mercoledì 30 settembre 2009

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Si è dichiarato soddisfatto della risposta fornita dall'assessore all'Urbanistica Ettore Trezzi, Roberto Soloni, capogruppo di Giussano Democratica, uno dei consiglieri firmatari dell'interrogazione presentata nel Consiglio Comunale di Lunedì scorso.
"Le preoccupazioni espresse dal P.D. e da Giussano democratica riguardanti l’applicazione del così detto piano-casa in ambito locale, non possono che essere condivise; un po’ meno le motivazioni che vengono addotte a supporto.
Come correttamente evidenziato dai proponenti l’interrogazione, la Legge Regionale del 16 luglio 2009, n. 13Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia,” pubblicata sul BURL lo scorso 17 luglio, concede ai Comuni termine fino al 15 ottobre per decidere con “delibera motivata” le parti del territorio nelle quali le disposizioni della legge non trovano applicazione e per “fornire prescrizioni circa le modalità” della sua applicazione con riferimento “alla necessità di reperimento di spazi per parcheggi pertinenziali e a verde”.
Vorrei innanzitutto tranquillizzare tutti precisando che questo assessorato si è, già da tempo, attivato per porre in essere tutti i passi necessari per addivenire alla più corretta applicazione della normativa regionale. Una normativa piuttosto lacunosa che sta creando un ricco dibattito tra gli addetti ai lavori.
In sintesi :
1. Dal punto di vista procedurale, dopo la delibera di Giunta del 14 settembre 2009 , si è provveduto alla pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento ai sensi dell’art. 7 della L. 241/90, concedendo alla cittadinanza termine ultimo fino al 30 settembre per la presentazione di suggerimenti e proposte. Mi sembra opportuno ricordare che tale adempimento non sarebbe neppure previsto dalla legge 13.
Il fatto che questa amministrazione abbia ritenuto opportuno rendere pubblico l’avvio dell’iter è un chiaro segno della volontà dell’assessorato di affrontare la gestione del “piano casa” in modo responsabile, e non raffazzonando improvvisate delibere di stile dell’ultima ora.
Colgo, peraltro, l’occasione per invitare tutti i cittadini che hanno a cuore il nostro territorio, a far pervenire nei termini le loro osservazioni, segnalando quali aree del nostro paese siano a loro avviso meritevoli di particolare tutela.
2. Chiaramente più complesso, è invece, l’aspetto che potremmo chiamare sostanziale, legato cioè all’applicazione vera e propria della legge Regionale 13/2009.
Ho letto molto attentamente la lettera che qualche giorno fa, il Fondo per l’Ambiente Italiano ha inviato a tutti i Sindaci Lombardi sollecitandoli ad intervenire a difesa del territorio e fornendo loro alcune indicazioni volte a garantire il rispetto dei “caratteri identitari ” del territorio; la salvaguardia dei centri storici e delle zone di particolare valore paesaggistico ed ambientale allo scopo di preservarne le “speciali peculiarità”.
Criteri condivisi e condivisibili, ai quali anche il comune di Giussano intende ispirarsi.
Ai sensi dell’art. 5 comma 6 della L.R. 13, verrà, pertanto, esclusa la possibilità di ricorrere al “piano caso” nei centri storici e nei nuclei rurali di antica formazione, nella “zona laghetto”, in tutte le aree agricole presenti sul territorio.
Si sottrarranno al campo di applicazione della L. 13 anche i piani oggetto di apposita previsione attuativa (PL e Programmi Integrati di Intervento) e, soprattutto, gli ambiti B4 (tessuto consolidato misto da riqualificare), per i quali il PGT prevede la riqualificazione da produttivo in residenziale con permesso di costruire convenzionato.
Questa previsione del PGT – è bene fin d’ora dirlo - preoccupa non poco questa amministrazione
Sappiamo, lo ricorda l’interrogazione stessa, che per gli edifici ultimati entro il 31 marzo 2005 la Legge Regionale consente la sostituzione del vecchio fabbricato con un nuovo corpo edilizio, con un aumento volumetrico del 30% -35 %.
E’ quindi proprio nelle B4, definite dallo stesso strumento urbanistico, tessuto misto da riqualificare che potrebbe esplodere l’incremento volumetrico.
Un aumento che allo stato non è possibile quantificare, a causa del fatto che né il pgt vigente, né il documento di piano forniscono criteri utili a stabilire il ”potenziale volumetrico” di queste aree disseminate, a macchia di leopardo, sul territorio secondo una logica che francamente a me sfugge.
Stiamo pertanto studiando delle soluzioni giuridiche che possano evitare incontrollate proliferazioni volumetriche.
Nella delibera si farà anche attenzione a dettare prescrizioni per assicurare il necessario reperimento di spazi per parcheggi pertinenziali e a verde.
3. per quanto riguarda da ultimo la questione oneri. La legge regionale dà facoltà ai comuni di prevedere una riduzione degli oneri di urbanizzazione e del contributo sul costo di costruzione; in assenza di pronunciamento ad hoc, si applica ipso iure una riduzione del 30% “ del contributo di costruzione”.
Siamo consapevoli del fatto che una riduzione “tout court” degli oneri premierebbe, di fatto, la speculazione edilizia e la rendita fondiaria, penalizzando ulteriormente le già sofferenti casse delle amministrazioni comunali, che vedrebbero aumentare in modo esponenziale il proprio carico urbanistico, senza introitare le risorse necessarie per far fronte ai bisogni dei nuovi residenti.
Stiamo, pertanto, a tal riguardo valutando l’opportunità di introdurre una differenziazione negli oneri, distinguendo lo “sconto” che verrà concesso per gli interventi in ambito produttivo da quello che verrà, invece, accordato per le demolizioni/ricostruzioni residenziali.
Del resto, pensiamo, che sia compito dell’amministrazione sostenere, specie in questo momento di difficile congiuntura economica, le attività produttive locali, premiando quegli imprenditori che decidono di investire sul “lavoro”, ampliando la propria attività produttiva, piuttosto che sulla più facile via del “mattone”.
La riduzione degli oneri per gli interventi produttivi è una scelta, che indirettamente, andrà a vantaggio del tessuto sociale locale: l’ampliamento delle attività produttive potrà, infatti, agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro, quanto mai importanti vista la crisi che attanaglia la Brianza.
Con questo spero di aver risposto al punto n. 1 dell’interrogazione. (Quali misure contenitive intende attuare il Comune di Giussano ai sensi dell’art. 5 comma sesto, della legge regionale 13/2009)
Per quanto concerne i successivi punti 2 e 3 (2. strumenti per affrontare il problema della qualità degli interventi, della loro armonizzazione nel contesto urbano, sia dal punto di vista eco-ambientale che da quello architettonico e misure per vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri) credo sia sufficiente, in questa sede, evidenziare come alcune indicazioni e criteri siano stati forniti direttamente dal legislatore regionale, ad esempio con la delibera dello scorso 7 agosto, la Giunta regionale ha dato indicazioni sul verde.
Utili indicazioni sulla qualità degli interventi, l’armonizzazione con il contesto potranno essere fornite dal nuovo regolamento edilizio che il 7.8.2009 con Prot. N. 22269 è stata depositata la stesura definitiva.
Infine, in relazione alla questione della sicurezza dei cantieri, pur ritenendo che la materia non sia di stretta competenza di questo assessorato, mi sento, nondimeno, di affermare che gli uffici faranno tutto quanto dalla legge loro richiesto.
4. Prima di concludere due parole sull’iter da qui al 15 ottobre. Dopo domani scadranno, come ricordavo, i termini per la presentazione delle istanze/osservazioni, che verranno immediatamente sottoposte all’esame della commissione urbanistica- già convocata proprio per il 30 settembre. Le determinazioni della commissione saranno poi sottoposte al vaglio della Giunta e, successivamente, all’esame del Consiglio Comunale. "

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi raccomando, che la sacrosanta "zona laghetto" venga tutelata, venga congelata e mummificata come è adesso in quanto area d pregio paesaggistico e ambientale, che nessuno osi proporre sviluppi edilizi, che si conservi il degrado e l'abbandono, che si operi a svantaggio dei residenti perchè è l'unico polmone verde della città....!!!
di fatto per molti è una tragedia essere nati lì, scarsità di servizi, difficolta burocratiche accentuate ( provate voi a chiedere di aprire una finestra per fare un bagno!!!!), scarsa sicurezza, pessimi collegamenti col centro... purchè i cittadini che comodi passeggiano la domenica abbiano il loro verde, pieno di preservatvi lasciati dai trans, spazzatura, baracche e degrado...( e magari qualche attività industriale e non che non è prorio ecologica!!!!)
viva giussano!viva le aree tutelate e i paladini del verde...

Anonimo ha detto...

...e se uno si sogna di sistemare casa.... ecco che gli danno dello speculatore ( mentre quelli veri nessuno li nomina mai...) anche se suo nono decenni fa aveva i gelsi e le patate al fianco di quella casa..e alla fine la vende scoraggiato ... e lascia il posto ai nuovi "vips"...

emanuela ha detto...

Da sempre, sull'area laghetto si fronteggiano due posizioni estreme:
"mettiamo un bel lucchetto" sull'area del parco lambro, unico vero polmone verde rimasto

o

facciamo a qualche fortunato
proprietario il regalo di costruire delle belle villette a schiera immerse nel verde?

Credo che tra le due soluzioni
radicali si possa e si debba individuare una ragionevole via di mezzo, rispettosa del territorio
ed al tempo stesso capace di venire incontro alle esigenze di chi in quell'area vi è nato e cresciuto.

A mio avviso, un'applicazione indiscriminata della legge 13 potrebbe avere -lo hanno detto più voci-effetti deleteri.
Quindi no al piano casa così come disciplinato.

Credo, però, che sottrarre alla L.R. 13 questo ambito non possa e non debba essere letto come volontà di abbandonare le cascine a loro stesse, penalizzando i residenti.

Intanto, puo' essere utile ricordare che l'art. 47 delle NTA del PGT consente, negli ambiti agricoli insediati di frangia urbana(leggasi parco) "Sugli edifici di carattere residenziale una quota aggiuntiva “una tantum" di 250 mc per singolo edificio, da realizzarsi in adiacenza o in sopralzo al fabbricato".

Detto in soldoni, chi vuole fare un appartamento in più per il figlio, evitando che emigri altrove lo può già fare.

In secondo luogo sarebbe importante una (seria)
politica di riqualificazione delle cascine esistenti...
Ne trarrebbero giovamento tutti: gli abitanti, che avrebbero degli immobili di pregio, l'amministrazione, e soprattutto l'ambiente...

Capisco la rabbia del primo annimo: ce4rto che occorrerebbe, garantire maggiori controlli sull'area e una manutenzione ordinaria più accurata.

Si tratta, del resto, di interventi che andrebbero nella direzione di tutelare questo importante patrimonio ambientale, senza penalizzare chi vi ci abita ma al contrario dando al loro immobile un valore aggiunto.

Il problema vero è che - come sempre - occorre distinguere la (giusta) rimostranza di chi chiede questi interventi perchè si sente abbandonato dall'amministrazione, dalle rivendicazioni di quanti vorrebbero "sbloccare" tutto per costruire sul proprio terreno (magari pagato due soldi al contadino che lo ha venduto)delle
belle villette ...da "vips", per citare l'ultimo anonimo (che, non so lui, ma di certo io non mi potrei mai permettere di acquistare).

E francamente dubito che accontentare questi appettiti rientri tra i compiti di
un' amministrazione che voglia costruire una città vivibile per
i sui cittadini.

Anonimo ha detto...

fiumi di parole...
per avere alla fine il solito articoletto sul karate.
Spero di sbagliarmi