venerdì 10 luglio 2009

Un uomo. Punto,

5 commenti:

Geremia ha detto...

Da "Giornalettismo" una lettera di un'immigrata all'Italia.
"L’Argentina l’ho lasciata piccola e in pratica non la conosco, io conosco solo te Italia, è qua che ho studiato, vissuto, amato e pianto; eppure tra qualche mese forse dovrò fare un test per vedere se ti conosco abbastanza. Italia diglielo tu ai poliziotti, Maroni e Berlusconi quanto ti conosco. Gli puoi dire tu, Italia, quanto io ti ami e quanto mi faccia male sentirmi disprezzata da questo nuovo decreto sulla sicurezza?

Io non ho parole per descriverti il mio stato d’animo, ma di certo ora capisco come si sentivano gli ebrei a dover portare la stella sul braccio, tra quanto mi costringeranno a mettere un segno identificativo? Mi sento umiliata, privata della mia dignità di persona, sono diversa dagli amici con cui sono cresciuta solo perché nata in un’altra nazione e per questo motivo devo essere controllata: impronte digitali, fotografia, firma, 200 euro, il permesso di soggiorno a portata di mano. Sempre più forte un senso di precarietà esistenziale mi invade l’anima, una salute sempre più vacillante, la mancanza di un lavoro, lo status di immigrata che sembra trasformarsi in status di ospite indesiderata. Italia perché mi fanno questo, perché mi trattano così? Che cos’ho di diverso? Italia mi sai spiegare il motivo di questo odio nei miei confronti da parte degli elettori di Berlusconi?"

Anonimo ha detto...

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RONF RONF RONF RONF

Anonimo ha detto...

degradante...italia da faro di civiltà e conoscenza illuminata nel mondo a buco nero imbarazzante da dimenticare... e di cui vergognarsi.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

l'unica consolazione per chi ronfa, è sapere che "la ruota gira"...panta rei dicevano gli antichi, in fondo magari sfilandogli da sotto il culo il suo bel cadreghino...