mercoledì 10 dicembre 2014

E la retro (in senso di marcia) continua ....


Il Sindaco Matteo Riva ha nominato revisore dei conti della fondazione Scuola materna Aliprandi la figlia dell'ex Sindaco Franco Riva, condannato lo scorso aprile per bancarotta documentale e patrimoniale con conseguente inabilitazione all'esercizio di impresa commerciale per dieci anni.

Se è vero che le colpe dei padri non DEVONO ricadere sui figli, è altrettanto vero che è indice di una certa schizofrenia istituzionale essere costituiti parte civile nel giudizio penale pendente contro il padre e nominare poi la figlia in un ruolo che implica funzioni di controllo.

Senza voler entrare nel merito delle vicende penali, che competono alla magistratura (l'assoluzione sul PGT è stata appellata dal PM), mi pare che la scelta sia quantomeno politicamente inopportuna.

Il vicesindaco che si asfalta la strada al confronto mi sembra peccato decisamente veniale.

Ecco due interrogazioni presentate questa mattina, per vederci, come si dice meglio...
 
 
Signor Sindaco del Comune di Giussano
Matteo Riva
LORO SEDI
 
OGGETTO: interrogazione
I sottoscritti consiglieri Comunali  Emanuela Beacco e Stefano Tagliabue
                                                           PREMESSO CHE
-         con decreto sindacale n. 30/2014 pubblicato all’albo pretorio il giorno 9.12.2014 il Sindaco ha nominato quale  REVISORE DEI CONTI della FONDAZIONE ' SCUOLA MATERNA GIUSEPPE ALIPRANDI' DI GIUSSANO la dott.ssa Riva Elena
                                                                  RILEVATO CHE
-         la suddetta risulta essere la figlia di Franco Riva, già sindaco di Giussano;
-         con sentenza resa dal Tribunale di Monza, Franco Riva è stato condannato alla pena di anni 2 mesi 6 di reclusione ex art. 62 bis c.p. per bancarotta documentale e patrimoniale con conseguente inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale ed incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di anni dieci.
PREMESSO ALTRESI’ CHE
-          Il Comune di Giussano risulta essere costituito quale parte civile nel giudizio celebratosi dinnanzi al tribunale di Monza a carico, tra gli altri, di Franco Riva e Massimo Ponzoni;
 
OSSERVATO INFINE CHE
-          le normative che disciplinano le incompatibilità e le disposizioni sulla trasparenza nella p.a., estendono i relativi divieti/e/o adempimenti fino ai parenti di secondo grado (moglie, figli e fratelli);
Tutto ciò premesso
SI CHIEDE
a)    di voler confermare se Elena Riva sia effettivamente la figlia dell’ex Sindaco
b)    se il Sindaco fosse a conoscenza del legame di parentela sopra ricordato;
c)    per quali ragioni il Sindaco abbia deciso di nominare la suddetta Elena Riva revisore dei conti;
d)    se abbia valutato la detta opportunità anche da un punto di vista politico.
 

 
Al signor Sindaco del Comune di Giussano
Matteo Riva

              

LORO SEDI

OGGETTO: interrogazione

I sottoscritti consiglieri Comunali  Emanuela Beacco e Stefano Tagliabue

PREMESSO CHE

-          Il Comune di Giussano risulta essere costituito quale parte civile nel giudizio celebratosi dinnanzi al Tribunale di Monza a carico, tra gli altri, di Franco Riva e Massimo Ponzoni;

 
RILEVATO altresì CHE

-          con sentenza resa lo scorso aprile, il Tribunale di Monza assolveva, con formula dubitativa, Franco Riva dall’accusa di corruzione

VISTO CHE
 
-          dalle notizie emerse dalla stampa risulta che il suddetto capo di assoluzione sia stato appellato dal pubblico ministero.

Tutto ciò premesso

                 
SI CHIEDE

a)     se la Giunta ed il Sindaco abbiano valutato opportunità di impugnare in proprio la sentenza, quale parte civile, art. 576 c.p.p.
b)     se abbiano dato incarico al patrono di parte civile di sollecitare il PM a interporre appello;
c)       ovvero nel caso di riposta negativa e/o di inerzia per quali ragioni Sindaco e Giunta abbiano deciso di rimanere inattivi

lunedì 8 dicembre 2014

La giungla delle leggi scritte dai burocrati. Molte, oscure, complicate

Il problema dell'Italia, non è dato dall'assenza di leggi.
Ma da un profluvio di normative. Molte, oscure e complicate.
La situazione è (peggiorata) ed è destinata a deteriorarsi grazie all'abuso che da anni si fa in quel di Roma dello strumento del decreto legge, che introduce nell'ordinamento un corpo di norme contradditorie e caotiche (Segnalo un interessante commento)
Accanto alla assoluta incomprensibilità e inattuazione di molte delle norme, c'è poi un secondo aspetto, non irrilevante da considerare.
La decretazione d'urgenza, troppo spesso blindata dal voto di fiducia, ha portato ad affermare il primato dei burocrati  (alias i funzionari ministeriali) sull'organo elettivo, che ha abdicato così alla sua funzione, riducendo i Parlamentari a meri passacarte delle decisioni prese dal Governo.
A pensarci bene, è un po' quello che accade (su scala più piccola) nei consigli comunali.
La generica e diffusa impreparazione dei consiglieri comunali, riduce l'assise a mera rettificatrice delle decisioni prese altrove.
La caotica proliferazione di norme incomprensibili, aumenta invece il potere dei funzionari, i soli che quelle norme le sanno interpretare
Funzionari che molto spesso  - per usare una metafora provocatoria - fanno finta di portarti in un bosco fitto fitto, dal quale poi decidono loro come farti uscire...
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