venerdì 27 febbraio 2009

Troppo cemento: servono più vincoli.

Finalmente qualcosa su cui siamo tutti, ma proprio tutti, d'accordo.
Ops. Stavo, facendo, con la mia solita sbadataggine, ancora confusione.
Mi correggo subito: finalmente qualcosa, su cui siamo quasi tutti d'accordo, tutti....tranne gli amici di Silvio.

La sicurezza, le emergenze vere e presunte, i rimedi e la propaganda

Tutto quello che avreste voluto sapere, e non avete osato mai chiedere ( p.s. e non dimenticate l’incontro di questa sera in Feltrinelli, e di mercoledì con le canzoni di De Andrè)

martedì 24 febbraio 2009

Tutti pazzi per Mara

Dopo il Santo Patrono di Ceppaloni, l'ill.mo Clemente Mastella, ora anche Ciriaco De Mita, si prepara ad abbandonare la barca che affonda per traghettare nei salotti del Pdl.
Galeotta, per De Mita, fu la bella Carfagna.
E, intanto, la banda bassotti, si allarga.

domenica 22 febbraio 2009

Lettera ad un partito mai nato

Sono qui, distesa sul letto mentre ascolto la voce di Veltroni alla radio. Uolter, come lo chiama qualcuno, ha rassegnato, dopo il disastroso esito delle elezioni Sarde, le proprie dimissioni.
Decisione irrevocabile. Dice Lui. Un gesto che assesta un durissimo colpo al tuo progetto. Dice la stampa. Che sigla il fallimento di un intero ceto politico. Il Tuo.
Sei fallito prima ancora di poter dimostrare la tua bontà.
Una vera beffa.
Per dieci lunghi anni, da nord a sud, dalla Padania al tavoliere delle Puglie, abbiamo atteso pazientemente il tuo arrivo.
In molti. In tanti. Giovani e meno giovani, uomini e donne, abbiamo fermamente creduto che la tua nascita avrebbe potuto dare nuova linfa alla grande famiglia del centrosinistra.
Eravamo certi, che tu, tanto a lungo desiderato, saresti cresciuto, grazie all'amorevole aiuto di tutti i tuoi padri putativi, forte, deciso e vigoroso.
Con un programma politico chiaro. Schietto.
Capace di dare risposte, concrete e non demagogiche, ai molteplici bisogni di questa nostra società. Così articolata, così complessa.
La tua lunga gestazione, è stata accompagnata dalla crescente speranza che tu, nato dai geni della cultura cattolica e riformista, saresti divenuto un grande Partito democratico.
Noi, della cosidetta società civile, che non siamo, e non ci siamo mai sentiti né ds né margherita, da sempre orfani di un partito in cui potessimo pienamente identificarci, abbiamo con entusiasmo sperato che tu potessi vedere la luce di questo nostro povero Paese. Un Paese da anni paralizzato. Ostaggio dei fragili equilibri di un governo instabile. Ingessato dai personalismi di una classe politica autoreferenziata e timorosa di ogni sfida. Di ogni innovazione.Di ogni cambiamento dello status quo.
Un partito capace di rassicurare noi. I tuoi elettori. In grado di esorcizzare le molte paure che ogni giorno ci assillano (della recessione, del diverso, della criminalità, degli stupri, del lavoro che non c'è).
Di alzare la voce, di gridare che il Parlamento deve legiferare per il Paese, e non per fini particolari; per le lobby dei potenti.
Pronto ad additare e ad allontanare da te, corrotti e corruttori.
Noi abbiamo nutrito l'ambizione, di vederti un giorno, Partito di governo.
Nelle lunghe riunioni, ai banchetti, ci raccontavamo ( e lo facevamo con convinzione, credimi), che tu saresti stato proprio così. Con una classe politica competente, sobria e rigorosa. Attenta più ai bisogni dei tuoi elettori, che ai propri tornaconti personali.

*** * ***
Uno dei tuoi genitori, dopo le votazioni sarde, che hanno conclamato (se ce ne fosse stato bisogno) il tuo pessimo stato di salute, ha sintetizzato con queste parole i mali congeniti che ti stanno, a poco a poco, togliendo la vita: "una sinistra salottiera, giustizialista, pessimistica e conservatrice".
Morbi che, purtroppo, hanno logorato il tuo fragile corpicino fin dal tuo concepimento.
Sai, appena abbiamo saputo del tuo arrivo, noi della cosiddetta base, abbiamo iniziato a farti una Culla.
In mezzo alla gente, perché con te e di te si parlasse nei circoli, in piazza, nei bar...
Per farti acquisire una dimensione - direbbe, oggi, qualcuno in politichese - "territoriale".
Sapessi che delusione quando ho saputo che per te era stato pensato un “loft. “ Questo il nome che si è voluto dare alla tua stanza.
Loft. Ma che diavolo è un loft? Se lo chiedi, a mio fratello, venticinquenne titolare della sua attività artigianale, (posa parquet) mica te la sa dare una risposta.
E' un nome, così elitario. Così snob. Solo una classe dirigente come la tua poteva pensare di farti vivere in un posto così inaccessibile al tuo elettorato, distante mille miglia da quelli che pure in te ci avevano tanto – e sapessi quanto - creduto. Quando penso alla tua classe dirigente, mi vengono in mente (credo per antitesi) le parole di uno storico inglese. Christopher Duggan.
Scrive Duggan:"Gli attivisti socialisti organizzavano dibattiti pubblici , riunioni, convegni e conferenze in tutti i luoghi possibili: circoli, sale , caffè e camere del lavoro.... Diversamente dai loro omologhi liberali questi uomini si trovavano a loro agio nel mescolarsi con i poveri.
Ettore Cincotti, un illustre professore di storia antica, suscitava le critiche dei colleghi più per l'abitudine di frequentare la sera osterie piene di fumo per parlare con gli operai , che non per le sue opinioni sovvGrassettoersive in quanto tali "( Da: La Forza del Destino - Storia d' Italia dal 1796 a oggi ".)
Queste parole, che riecheggiano in continuazione nella mia testa, mi fanno sorgere mille domande. Chissà come saresti potuto diventare se i tuoi parlamentari, se i tuoi dirigenti invece di ritrovarsi amabilmente a prendere aperitivi tra di loro, fossero stati capaci di passare del tempo in mezzo a tutti quegli artigiani, operai, impiegati, lavoratori a partita iva (sono finiti i bei tempi dei professionisti ricchi ed evasori) che oggi sono senza lavoro?
Forse Soru non avrebbe perso, o avrebbe perso meglio, se i tuoi vertici avessero compreso lo stato d'animo del paese. Un paese in cui i poveri sono sempre più poveri, ed i ricchi sempre più ricchi.
Secondo l'Ocse " In Italia il 20 per cento della popolazione più povera percepisce meno del 7 per cento del reddito totale; il 20 per cento più ricco riceve più del 41 per cento. Se si guarda al patrimonio, le disuguaglianze sono anche più grandi: il 10 per cento formato dalle famiglie più ricche detiene la metà della ricchezza reale e finanziaria, mentre la metà formata da quelle più povere possiede appena il 10 per cento della ricchezza totale. Soltanto gli Usa, il Brasile e pochissimi altri paesi mostrano disuguaglianze altrettanto piramidali (qui l’articolo)”.
E qui in Brianza, la situazione non è più rosea. Nell’operosa Brianza, dove il ricorso alla cassa integrazione sta diventando un’emorragia inarrestabile.
Forse, se tu l'avessi degnata di un po' più attenzione, anche questa terra con altri così generosa - con il suo ricco sottobosco di associazionismo e volontariato - sarebbe stata con te meno avara ed arida. Comunque, è inutile piangere sul latte versato. E io voglio guardare con speranza al futuro.
*** * ***
Ieri, sono stata ad una riunione. Dopo le dimissioni di Uolter, la base (così ci chiamano) è in subbuglio.
Sabato ci sarà una grande assemblea. A Roma. L'assemblea dei delegati eletti, o meglio nominati - quando tu sei stato concepito - con le primarie. Eletti calati dall’alto, grazie al sistema delle liste chiuse. Prescelti (questa volta non da Roma, ma dalle locali segreterie di partito.)
Il vizio di sempre (ed, infatti, io, come molti altri, non ci sarò).
Bisogna capire che fare, per salvare quel poco che resta di te. Di te e della tua classe dirigente. Per capirci, dei leader politici che ti hanno condotto fin qui. Sull’orlo di quello che sembra un precipizio senza fine.
Discontinuità con il passato, la parola d'ordine. O almeno così mi pare di capire. Non so. Temo che, con te, anche questa volta, ripeteremmo gli errori di sempre.
Mi capita spesso di cercare di ricordare perché ti abbiamo voluto.
Perché ti abbiamo così a lungo cercato.
Ce lo si diceva in continuazione, dobbiamo rimuovere il "vecchiume della politica italiana".
Purtroppo, anche in questo non siamo stati un granchè bravi, ed abbiamo confuso la “novità” con “nuovismo” (le parole le ho rubate a Sergio).
Noi volevamo nuove idee. Politici meno sofisticati, più vicini ai territori ed agli elettori. E loro - cioè i vertici, quelli che alla fine decidono - hanno pensato che fosse sufficiente, per rispondere ai nostri desideri, per dare un volto diverso alla vecchia politica, pescare un po’ di "gente giovane e sconosciuta".
Quasi che una bella faccia, con qualche ruga in meno potesse garantire una politica più fresca, capace di visioni e progetti nuovi.
Come se potesse ridursi il problema di un proposta politica poco credibile (Berlusconi ha vinto anche per questo) ad una mera questione anagrafica! Bastasse questo!
Conosco ventenni e trentenni più vecchi di chi ha il doppio dei loro anni.
La realtà è che si è pensato (sbagliando, lo dicono le sconfitte) che per dare agli elettori una nuova immagine del centrosinistra italiano, sarebbe stata sufficiente una semplice operazione di maquillage, dando una bella pennellata di nuovo alla vecchia nomenclatura.
Si è puntato sull'apparenza, a discapito delle capacità e della competenza.
Una mano di vernice, che scrostandosi, a poco a poco, ci ha restituito il peggio dei due tuoi progenitori.
Ma scusa, ma cosa pensi abbia pensato l'operaio edile bergamasco, che si alza alle cinque del mattino per andare in cantiere, sentendo che in Parlamento ci mandavamo dei trentenni che, in dote, ti avrebbero portato tutta la loro inesperienza? Ti pare che uno che si fa cotanto mazzo, possa accettare di pagare profumatamente aspiranti politici che invece di fornire al paese la soluzione ai problemi, vengono messi lì "per imparare"? Per quello esiste la scuola, le riunioni di circolo, la gavetta, le commissioni ed i consigli comunali …
Lo so, lo so, mio caro. Hai ragione, sono la solita idealista, puntigliosa e polemica.

*** * ***

Ieri, c'è stata l'assemblea. Si è deciso.

Franceschini è il tuo nuovo segretario....Vorrei dirti tante cose. Ma forse è meglio smettere di parlarci addosso ed iniziare a lavorare.

domenica 15 febbraio 2009

Un po' di romanticismo

"Mi amerai ancora quando sarò vecchia?", chiede la quarantenne Daisy all'amato Benjamin.
"E tu mi amerai ancora quando avrò l'acne?" risponde Lui.
Due amanti che si rincorrono per tutta la vita, incrociandosi nei momenti sbagliati, in attesa del "tempo giusto" per amarsi.
Lui Benjamin, il bambino nato-vecchio, con artrosi e cataratta, abbandonato dal padre inorridito dal suo aspetto davanti ad un ospizio.
Vittima dello strano incantesimo di un orologio costruito per andare al contrario; per riportare in vita i molti ragazzi americani uccisi al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, Benjamin, invece, di morire ringiovanisce con il passare del tempo.
Il vecchio canuto si trasforma, poco alla volta, in un affascinante uomo.
E mentre una folta chioma bionda, prende il posto di sparuti capelli bianchi e le rughe abbandonano il suo volto, Benjamin lascia l'ospizio ove ha trascorso i primi anni di vita per conoscere e fare esperienza del mondo.
Lei, Daisy, la bambina di sette anni di cui Benjamin - ottantenne nell'aspetto e bambino nella mente - si innamora la prima volta che la vede, nella casa di riposo dove la piccola andava a trovare la nonna.
Daisy l'attraente ballerina che dopo avergli dato una figlia, lo dovrà accudire quando ottantenne demente con il corpo di un bambino ......
Questa la trama de "Lo strano caso di Benjamin Button"
Una romantica storia d'amore.
Un film allegro ed al tempo stesso triste e commuovente con uno stra-affascinante Brad Pitt.

mercoledì 11 febbraio 2009

Il mio epitaffio

Me lo immagino un po' come questo (raccatato su internet): "Al secolo BEACCO EMANUELA CLASSE 1975 colpevole di essere Donna, cocciuta, e senza peli sulla lingua ....". Appunto, la lingua.
Il problema è che non riesco proprio a tenerla a freno.
Io vorrei contenerla, ma quella, facendosi beffa di me, del mio spirito di sopravvivenza e del mio buon senso, si scatena e mi mette nei guai.
E adesso che ha pure imparato ad utilizzare le nuove tecnologie, per me è veramente finita.
Prendete, ad esempio, questo blog.
Un innocuo strumento di comunicazione, verrebbe da dire.
Sul quale scrivo, di tanto in tanto, qualche pensierino.
Così, giusto per passare del tempo.
Ecco, Lei interviene, prende il sopravvento e che combina?
Un vero putiferio.
Ora, nel colorito ventaglio di simpatiche reazioni che la mia linguaccia è riuscita abilmente a scatenare, ve ne è, però, una che merita particolare menzione. A farmela è nientepopodimeno che il coordinatore cittadino di Forza Italia, o Pdl che dir si voglia, Roberto Ceppi.
Commentando un mio precedente post (e della cosa non posso che essere onorata, anche perché non pensavo che qualcuno potesse prendere seriamente il mio potente mezzo di comunicazione), Ceppi mi accusa, almeno stando all'Esagono, di sventolare lo spauracchio della cementificazione per pure ragioni elettorali.
In pratica, la mia sarebbe una semplice posizione pour parlè, dal momento che non mi sarei data un granché da fare per convincere il resto della maggioranza.
Secondo il buon Ceppi io urlerei "al cemento al cemento" , un po' come il bambino burlone della favola strilla al "lupo al lupo", unicamente per attirare l'attenzione.

"Chiacchere e distintivo, chiacchere e distintivo" direbbe l'Al Capone -De Niro.

Oltre che di scarsa efficacia, l'azzurro giussanese mi accusa pure di una certa tardività.
Suvvia, puntualizza la longa manus locale del Berlusconi nazionale, un'analisi di questo tipo, cara Beacco, avresti dovuto farla "molto prima".
Ora, tutto stà, come sempre, nell'accezione che si vuole dare alle parole.
Bisognerebbe, ad esempio, capire a che arco "temporale" intende riferirsi Ceppi quando usa il termine "molto prima".
Non so, facciamo qualche ipotesi.

  • Può essere considerato "molto prima" il 2002, quando, come componente dell'assemblea del Parco Regionale della Valle del Lambro, con il solito spirito alla Don Chisciotte, insieme al mio capogruppo Elli, presentai un esposto contro un intervento che avrebbe finito con il deturpare una delle più belle aree del parco regionale?
Un atto - per inciso - che rimasto per lo più inascoltato dai sindaci dei comuni inclusi nel Parco Valle Lambro e dai componenti del suo Consiglio di Amministrazione, venne accolto dalla Regione Lombardia, che stoppo' l'intervento.
  • Ed il 2006, è "prima"? Quando proposi - tirandomi addosso la mia buona dose di antipatie - di modificare (Delibera di C.C. n. 53 del 20/10/2006) lo Statuto per lasciare che il Consiglio Comunale potesse continuare ad approvare i piani attuativi, in modo da garantire un maggior controllo sull'uso del territorio da parte dell'organo consiliare?
  • Può essere considerato prima il dicembre 2007, quando inviai a tutti i consiglieri comunali - inclusi quelli coordinati da Ceppi -una lettera nella quale sollevavo il problema dell'esatta individuazione del quantum delle aree da cedere come standard all'amministrazione comunale all'interno dei piani attuativi?
  • E che dire, di quando, rimasta inevasa la mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale (Delibera C.C. n 7 del 28.1.2008), iniziai a votare contro l'approvazione dei piani attuativi, perchè a mio avviso i privati non cedevano sufficienti aree all'amministrazione?
  • Ed il febbraio 2008 - quando organizzai, coinvolgendo (beffa del destino) proprio l'azzurro Ceppi, un convegno sul consumo suolo - come lo collochiamo temporalmente? Era tempestiva o tardiva, l'idea di promuovere una tavola rotonda con Legambiente, e con autorevoli docenti, urbanisti, avvocati ed esponenti politici per sensibilizzare amministratori e cittadini al delicato tema dell'uso del territorio?

  • E ancora, mi chiedo.. può rientrare nel "molto prima" la lettera protocollata, circa un anno fa, da Giussano Democratica con la quale sostanzialmente si chiedeva di reiterare - includendole nel Piano Territoriale Provinciale - il vincolo di inedificabilità sulle aree agricole?

  • E che dire della piccola bagarre polemica scoppiata, in tempi non sospetti, tra me e l'ex assessore dimissionario all'Urbanistica Gabriele Talpo, proprio sul tema della gestione del territorio?

  • E l'autunno caldo dell'urbanistica comunale come lo consideriamo, elettoralmente vicino o lontano?
  • Quando - ne parlarono anche i giornali locali – tirandomi addosso un'altra buona dose di critiche nonché di antipatie personali, sostenni che il piano di governo del territorio (PGT) doveva essere votato dal Consiglio Comunale?

  • E che dire degli emendamenti al PGT, presentati da tutti i consiglieri di Giussano Democratica ( Elli, Bellotti, Villa, Airoldi) , che, accogliendo alcune delle istanze provenienti da una parte dell'opposizione, hanno inteso migliorare lo strumento urbanistico comunale?
  • E che pensare del centro commerciale, il cui iter si è arrestato proprio quando sembrava ormai pronto per la sua votazione in Consiglio Comunale?
  • Ecco, forse quanto premesso, dimostra che le considerazioni che ora il coordinatore del Pdl pretenderebbe di far passare come propaganda elettorale, le facevo già da tempo ( e pure con una certa insistenza, come documentato dai numerosi post sul tema... facilmente rintracciabili in questo blog).

Su una cosa, comunque, Ceppi ha ragione.

Non brillo certo per capacità di persuasione: temo, infatti, di non essere granchè riuscita a convincere neppure quella parte di opposizione che spetta – almeno secondo quanto mi pare di capire – proprio a lui coordinare.

Io ho fatto quel poco che ho potuto.

Anche Cassandra, che aveva arti divinatorie decisamente migliori delle mie, è passata alla storia come profetessa inascoltata.

Però, insomma, mica è colpa sua se poi Troia è bruciata!

sabato 7 febbraio 2009

Da non perdere

Tutte le informazioni su vorrei

"Ve siete magnati tutto: mo' magnateve pure questo"

Cari amanti della Formula 1, fate pure “ciao, ciao” con la vostra bella manina al Gran Premio di Monza.
Il noto evento sportivo che dà lustro e quattrini (ossigeno in tempi di magra) alla nostra beneamata Brianza prenderà, infatti, presto il volo verso altri italici lidi.
E questa volta la destra motoristica brianzola non potrà neppure più agitare lo spauracchio di quei cattivoni degli ambientalisti monzesi (come le angurie: verdi fuori e rossi dentro).
Ambientalisti che, in tutta verità, non si sono certo battuti per far chiudere la saracinesca alla Formula Uno, ma solo per attenuare il forte impatto che l'Autodromo ha sul Parco, monumento storico e naturale che, purtroppo, versa in uno stato di deplorevole degrado.
Le associazioni locali, ad esempio, hanno da sempre chiesto di:
  • allontanare o quantomeno ridurre il campo di golf che immola circa 100 ettari di parco sull’altare di una ristretta elite di facoltosi soci, a danno dei poveri comuni cittadini;
  • abbattere le sopraelevate, l' ecomostro inutilizzato per le corse, che oltre ad occupare ben 60 ettari di area è troppo pericoloso per i piloti;
  • ottenere alcune misure per la riduzione dei rumori;
  • contenere l'uso della pista per le manifestazioni " minori ";
  • salvaguardare la vegetazione, troppo spesso danneggiata durante il Gran Premio. Insomma, piccoli accorgimenti che di certo non hanno mai inteso impedire lo svolgimento di una manifestazione sportiva internazionale, di sicuro prestigio per tutta la Brianza.
  • Ma ora all'abile progetto, ci sta' già lavorando qualcun altro. A far chiudere il Gran Premio di Brianza ci sta pensando il " camerata " Alemanno, il Sindaco di Roma, che vorrebbe trasferire la prestigiosa competizione sportiva nella città eterna, allestendo un circuito cittadino nel quartiere E.U.R. Il progetto sembra qualcosa in più di una mera boutade, se è vero che per la sua stesura Bernie Ecclestone, il padre-padrone della Formula 1, avrebbe messo in campo i suoi più fidati collaboratori .
Parecchi i quattrini sul piatto.
Un bocconcino quantomai succulento per Alemanno alla ricerca di un'iniziativa spettacolare che rilanci il suo deludente mandato amministrativo.
Un colpo di scena per recuperare, oltre ad una montagna di soldi, l'entusiasmo dei suoi elettori che già iniziano a rimpiangere i suoi predecessori.
Certo, non poteva mancare, nel programmare il grande spoglio della Brianza, lo zampino della tipica astuzia romana.
Roma, si dice, non sarà alternativa a Monza: perché si disputeranno due gran premi. Uno nel capoluogo brianzolo e l'altro in quel del Lazio.
Una "balla" grande come una casa.
Una sparata per occultare lo scippo. In Italia - lo sanno bene i patiti del Gp - vi è, infatti, spazio per un solo gran premio (quello di Imola è già saltato). A meno che Alemanno non nasconda tra i suoi poteri occulti, anche quello di aumentare il numero delle settimane che ci sono in un anno oppure pensi di poter impedire al grande circo della Formula 1 di prendersi qualche periodo di pausa.
Senza contare, poi, il costante aumento del numero dei paesi interessati ad ospitare l'evento. Dopo la new entry della Cina, sono pronti a bussare alla porta del Gp, altri autorevoli (e soprattutto molto facoltosi) candidati, come la Russia ed i Paesi Arabi.
Morale della favola: mentre il brianzolo Berlusca, novello Brenno, ha occupato i palazzi del potere romano, attorniato dai " Celti " dalle padane origini alle prese con l'agognato federalismo fiscale, Alleanza Nazionale sta soffiando, da sotto il naso, alla terra di Brianza – anche - gli incassi della Formula Uno.
L'ennesimo colpo inferto alla già dissanguata economia locale.
Complimenti vivissimi: neppure il peggior statalista avrebbe saputo far di meglio!

mercoledì 4 febbraio 2009

Sul consumo di suolo ...

Tra l’ impazzare del “toto sindaci” (Angelo Molteni e Paolo Riva le new entry) si allarga nella maggioranza del Sindaco Riva il fronte di chi crede che sia il caso di iniziare una seria riflessione sul tema del consumo di suolo.
Durante la presentazione del bilancio di previsione 2009, lunedì scorso, l’Assessore alle Infrastrutture, Francesco Molteni, nel ricordare che “dopo gli anni dell’espansione edilizia che ha causato un consumo notevole di suolo, si assiste oggi ad una ricerca quasi aggressiva del verde e del suo uso per le città ” ha precisato di non credere “che Giussano abbia necessità di altre case in centro o di edifici a destinazione commerciale” (pag. 11 della relazione del Sindaco e della Giunta).
Sottoscrivo in pieno l’analisi (sulla quale, peraltro, da tempo alcuni componenti del Consiglio Comunale pongono l’accento).
Non solo.
Credo, anzi, che la linea ricordata dall'Assessore, contenimento del consumo di suolo (unitamente al recupero del patrimonio edilizio esistente, oggi fatiscente) possa diventare il criterio condiviso da utilizzare nel valutare l'accoglimento od il rigetto delle innumerevoli osservazioni al Piano di Governo del Territorio che risutano essere state protocollate nei giorni scorsi.

lunedì 2 febbraio 2009

"Le donne brutte non servono alla politica, perché troppo rancorose"

Secondo la prosperosa Badescu, baciata dalla Fortuna e da Madre Natura, al potere andrebbero messe solo donne belle, - come la Carfagna o la Prestigiacomo (a proposito, ci sono ancora?) - perché avendo "ricevuto già tanto da Dio sono serene e non hanno il rancore delle deluse..."
Mmmm... non so perchè .. ma il giudizio (estetico?) della show girl non mi convince granchè....