mercoledì 14 maggio 2014

Il problema Lamplast. La nostra proposta/soluzione che tuteli sia il lavoro che l'ambiente.


L'amministrazione, (la buona amministrazione) deve essere capace di offrire soluzioni serie, percorribili e concrete ai problemi.
Il cittadino - almeno io la penso così- non si aspetta dal Sindaco atteggiamenti demagogici; da "ammaliatore" di piazze,  ma risposte competenti, serie, realistiche.
Chi si propone di amministrare un comune non può limitarsi a snocciolare problemi.
Alla "diagnosi" delle cose che "non funzionano" occorre far seguire la cura, per uscire dalla "patologia". Altrimenti, si rischia la paralisi della macchina amministrativa.
Traendo spunto dalle domande poste dal Cittadino, nel corso del faccia a faccia, dello scorso lunedì dedicherò alcuni post alle soluzioni, che noi - io ed i miei candidati consiglieri - proponiamo (per lo più il popst riproporrà il testo del mio intervento al dibattito).Partiamo dalla questione Lamplast. L'opificio che si trova nel parco regionale della Valle del Lambro.L'obbligo di delocalizzare altrove l'attività è imposto dalle  Norme del Piano territoriale del Parco regionale della Valle Lambro.E' , come dire , un obbligo di legge.

IL PROBLEMA:
L'ente preposto alla tutela del parco pone, infatti, i sedimi su cui si trovano le strutture  Lamplast, “tra gli ambiti produttivi incompatibili” (si v. art. 20)
Viene che considerata dall'Ente Parco una attività incompatibile con la sua attuale localizzazione.

Proprio perché incompatibile la norma  “in relazione a tali ambiti" prescrive che "i Comuni debbono (devono ....non possono) avviare nel periodo successivo all’entrata in vigore del Piano Territoriale di Coordinamento (le norme del Parco Risalgono al 2000) -14 anni fa)   l’attività di pianificazione urbanistica indirizzandola all’individuazione di aree ...........all’esterno del perimetro del parco... da assoggettare eventualmente a Piano di Insediamento Produttivi"
Tali aree - prosegue la norma - dovranno essere appositamente ed esclusivamente riservate al trasferimento delle attività produttive insediate in ambiti incompatibili.... "
La norma infine precisa che "con l'approvazione di un Programma Convenzionato di riqualificazione Urbana" ..il comune autorizzi  "interventi di recupero del complesso immobiliare destinato ad essere liberato dagli impianti produttivi incompatibili, definendo gli indici massimi di utilizzazione edificatoria dello stesso" Definendo cioè "quanto volume conferire"
Il parco , considera compatibile , con il delicato contesto ( s. v. comma successivo) "destinazioni d'uso residenziali, terziarie"
E’ dal 1999 (da quando sono stata nominata delegata nel Sindaco  nel Parco regionale della Valle del Lambro) che sento ribadire  che la ditta deve essere delocalizzata., visto che i TIR che passano stanno sventrando la Valle; da sempre i residenti lamentano l’ingolfamento dei poesanti tir destinati al trasporto della produzione.


LE  SOLUZIONI (possibili e percorribili):

6 ANNI FA, il Piano di Governo del Territorio dell'Amministrazione Franco Riva  (pgt a cui favore ha votato il candidato sindaco del Pd Matteo Riva)  individuava - per rispondere alla fondamentale esigenza ambientale di togliere Lampast dalla Valle dei Mulini - un ambito di Trasformazione, in fregio alla Via Vigano’ da assoggettare a Piano Particolareggiato di Iniziativa Pubblica (Ho personalmente molto insistito perché venisse introdotta questa previsione).
Certo, si tratta di un ambito libero da edificazione. Ma nel 2008 - prima che iniziasse la crisi edilizia- nessuno (neppure chi oggi contesta tale scelta), fu in grado di individuare altri ambiti...
Mi sembra che per risolvere il problema della delocalizzazione, imposta dal Parco a tutela dell'ambiente, non ci sia/fosse altra soluzione percorribile.... a meno  che non si preferisca dire al Sig. Lampalst di andare in un altro comune, o peggio in un altro nazione.

Soluzione condivisa .- in sostanza- da almeno tre degli attuali candidati Sindaci... (io, Matteo Riva del Pd..Ettore Trezzi, assessore uscente..)

SULLA RIQUALIFICAZIONE DEL CONTESTO

L’amministrazione uscente ha riconosciuto in loco dei volumi (circa il 70% degli attuali; forse tanto o forse poco... per dare un giudizio occorre guardare il piano finanziario. E questa non è la sede...)
E’ chiaro che la concessione di volumetria  (poi possiamo discutere sul quantum) risponde all’esigenza di  reperire  almeno una quota di risorse necessarie per il nuovo investimento (ovvero l’acquisizione dell’area in Via Vigano, lo spostamento dell’intero complesso, la bonifica dell’area lasciata nel Parco…).
La  LAMPALST NON è LA SAN VINCENZO: mi sembra peraltro contrario ad ogni principio di ragionevolezza imporre – specie in tempo di crisi- ad un imprenditore di sostenere i costi della delocalizzazione, gli investimenti per il nuovo insediamento, continuare a pagare mi dipendenti, di bonificare l’area.. per restiruiorla “a gratis” al parco
(Mi piacerebbe quanti sarebbero disposti a farlo..per la propria casa..)

Nel caso Lampast, non c'è solo l'ambiente da salvaguardare, ma ci sono anche oltre 100 posti di lavoro ... chi gli paga gli stipendi. O li ospita a pranzo?
Sarebbe bello restituire l’area al fiume, alla sua naturalità, libera e bonificata.
Il comune potrebbe espropriare l’area, e bonificarla.
Ma la domanda da un milione di euro è CHI PAGA? 
Per qualcuno (così ho sentito dire al dibattito), è più importante tutelare l'ambiente. I posti di lavoro ..non contano..anche perché (così si è detto)..non sono residenti.
Io credo che salvaguardia dell'ambiente  e  tutella dei posti di lavoro, siano due priorità del nostro territorio (A Giussano, molte ditte hanno chiuso, anche negli ultimi tempi.. credo non sia proprio il caso di aumentare il numero dei lavoratori licenziati o in cassaintegrazione)
So che il piano proposto dall’assessore uscente Trezzi è stato approvato e, che quindi almeno , apparentemente è intoccabile.

Secondo me,  però, si possono pensare anche delle soluzioni alternative… magari ricorrendo a quelli che tecnicamente vengono chiamati  meccanismi perequativi (chiedo scusa per i tecnicismi, ma proprio la conoscenza specifica di questa materia... mi consente di prospettare soluzioni concrete…non demagogiche e da urlatore di piazza)
Se fossi sindaco, riaprirei la trattativa con la proprietà, per individuare, ad esempio,  un’altra area, un contesto meno impattante sul quale fare atterrare i volumi….

Riqualificare, in modo compatibile, con l'ambiente l'area Lamplast..potrebbe avviare un circolo virtuoso sull'intero asse del fiume Lambro. Potrebbe essere un esempio da seguire per processi di rigenerazione di molte porzioni di parco, oggi abbruttiti da molti manufatti, ex fabbriche, ormai in stato fatiscente.


Alcune precisazioni su quanto emerso nel dibattito:
Nel 2009 – ormai ero fuori da ogni carica elettiva  -  sono stati proposti contro Lamplast due ricorsi al TAR.
Il primo promosso dai  consiglieri comunali di opposizione del PD Matto Riva, Alberto Elli,  Riva, Pierluigi Elli con anche  Emilio Nespoli
Il secondo da alcuni residenti del comune di Verano
Ho patrocinato la società in due ricorsi Lamplast. (non vivo di politica, sono  un avvocato,  e cmi occupo per lo più di questioni  urbanistico ambientali).
Il primo è stato dichiarato nel maggio 20913, perento, cioè estinto con  DECRETO N. 842/2013 dal TAR MILANO (non risponde pertanto al vero che è stato, come erroneamente ricordato nel dibattito vinto)
Il secondo di fatto è ormai improcedibile (i ricorrenti non hanno impugnato il pgt, né il successivo piano attuativo..per cui il ricorso è di fatto decaduto..)
Segnalo anche, per ragioni di trasparenza, che appena accettata la candidatura ho mandato la lettera r.r. di rinuncia al mandato.
Lettera ricevuta dalla ditta il 22.4. 2014
















1 commento:

Anonimo ha detto...

Il ragionamento fila ma...a tutti manca il tassello iniziale ovvero la quantificazione in soldi veri della bonifica ed un biz plan per il trasferimento. L incendio di 20anni fa che effetti ha avuto sul terreno? La lavorazione di metalli per la costruzione di macchine in regime di autarchia cosa significa in termini ambientali? Quanto tempo di fermo produzione necessita lo spostamento? Monetizzati questi fattori si potra discutere di volumetria...scopremdo che si parla di un grattacielo. C.