Non è bastato quel gran "bel bagai" di Raz Degan a trasformare l’Alberto di Martinelli nell'atteso colossal del XXI secolo.
Unanime il Giudizio, senza appello, dell’Italia Unita: un flop galattico (lo dicono tutti dal Corriere della Sera all'Osservatore Romano).
Peccato solo che il conto del fallimento non lo paghino nè il Barbarossa, nè il Carrocio, ma il solito (povero) pantalone.
2 commenti:
La povertà mentale della maggior parte dei leghisti è palese ancora una volta nella faccia tosta con cui è stato pubblicizzato quest’orribile film di partito. Il senatùr, come da famosa intercettazione, rompe le palle al premier, per un prodotto cinematografico che è costato trenta milioni di euro e che non ha guadagnato neanche una sillaba di protesta dei noti ipocriti promotori della lotta allo spreco presenti nel governo.
Il regista, che è riuscito a farsi dare questa montagna di denaro spacciando per opera di alto valore culturale una noiosa, falsa e idiota propaganda (tra l'altro: ALBERTO DA GIUSSANO NON é MAI ESISTITO, STUDIATE LEGHISTI) s’era già fatto conoscere per le sue banalissime patacche ideologiche sui terroristi islamisti, il pugile Carnera o il delitto Moro. La repubblica italiana ha investito su questa presunta mente artistica ed ha incontrato un fallimento clamoroso, snobbato perfino dagli analfabeti militonti ai quali era esplicitamente rivolto. Il monte spaccone del Padania Pride, con tanto di seratona al Castello sforzesco, ha partorito un sorcio disgustoso e inguardabile. Ma questo ignobile spacciatore di escrementi cinematografici continuerà a lavorare, alla faccia della lotta contro i ladroni e gli spreconi. E si permette anche di confessare: "Qui posso permettermi una troupe di 130 persone, solo 15 gli italiani, i capisquadra. Qui ho a disposizione migliaia di comparse, cavalli e stuntman a bizzeffe. Un macchinista in Italia costa 1500 euro al giorno, qui 300.Da noi dopo nove ore scatta lo straordinario, qui non esistono limiti d’orario. Per la manovalanza si usa lo “zingarume rumeno” a 400, 500 euro la settimana». Applausi per il razzista furbo. Un filmaccio per beoti identitari interpretato da un mediorientale, girato in Romania e recitato in inglese.
Qui i trecentomila fucili tacciono, la rabbia del popolo ha gli occhi a terra,
la lega perdona e permette tutto ...
Si, probabilmente lo e
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