venerdì 5 dicembre 2008

Moschee: l'ultima parola sia dei cittadini

La Lega Nord, forte del consenso dell’opinione pubblica sconcertata dal recente arresto
dei due magrebini collegati alla moschea di Macherio, chiede la moratoria contro
la costruzione di nuovi templi islamici.
Secondo il partito di Bossi, infatti, le moschee non sarebbero luoghi di culto, bensì di
reclutamento e raccolta di fondi per finanziare il terrorismo e preparare attentati.
Riflettendo, così, un po' a caldo sul tema, mi viene innanzitutto da pensare che se la Lega, con questa trovata,
pensa di raggiungere il mal celato obiettivo di impedire ai musulmani di praticare la loro religione, rischia,
aimè, di incorrere in una gran brutta delusione.
E non tanto perché esiste un art. 19 della Costituzione, che garantisce la libertà di culto, o perché il rispetto della religione rappresenta una condicio sine qua non del processo di integrazione ( come da più parti ribadito).
No, la ragione dell'ineludibile sconfitta del sogno leghista è molto più semplice e banale,
riassumibile in queste poche parole: è fisicamente impossibile impedire a
migliaia (milioni?) di persone di trovarsi a pregare insieme (in strada, nelle case, nei luoghi più disparati)
E per capirlo, non occorre essere dei grandi statisti, basta rileggere qualche pagina dei libri di storia.
Se, infatti, neppure gli imperatori romani (che con l’editto di Costantino hanno definitivamente deposto le armi), con le loro crudeli persecuzioni, durate per tre secoli, sono riusciti ad eliminare i cristiani, dubito che gli onorevoli Maroni, Borghezio e Calderoli possano oggi ottenere, a colpi di magliette verdi, slogan elettorali e vignette anti-islam, risultati migliori dei nostri illustri antenati nei confronti dei musulmani.
La Lega, per accrescere il proprio consenso elettorale, chiede poi, che prima di autorizzare
l'apertura di nuove moschee, l'amministrazione comunale indica un referendum
popolare.
La proposta di ricorrere ad uno strumento di democrazia diretta, che consenta a ogni cittadino, come si dice, di far “sentire anche la sua voce”, non può che ottenere il mio naturale plauso.
Fatico a trovare delle valide ragioni per sottrarre un dibattito tanto accesso ad un confronto diretto con il corpo elettorale.
Capisco l'esigenza di evitare che Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali sacrifichino sull’altare delle proprie (per quanto rispettabili e magari condivisibili) idee, le sensibilità, le priorità ed i desiderata dei propri cittadini ai quali occorre, con profonda umiltà, rimettere la decisione delle questioni più delicate, complesse, in grado di maggiormente incidere sulla vita della comunità locale.
Facciamolo, dunque.
Promuoviamo la più ampia consultazione popolare (chissà che non serva pure a contrastare l’apatia politica che ovunque si respira).
Ma, se democrazia deve essere, allora lo sia per tutto e per tutti.
Non limitiamoci, strumentalmente, ad invocare la consultazione dei nostri cittadini solo per fomentare la scottante diatriba sulla costruzione di nuove moschee.
Andiamo oltre.
Sottoponiamo al vaglio della popolazione, ad esempio, le scelte, di tipo urbanistico ed ambientali delle amministrazioni comunali.
Consentiamo ai cittadini di dire la loro anche sul futuro della loro città.
A meno che la Lega non voglia farci intendere che la costruzione di una moschea incide(peggiorando o migliorandone la qualità) sulla vita di una comunità, più di quanto non
siano in grado di fare le scelte sull’uso (e troppo spesso) sull’abuso del territorio.
Proprio a Desio – città la cui giunta registra una componente leghista- è stato richiesto, nei giorni scorsi, un referendum sul nuovo strumento urbanistico comunale, il Piano di Governo del Territorio.
Chissà se quando si tratterà di vagliarne l’ammissibilità, il partito dell’onorevole Bossi, sarà altrettanto deciso e risoluto nel richiedere e sostenere la consultazione popolare ed il coinvolgimento della cittadinanza locale?
O se invece non deciderà, ricorrendo magari a qualche appiglio legale - di mettere il bavaglio alla sua comunità?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

i referendum e le iniziative (referendum propositivi) sono il fondamento della democrazia Svizzera da secoli, Californiana da 100 anni e Bavarese da 18 anni. E i cittadini hanno mostrato di saper scegliere meglio (o comunque non peggio) dei loro amministratori. Se noi italiani a volte siamo titubanti con questi strumenti è perchè da noi sono stati azzoppati con il quorum. In Svizzera, California e Baviera non hanno quorum, oppure è molto basso.
paolo m.
altre notizie sulla democrazia diretta e partecipazione su
www.paolomichelotto.it

emanuela ha detto...

Sulla capacità dei cittadini di scegliere meglio dei propri politici, ho veramente pochi dubbi.

Condivido, anche il resto della tua analisi: la previsione del quorum previsto per la validità dei referendum (50% dell'elettorato), di fatto, ne inficia l'efficiacia, consentendo, con la pratica dell'astensionismo di paralizzarlo com(e dimostra la storia del fallimento di tutti (o quasi tutti) i referendum comunali ..).
Terrò d'occhio il tuo sito...

Anonimo ha detto...

I referendum sono il momento più alto della nostra democrazia.Sono daccordo che ai cittadini bisogna dare questa possibilità.La partecipazione dei cittadini dipende su cosa cisi deve esprimere,per esempio se chidessimo se non realizzare una moschea sono sicuro che tutti i cittadini di Giussano parteciperebbero.

emanuela ha detto...

Non dubito del fatto che su un tema così "scottante" si possa creare una grossa mobilitazione; ma questo non toglie validità alcuna alle valutazioni - da me condivise- di Paolo ...