domenica 7 dicembre 2008

Siamo al paradosso

L’arcivescovo di Milano invita al dialogo con l’Islam, e un ministro del Governo Italiano,
in tutta risposta, lo accusa di essere l’ultimo cattocomunista.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se è lecito stabilire una corrispondenza tra sapere e virtù,non deve sfuggire alla cronaca l'elaborazione della proposta di Legge contro la costruzione in Italia dei luoghi di culto degli Islamici sottoscritta dall'on.Cota:è un pezzo di Storia.

Anonimo ha detto...

Penso che non dobbiamo esse ipocriti. Dialogare con chi? Abbiamo un brottissimo esempio in Giussano dove si e tesa una mano anzi tutte e due per aiutare dei musulmani che tradendo la fiducia tramavano attentati con il fine di uccidere persone inermi.

emanuela ha detto...

Caro anonimo, non credere che quello che tu definisci, da un certo punto di vista pure correttamente, "tradimento" turbi te, più quanto non abbia turbato me o l'Assessore Elli.

L'episodio, se sarà accertata giudizialmente la loro colpevolezza è gravissimo, ingiustificabile ed indifendibile.
La vita umana è sacra, ed ogni attentato alla stessa(anche sotto forma della sua "sola" messa in pericolo)deve essere perseguito e represso.
Ciò premesso, credo che la via del dialogo sia veramente l'unica percorribile.

Ragionamo - per ipotesi -pure a "contrario": ipotizziamo di perseguire la linea "dura", che propone di isolare gli (tutti gli )islamici. Releghiamoli nelle zone più degradate, interrompiamo ogni dialogo, impediamogli di pregare pubblicamente, obbligandoli a ritrovarsi clandestinamente.. Quale credi possa essere
l'effetto a lungo termine di queste politiche?
Rabbia, rancore che si trasforma violenza e - se proprio vogliamo ragionare in modo cinico e pragmatico - minor controllo sulle attività di possibili fanatici. Allora sì che la prevenzione di eventuali attentati rischierebbe di diventare impossibile...

sulla proposta dell'On. Cota, mi informerò!