Tra poche ore sapremo come sarà finita questa lunga corsa alla Casa Bianca;
chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, colui che dovrà traghettare quella che per decenni è stata la prima potenza economica mondiale attraverso la travolgente tempesta dell'imperante crisi economica.
Una lunghissima maratona, quella delle elezioni americane, che per i peculiari tratti, forse più personali che politici, dei suoi protagonisti, ci ha in qualche modo anche affascinati: l’ex First Lady, paladina delle femministe, il giovane senatore dell’Illinois, corteggiato in Italia, a destra e a sinistra, il grande veterano, l’avvenente e chiaccheratissima candidata alla vicepresidenza...
Al di là delle scontate prese di posizione, della mitizzazione più o meno condivisibile dei protagonisti delle elezioni americane, c’è però, tra tutti, un elemento che merita particolare attenzione.
L’originale metodo di finanziamento usato da Obama per la sua costosissima campagna elettorale.
Un sistema, basato sulla raccolta di fondi tra la popolazione, che da un lato fà emergere e rinvigorisce la voglia dei cittadini di partecipare alla vita politica, dall’altro consente al candidato in pectore di affrancarsi dalle lobby di potere.
Tra breve sapremo se l’ eccentrica scelta sarà stata oltre che controcorrente anche vincente.
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