mercoledì 5 novembre 2008

4 Novembre. Ma noi ci siamo fermati a quello del 1928

Nello stesso giorno in cui oltreoceano si guardava con speranza al futuro.
Nel medesimo giorno in cui il popolo statunitense si preparava ad inneggiare e festeggiare la memorabile vittoria del giovane Obama, il primo presidente di colore della storia americana.
Nel giorno del cambiamento, i vecchi volti cartaimpecoriti della politica italiana riesumavano, con toni mesti e nostalgici, il nostro più inglorioso ed indecorso passato.
Con un tempismo eccezionale, il senatore Marcello dell'Utri - il cui epico curriculum vanta niente poco di meno che una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa - torna a riproporre le sue eccentriche (per usare un eufemismo) topiche.
Ricorda come un eroe il mafioso e pluricondannato Mangano, lo stalliere di Arcore e critica l'antimafia; denigra l'antifascismo e glorifica l’operato del ventennio. E, poi ... i conduttori del Tg3. Suvvia mancano di "appeal" .
Certo anche noi popolo gaudente, alle giornaliste intelligenti e competenti, preferiremmo donne scosciate, dalle scollature esagerate, magari meno abili nel riportare la notizia, ma certamente più rispondenti ai desideri di un esigente pubblico maschilista...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè non c'è mai nessuno nel partito o nel mondo della cultura che gli ricacci in gola le sue provocazioni ?
Paura di sentirsi troppo antifascisti e giustizialisti ?

Anonimo ha detto...

Che gioia poter sperare che il mondo può cambiare guardando all'elezione di Obama...che tristezza dover constatare che il nostro paese sembra ogni giorno di più regredire verso tempi che definire bui è poco!!!