mercoledì 17 settembre 2008

Rifkin: quale futuro ci attende?

Mi sono ripromessa – vediamo se ci riesco – di fare dei brevi riassunti delle lezioni della Summer School, seminari che hanno offerto dei validi spunti di riflessione, sui problemi più complessi che le nostre società sono chiamate ad affrontare
Partirei dalla magistrale lezione di Jeremy Rifkin dal titolo “ambiente e clima”, sul problema energetico e dello sviluppo sostenibile, tenutasi sabato mattina (esatto, quello che ho potuto seguire grazie alla soppressione inaspettata dei treni.. per la serie non tutto il male viene per nuocere).
Racconta Rifkin di aver risposto, alla cancelliera tedesca Merkel che gli chiedeva come “far crescere l’economia tedesca nel XXI secolo” che la vera domanda è come far crescere l’economia, nelle ultime fasi dell’era energetica caratterizzata da carbone, petrolio, gas naturali e uranio.
Energie che governano il nostro mondo (la plastica, i farmaci, gli abiti sono tutti realizzati con combustibile fossile), ma che creano problemi maggiori dei vantaggi che offrono.
Ricorda l'economista statunitense che siamo al tramonto dell'era energetica, un tramonto che potrà durare anche diversi decenni, ma che pone quattro questioni fondamentali, e la capacità di affrontarli determinerà la civiltà del futuro.
1) L’economia globale sta attraversando una fase di stasi: il costo eccessivo delle risorse energetiche, determina l'inflazione, alla quale fa seguito un minore potere di acquisto, e quindi una contrazione dei consumi ed un aumento dell’indebitamento. Evidenzia Rifkin come il mondo non si possa più permettere, di mandare l'uva dal Brasile a Washington.
Le vittime di questa situazione sono soprattutto i paesi in via di sviluppo (100 dollari è il costo al barile del petrolio, il prezzo degli alimenti è aumentato del 54%, per quei 1,2, miliardi
di persone che vivono con un dollaro al giorno, vuol dire che metà del reddito viene destinato al cibo (v. corriere di oggi ).
2 ) instabilità politica dei paesi che producono petrolio. Un terzo delle guerre esistenti si svolge in queste aree.
E’ il peggior periodo dalla pace di Vestfalia, nei prossimi anni non ci sarà sufficiente petrolio per tutti (secondo le visioni più pessimistiche già nel 2010 – 2011 ci saranno gravi problemi) Il mondo è vulnerabile, siamo in balia degli uragani o delle azione degli integralisti.
3) L’esaurimento delle riserve di petrolio.
Negli ultimi 10 anni, i geologi del mondo hanno sostenuto, nella visione più pessimistica, che il picco nell’utilizzo del petrolio ci sarà tra il 2010 e il 2020. Il picco nella produzione del petrolio in Arabia sarebbe stato raggiunto nel 2005, in Russia avverrà nel 2010. Anche i più ottimisti parlano di picco di utilizzo nel 2014. Al di là della data più o meno azzeccata, è chiaro - evidenzia Rifkin - che il tempo a disposizione è troppo poco per creare una nuova era.

4) Cambiamento climatico. Il calore non riesce più ad uscire dalla Terra.

La situazione è molto più grave di quella che i leader politici descrivono. Il terzo rapporto delle Nazioni Unite prevedeva lo scioglimento dei ghiacci nel XXII sec. Il quarto denuncia l’attuale scioglimento delle nevi. Che ne sarà degli abitanti delle valli che prendono acqua dai ghiacciai? Dopo gli uragani Katrina, Gustav, è arrivato Hike e siamo solo nel 2008. Si domanda Rifkin ( e ce lo domandiamo anche noi) “dove sono i leader politici?” - accusa- “stiamo dormendo”. Il IV rapporto ambientale parla di orsi che affogano, mai prima si era verificato. Si rischia l’estinzione potenziale della nostra specie. Sta aumentando la temperatura. Secondo le stime più ottimistiche assisteremo ad un suo aumento di 3°, la stessa temperatura che c'era sulla Terra tre milioni di anni fa, nell’era del pliocene, un sistema completamente diverso, che rischia di eliminare le biodiversità. Occorrono 10 milioni di anni per ricostruire l'ecosistema. Si prevede un rilascio catastrofico del metano che non è incluso nel IV rapporto. Occorre svegliarsi di fronte al cambiamento climatico: fare una diagnosi scientifica, promuovere una nuova economia per il mondo, un nuovo piano, un nuovo programma economico.

Errori: etanolo, energia nucleare, carbonio.

*** * ***

Le grandi rivoluzioni – ricorda Rifkin - accadono quando cambiano le energie usate e le modalità in cui organizziamo la nuova comunicazione energetica.

I mesopotami sono stati i primi a catturare il sole con il grano, le donne hanno inventato l’economia (con la ceramica), gli uomini hanno ripreso, con la politica, il potere, e poi è stata inventata la scrittura per comunicare questa rivoluzione economica. Senza alfabetizzazione di massa non sarebbe stata possibile la rivoluzione industriale (con i manoscritti, non sarebbe certo stata possibile). Oggi – rileva l’economista statunitense - assistiamo ad una grande rivoluzione nel campo della comunicazione: You tube, wikipedia. Si è avuta una vera e propria rivoluzione informatica, con l'affermarsi della comunicazione open source. La comunicazione viene distribuita per darci una nuova energia “distribuita”. Si finisce con la “gerarchia”. L’energia "distribuita" è l’opposto dell’energia dell’"Elite". Il petrolio, i grandi giacimenti, non si trovano nel nostro giardino, ma solo in località ben precise, richiedono ingenti investimenti, grandi capitali centralizzati. Sono energie distribuite, invece: il sole, il vento, le maree, il calore sotto terra, l’acqua. Ogni casa, ogni ufficio, ogni fabbrica deve diventare una stazione che raccoglie energia.

Ricorda - Rifkin - ad esempio come in Spagna, Axioma abbia prodotto edifici in cui viene prodotta energia è solare; sempre in Spagna, la General Motors, sta realizzando a Saragozza il tetto più grande del mondo ad energia solare in grado di coprire il fabbisogno di energia non solo della fabbrica ma di altre 47.000 case. La spesa necessaria alla sua realizzazione verrà ripagata in 10 anni. Gli architetti italiani vanno a costruire gli edifici a risparmio energetico ad Abudab … (..per la serie le nostre eccellenze le facciamo sempre andare altrove!) Secondo Rifkin per far ripartire l’economia occorre convertire gli edifici.

Quali i pilastri della quarta rivoluzione energetica? Eccoli: 1) ridurre l’emissione di C02, mediante la riconversione degli edifici; 2) puntare sulle energie rinnovabili distribuite; 3) usare l’idrogeno per immagazzinarle Secondo Rifkin il nostro governo “non ha fatto le leggi giuste” , ricorda che per trenta anni i leader politici hanno negato che i mulini e il calore geotermico potessero avere la forza del carbone, petrolio, gas naturali ed Uranio. 4) creare una rete italiana di distribuzione di seconda generazione. Ribadisce come le prime vittime del cambiamento siano i paesi del sud, che non hanno energie: il 25% del genere umano (1 uomo su 4), non ha mai visto l’elettricità. Energia che ha liberato le donne dal lavoro, Secondo Rifkin non occorre opporsi alla “globalizzazione” ma “all’elitarismo”.

Unione Europea: la UE, nata come comunità del carbone e dell’energia, possiede la più grande economia del mondo. Il PIL dell’Unione Europea supera quello dell’America. L’UE è la più grande esportatrice mondiale. Abbiamo la Biomassa in Polonia, il Vento in Irlanda, il sole in Italia. (occorrono, dice l’economista, “azioni”.. il nostro problema “Troppe parole, poche azioni”.)

Serve un cambiamento cognitivo nei prossimi vent’anni: questo il tempo a nostra disposizione per mutare le coscienze, per modificare la visione del mondo, per passare dalla geopolitica alla politica della biosfera, dalla libertà geopolitica alla libertà della biosfera. Diritti Umani Universali: ecco il primo diritto di ogni essere umano: ogni creatura ha diritto di avere accesso all’energia del sole.

Il Nucleare: è un errore. Eccone le ragioni:

1) Ricorda Rifkin che se è vero che con l’energia nucleare non si immette anidride carbonica, è altrettanto vero che il rendimento del nucleare è bassissimo. I 443 impianti industriali esistenti – tutti vecchi – producono solo il 5% dell’energia mondiale. Per avere un impatto sui cambiamenti climatici, occorrerebbe produrre il 20% dell’energia, il che vorrebbe dire costruire 3 impianti ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. E’ impossibile.

2) E’ un errore, perché non sappiamo cosa fare delle scorie. Gli Stati Uniti hanno deciso di metterle “in una grotta in una montagna”-; non vi hanno ancora messo “nulla .. e già la grotta perde!”

3) E’ un errore perché non risolve il problema dell’approvvigionamento delle risorse: nel 2020- 2025 ci sarà un deficit nella produzione di Uranio. E’ vero, si può, come alternativa usare il plutonio … ma chi lo vuole in un’epoca di così grande instabilità? Il 77% dell’energia francese deriva dal nucleare: ebbene in Francia il 40% dell’acqua serve per raffreddare i reattori nucleari. Le numerose morti che si sono registrate in Francia nell’estate calda di qualche tempo fa, sono legate al fatto che non c’era acqua. E’ illusorio pensare che il nucleare possa salvare il mondo. ZAPATERO ha fatto la terza rivoluzione industriale, e in Italia che cosa si è fatto? (si domanda Rifkin, e ce lo domandiamo anche noi …) Occorre parlare con le Utilities, per non perdere i nuovi mercati dell’energia distribuita

1 commento:

Paolo ha detto...

Meno male che hai parlato di brevi riassunti... Viva la sitnesi!