sabato 15 novembre 2008

Buon sangue non mente

Ma che nepotismo e nepotismo.
In Italia siamo per la meritocrazia: e lo dimostrano i fatti.
Ad, esempio, i posti di ricercatore se li accaparrano i figli dei docenti, semplicemente in quanto
“sono più braviperché hanno tutta la «forma mentis» che si crea nell'ambito familiare tipico dei professori».
Chiaro il concetto?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi può sorprendersi della omologazione dell'"esser bravi" alla pratica della abilità tecnica del raggiro appresa nelle abitudini di famiglia?Molto attrezzata la tresca del padre,coerente l'esercizio della ben organizzata "forma mentis" del figlio.Ciò tuttavia è letteratura.Cordialmente.
T.Marcelli

EN ha detto...

Non solo.
Ma magari tra poco ci sarà anche un nuovo Lombroso che sosterrà che per ricercare occorre un ben preciso
"pedigree" del ricercatore, con tanto
di albro genealogico e via dicendo.
Magari con la tipica "faccia" da
scienziato, non so, gobbo con gli occhiali, oppure alto e allampanato,
sfortunato con l'altro sesso, oppure il contrario: inscritto a qualche club di belli e impossibili, o amante di sport sociali (evito gli esempi).

Poi, certo, chi meglio di un genitore può capire il segreto fuoco sacro
per la ricerca del figlio/a?

emanuela ha detto...

come non darvi, ahimè, ragione...