lunedì 13 aprile 2009

Le Poste Lumaca

"Aveva un bavero color zafferano

e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano

per incontrare la bella Gigogin" .

Passeggiando per la via

le cantava "Mio dolce amor,

Gigogin speranza mia

coi tuoi baci mi rubi il cuor".

Ma con altri del paese

in Piemonte fu mandato

e per esserle vicino col suo cuore innamorato

sopra l'acqua di una roggia

che passava per Milano

perché lei lo raccogliesse ogni dì gettava un fior".

A mettergli le ali ai piedi sarà stato il sacro fuoco della passione. O forse la necessità di dover partire al più presto per il Piemonte, perchè la terra di Lombardia aveva una certa fretta di liberarsi dall'odiosa tirannia austriaca.

Fatto sta' che il bell'innamorato rivoluzionario nell'800, per andare da Lodi a Milano (distanti una quarantina di chilometri) ci metteva, a piedi, decisamente meno di quanto non facciano oggi i saettanti furgoncini delle Poste Lumaca per consegnare la corrispondenza da Milano a Monza (che di chilometri ne devono macinare la metà).

Da tempo si lamenta, da più parti, la lentezza cronica delle Poste Italiane. Che ultimamente paiono volersi occupare di tutto. Dai risparmi, alla vendita di cd e libri.

Di tutto meno che della loro principale funzione. Quella di provvedere, in tempi ragionevoli, alla consegna della corrispondenza.

Venerdi' Santo, ad esempio, per me è stato il giorno dell'apoteosi.

All'inizio del triduo di passione, infatti, le Poste mi hanno restituito la ricevuta di ritorno di un atto giudiziario spedito r.r. (raccomandata con ricevuta di ritorno) dall'Ufficio Postale di Monza Centro il 26 Novembre 2008.

Il pacco, consegnato alle Poste niente poco di meno che ad inizio Avvento è stato recapitato al destinatario in una zona centrale di Milano il 9 dicembre 2008.

E fin qui (quasi) nella norma. Peccato che poi, da lì per la mia povera ricevuta di ritorno (che attesta che il pacchettino è arrivato al suo destinatario) sia iniziato un lungo ed interminabile calvario, che l'ha portata per oltre 4 mesi a zonzo per il mondo.

Che il Mondo, inizi a Milano e finisca a Monza. E'poi solo un dettaglio.

Ma procediamo con ordine:

17 dicembre 2008.

Secondo lo 007 delle Poste Italiane (il rapporto "doveequando" che consente di ricostruire, on line, momento per momento, l'iter di ogni pacco) la mia ricevuta di ritorno viene "accettata" dall'Ufficio postale di Milano Centro.

Dove, approfittando della pausa natalizia, ha soggiornato per oltre un mese, prima di riprendere il suo lungo e faticoso cammino verso la capitale Brianzola.

Certo, neppure le ditte in cassa integrazione hanno dato un periodo di ferie tanto lungo ai propri dipendenti. Ma, si sa che ogni resistenza si scioglie al sole come neve quando si parla di Pubblico Servizio.

29 gennaio 2009

Il James Bond nostrano ci informa che, finalmente, la cartolina è presso l'Ufficio Postale di Monza centro, dove risulta "in lavorazione"

29 gennaio 2009 - 10 aprile 2009

" In lavorazione", in lavorazione ed ancora in lavorazione. Cosa voglia dire "lavorazione" resta tutto un mistero.

Quel che è certo è che deve trattarsi di un'attività particolarmente impegnativa, se iniziata prima di carnevale, ha potuto concludersi solo il 10 aprile.

Il mio ufficio dista dalla sede delle Poste Italiane di Monza Centro solo 600 metri.

Tempo di percorrenza: 7 minuti a piedi. Mi avessero avvisata. Me la sarei andata a ritirare personalmente. Neppure con la stampella ci vogliono tutti quei mesi..

Se San Giuseppe si fosse mosso allo stesso ritmo delle poste Italiane, Nostro Signore difficilmente sarebbe riuscito ad arrivare in Egitto, sulla schiena di un asinello, salvandosi dalla furia del perfido Erode.

Ma forse bisogna essere clementi.

Lo impone la ricorrenza pasquale. E ricercare la lentezza delle poste in un'alta ragione spirituale: assicurare l'espiazione dei cittadini, garantendo anche alle loro lettere una lunga quaresima di penitenza e passione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto