venerdì 20 marzo 2009

Forse, forse il colore della cartaigienica. O forse, neppure quello.

Quando anche la Camera avrà approvato il disegno di legge (già votato lo scorso 4 marzo dal Senato), il colore della carta igienica rimarrà probabilmente l’unica cosa sulla quale, in futuro, i nostri Sindaci potranno dire la loro.
Se la normativa dovesse ricevere anche le grazie del secondo ramo del Parlamento, per i Comuni ed i loro primi cittadini sistemare marciapiedi, realizzare una pista ciclabile, gestire la raccolta dei rifiuti o fornire i pasti ai bambini delle scuole, diventerà un’impresa titanica.
Il disegno di legge sul tavolo dei nostri onorevoli riuscirà, infatti, a complicare l’iter, tutto sommato piuttosto semplice, che le amministrazione comunali devono seguire per garantire ai propri cittadini i necessari servizi.
Oggi, ad esempio, per sistemare un marciapiede, od una strada è sufficiente predisporre un progetto; incaricare i funzionari; fare un bando per scegliere, in modo trasparente, chi realizzerà quell’opera.
Il tutto avviene sotto l'attento controllo degli amministratori, che rispondono ai loro concittadini del proprio operato.
Direttamente.
In prima persona mettendoci (e perdendoci, se sbagliano) "la faccia".
Se il Sindaco è bravo nel reperire le risorse, e far quadrare il bilancio, il gioco è dunque presto fatto. I politici comodamente seduti nelle poltrone rosse del Parlamento Italiano pensano, però, che gli amministratori locali siano tutti dei gran furfanti, pronti a depredare le casse comunali ( personalmente, non so più dove mettere i soldi raccatati in questi anni ....).
E, quindi, hanno ben pensato di togliere gli appalti di opere e servizi ai comuni, per darli in pasto direttamente alle " centrali di committenza ".
Cioè, a soggetti “terzi”, estranei all’amministrazione comunale, incaricati di gestire tutti gli acquisti. Tutti i contratti. Tutti gli appalti.
In teoria, i Sindaci potranno pure decidere di continuare come prima, ma sugli impavidi amministratori che osassero sfidare le volontà del centralista legislatore romano, penderebbe una doppia spada di Damocle. Infatti, i Primi cittadini, rischiano, da un lato, di essere spediti dritti, dritti davanti alla Corte dei Conti ( il che significa dover pagare di tasca propria ).
Dall'altro, di vedersi congelate tutte le entrate.
E quindi un black out dell'amministrazione.
*** * ***
Ma andiamo oltre.
La legge, per evitare derive federaliste dei poveri comuni, si preoccupa anche di individuare le centrali di committenza.
E ne identifica addirittura due.
La Consip S.p.a, una società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), ( "Roma Ladrona" giusto per capirci ). E la Regione.
Il che dalle nostre parti, nella formigoniana Lombardia, coincide con "Comunione e Disperazione" .
E la disgrazia per i poveri Sindaci inizia proprio qui.
Già perché se per caso il cittadino si inc….za per i buchi nelle strade o perché nella minestra del figlio galleggiano delle saporite mosche, non se la prende certo con " Roma Ladrona" – geograficamente troppo lontana- nè con quelli di " Comunione e Disperazione", arroccati nel loro bel Pirellone.
Certo che no.
Il cittadino inviperito andrà – giustamente - a sbraitare dal Sindaco, che poveretto, è, sventura sua, quello più a portata di mano.
A dire il vero, la legge ammette pure una generosa ( e non solo in senso metaforico) scappatoia.
La normativa consente, infatti, ai comuni di costituire loro delle “centrali di committenza”. Associandosi o consorziandosi.
Il che in soldoni si traduce nella creazione di un nuovo ente. Con un nuovo consiglio di amministrazione, da retribuire – chiaramente- con lauti gettoni di presenza. Con nuovo direttore (per la gioia dei segretari comunali). Nuovi consulenti. Nuovo personale.
Nuovi inutili costi.
Va bene che in tempi di magra è quanto mai importante dimostrarsi generosi con gli amici degli amici, ma chiedere che questa magnanimità gravi sul contribuente - già tanto impoverito dalla recessione - non mi pare una grande idea.
Siccome poi per la legge di Murphy dell’amministrazione italiana “nessuno si fida di nessuno”, per controllare l’operato del consorzio il Sindaco dovrà comunque utilizzare i funzionari del comune.
Ed assisteremo al film di sempre.
Che si chiude con la solita morale: l’inutile dispendio di risorse e di tempo. Tempo per i semplici passaggi di carta tra enti. Tempo per mettere d'accordo i diversi organismi ( la burocratese "concertazione" ) ... Non c'è che dire.
Un bell'esempio della tanto sbandierata " semplificazione ".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti sono d'accordo. cosa ce ne facciamo di tutti questi enti. ti lancio una idea: a che cosa servono tutti i circa 4.000.000 (quattromilioni) di dipendenti pubblici, semplifichiamo anche quelli diciamo la metà. tu sarai sicuramente d'accordo visto il tenore dal tuo post.

emanuela ha detto...

credo sia importante ricordare che ci sono amministrazioni efficienti e virtuose, sottoorganico ed ammnistrazioni con più dipendenti che cittadini.

Quanto al resto,sono d'accordo con te . Bisogna eliminare gli inutili sprechi, snellire gli enti con troppi consigli di amministrazione, eliminare quelli che sono carrozzoni senza competenze, sostenendo invece quelli che fanno bene il loro lavoro..

Vanno soprattutto aiutati e sostenuti i comuni, sulle cui spalle gravano tutti i servizi per i cittadini.
Comuni sempre più privati di risorse.