che ha introdotto nell'ordinamento comunitario la valutazione ambientale strategica) dispone " Allo scopo di contribuire ad una maggiore TRASPARENZA dell'iter decisionale nonché allo scopo di garantire la completezza e l'affidabilità delle informazioni su cui poggia la valutazione, occorre stabilire che le autorità responsabili per l'ambiente ed il pubblico siano consultate durante la valutazione dei piani e dei programmi e che vengano fissate SCADENZE ADEGUATE per consentire un LASSO DI TEMPO SUFFICIENTE per le consultazioni, compresa la formulazione di pareri.
All'art. 6 comma 2, la direttiva citata impone poi alle "autorità di cui al paragrafo 3 e il pubblico di cui al paragrafo 4" di "DISPORRE tempestivamente di un'EFFETTIVA OPPORTUNITÀ' di esprimere in termini congrui il proprio parere sulla proposta di piano o di programma e sul rapporto ambientale che la accompagna, prima dell'adozione del piano o del programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa.
La Giunta del buon Matteo si E' INSEDIATA ormai da 785 GIORNI, ma per la pubblicazione dei primi atti di sostanza sul territorio (e si sa che l'urbanistica è materia che scotta assai), ha aspettato il 2 agosto.

Ognuno tragga  le sue conclusioni.
p.s. Ai consiglieri di maggioranza - come noto tanto attenti all'agenda delle mie vacanze - segnalo che ad agosto presidierò attivamente il territorio ....

domenica 12 giugno 2016

L’ospedale Borella diventa la “Cittadella della salute”. Il “nostro progetto” prende piede.

La lenta agonia che stava preannunciando il completo e definitivo smantellamento dell’Ospedale Borella, tanto temuto nel 2014, sembra avere subito una battuta d’arresto.
L’intenzione dei vertici ospedalieri -  secondo le dichiarazioni apparse sulla stampa lo scorso aprile - è di trasformare la struttura in “POT”, un presidio ospedaliero territoriale.
Una “cittadella della salute” con un poliambulatorio “di base” che copre 15 specializzazioni; una farmacia territoriale ed il (potenziale) trasferimento nella struttura dei medici di base. 
Alcuni ambulatori (cardiologia, neurologia, ginecologia, ortopedia, diabetologia ed oculistica) sono oggi già presenti.
E’ previsto il potenziamento della chirurgia toracica e vascolare. Si ventila l’inserimento, a breve, di un otorino.
La soluzione che sta prendendo piede è assolutamente in linea con il progetto presentato dal nostro gruppo  ed illustrato nelle sue linee guida da Celestino Mercuri e Chiara Pozzoli, durante il Consiglio Comunale aperto svoltosi nel marzo 2015. (Si riporta sotto l’articolo pubblicato dal giornale di Carate il 10 marzo 2015).

Un progetto che - come riportato nel nostro articolo apparso sul Giussano di un anno fa -  proponeva (e propone) di trasformare l’Ospedale in un polo “sanitario/assistenziale.”

Un polo che - oltre alle cure sanitarie “di base” -  fornisca assistenza ad anziani e disabili; agevoli il superamento delle situazioni di fragilità (dipendenze, difficoltà legate a periodi di forti cambiamenti come adolescenza, gravidanza, parto, disturbi alimentari, nuove povertà).

Un vero e proprio centro di "servizio alla persona": con medici, pediatri, infermieri e tutte le altre figure professionali che lavorino con e per la persona. Promuovendone il benessere, fisico, psichico, spirituale e sociale.
Un progetto, che come dichiarammo in tempi non sospetti era (ed è conforme) alle linee guida di Regione Lombardia che prevedono la presa in carico globale dell’individuo; delle  sue criticità e fragilità; con servizi prossimi, accessibili e misurabili nelle performance.

Per una medicina: proattiva, predittiva, preventiva, personalizzata, partecipata: perché è meglio – ed anche più economico - prendersi cura (to care) che curare (to cure).

Ci piace, oggi, pensare di avere dato il nostro piccolo contributo costruttivo per evitare la chiusura ed il degrado di una struttura centrale del nostro territorio.
A riprova del fatto che la politica (quella con la “P” maiuscola) non distingue tra maggioranza e opposizione. Ma ha bisogno di alimentarsi e nutrirsi di idee, serie e concrete.  Economicamente percorribili. E non di sterili polemiche finalizzate unicamente a soddisfare sempre più famelici appetiti elettorali. 





lunedì 6 giugno 2016

Quando la pezza è anche peggio del buco




A due anni dal proprio insediamento la Giunta decide di mettere mano all’area "PP1", ovvero all'area di Piazza della Repubblica ora definita TR7.
Presa, però, da “fregola” acceleratoria o semplicemente per assoluta incapacità programmatoria, pasticcia l’iter degli avvisi alla cittadinanza, imposti dalla legge urbanistica e finalizzati a consentire la più ampia trasparenza e partecipazione ai processi pianificatori.

E così l'Assessore prima decide di convocare per il 19 maggio, con preavviso di soli cinque giorni, una riunione pubblica per illustrare la variante al TR7, dando notizia dell'evento sulla stampa solo due giorni prima. 
Poi si dimentica di fare le pubblicazioni sul portale regionale, come richiesto dalla legge.  Risultato: all’incontro si presentano in 18.  9 dei quali consiglieri
 
Ora,  mentre l’assessore  durante il Consiglio Comunale del 25 maggio replicava  alle osservazioni delle opposizioni, affermando seraficamente  che “Tutto è stato fatto secondo la normativa con tanto di pubblicazione sui siti e sulla stampa” nei giorni successivi, compariva, miracolosamente, sul sito regionale una pubblicazione postuma dell’avviso retrodatato.


Colta, come si dice in "fallo", e costretta a fare dietrofront che fa l’assessore? Riavvia l’iter il 31 maggio. Convoca la nuova riunione per martedì 7 giugno, pubblicando l'avviso sul cittadino in pieno ponte ed sul Giornale di Carate il giorno 7 stesso (la notizia uscirà quindi domani) .



 Ah, dimenticavo il nuovo iter (inadeguato e pasticciato almeno quanto il primo) è costato alla cittadinanza oltre 800,00 ulteriori  euro.

Della serie, quando la pezza è peggio del buco…..

P.S. Visto che nella delibera di avvio della variante si parla di Studio di fattibilità n. 279/2015 sarebbe stata opportuna la sua pubblicazione, dal momento che non sempre la ricerca degli atti è agevole sull'albo pretorio per i non addetti ai lavori.

Ma, inutile lagnarsi, perchè abbiamo ormai capito che la maggioranza ha un concetto tutto suo di amministrazione trasparente... Qui  la delibera del piano triennale (pag. 21 e segg)

venerdì 3 giugno 2016

Spese pazze in Comune? Lo scopriremo solo vivendo.....



20 aprile 2016 Milano -  Via Marina , 5

La Corte dei Conti li rinvia a giudizio con l’accusa di  (asserito) danno erariale a carico del Comune per quasi 120.000,00 euro. 

Loro, per assistere alle arringhe dei rispettivi difensori, mettono a carico dei contribuenti giussanesi pranzo, parcheggio e benzina “della trasferta”.

I due Superdirigenti del comune di Giussano  (cui come contribuenti eroghiamo complessivamente quasi  € 180.000,00 annui lordi: questi i dati della sommatoria dei redditi 2014), si sono così autoliquidati - a titolo di rimborso spese – il costo di pasto e viaggio.

Dalle note allegate alla determina n. 419/2016 “Rimborso spese sostenute per missioni rese fuori dalla sede municipale, per esigenze di servizio”“, risulta, infatti, la restituzione, all’uno, della somma di €  12.50 per il viaggio da casa a Milano ed € 4,60 per il pranzo. Utilizzo di automezzo comunale e rimborso di doppio pranzo (€ 22,00) all’altro.


Ora, se il diritto di difesa è sacrosanto (ed altrettanto pacifica la presunzione di innocenza fino a prova contraria), ci pare, invece, alquanto dubitabile che il tempo ed i costi sostenuti per assistere all’udienza (e speriamo, a questo punto, solo a quella) possano essere legittimamente ricondotte tra le spese per “ recarsi in missione e per  l’assolvimento di adempimenti di servizio fuori dalla sede municipale nell’esclusivo interesse del comune.

La presenza all’udienza dello scorso aprile, per quanto legittima espressione del personale diritto di difesa dei due dirigenti, a mio avviso, decisamente poco ci azzecca con la “missione nell’interesse esclusivo del comune” che legittima i rimborsi.

Ci aspettiamo a questo punto che il Sindaco faccia la dovuta chiarezza. Ci piacerebbe, ad esempio, sapere, se la gita a Milano dei due dirigenti è stata da Lui autorizzata, e sulla base di quale motivazione; se le ore di visita alla Corte sono state retribuite; e soprattutto vorremmo individuasse chi è la terza misteriosa persona alla quale abbiamo generosamente offerto il pranzo.

Nel frattempo, per dirla alla Toto’:”E io pago”.