mercoledì 11 febbraio 2009

Il mio epitaffio

Me lo immagino un po' come questo (raccatato su internet): "Al secolo BEACCO EMANUELA CLASSE 1975 colpevole di essere Donna, cocciuta, e senza peli sulla lingua ....". Appunto, la lingua.
Il problema è che non riesco proprio a tenerla a freno.
Io vorrei contenerla, ma quella, facendosi beffa di me, del mio spirito di sopravvivenza e del mio buon senso, si scatena e mi mette nei guai.
E adesso che ha pure imparato ad utilizzare le nuove tecnologie, per me è veramente finita.
Prendete, ad esempio, questo blog.
Un innocuo strumento di comunicazione, verrebbe da dire.
Sul quale scrivo, di tanto in tanto, qualche pensierino.
Così, giusto per passare del tempo.
Ecco, Lei interviene, prende il sopravvento e che combina?
Un vero putiferio.
Ora, nel colorito ventaglio di simpatiche reazioni che la mia linguaccia è riuscita abilmente a scatenare, ve ne è, però, una che merita particolare menzione. A farmela è nientepopodimeno che il coordinatore cittadino di Forza Italia, o Pdl che dir si voglia, Roberto Ceppi.
Commentando un mio precedente post (e della cosa non posso che essere onorata, anche perché non pensavo che qualcuno potesse prendere seriamente il mio potente mezzo di comunicazione), Ceppi mi accusa, almeno stando all'Esagono, di sventolare lo spauracchio della cementificazione per pure ragioni elettorali.
In pratica, la mia sarebbe una semplice posizione pour parlè, dal momento che non mi sarei data un granché da fare per convincere il resto della maggioranza.
Secondo il buon Ceppi io urlerei "al cemento al cemento" , un po' come il bambino burlone della favola strilla al "lupo al lupo", unicamente per attirare l'attenzione.

"Chiacchere e distintivo, chiacchere e distintivo" direbbe l'Al Capone -De Niro.

Oltre che di scarsa efficacia, l'azzurro giussanese mi accusa pure di una certa tardività.
Suvvia, puntualizza la longa manus locale del Berlusconi nazionale, un'analisi di questo tipo, cara Beacco, avresti dovuto farla "molto prima".
Ora, tutto stà, come sempre, nell'accezione che si vuole dare alle parole.
Bisognerebbe, ad esempio, capire a che arco "temporale" intende riferirsi Ceppi quando usa il termine "molto prima".
Non so, facciamo qualche ipotesi.

  • Può essere considerato "molto prima" il 2002, quando, come componente dell'assemblea del Parco Regionale della Valle del Lambro, con il solito spirito alla Don Chisciotte, insieme al mio capogruppo Elli, presentai un esposto contro un intervento che avrebbe finito con il deturpare una delle più belle aree del parco regionale?
Un atto - per inciso - che rimasto per lo più inascoltato dai sindaci dei comuni inclusi nel Parco Valle Lambro e dai componenti del suo Consiglio di Amministrazione, venne accolto dalla Regione Lombardia, che stoppo' l'intervento.
  • Ed il 2006, è "prima"? Quando proposi - tirandomi addosso la mia buona dose di antipatie - di modificare (Delibera di C.C. n. 53 del 20/10/2006) lo Statuto per lasciare che il Consiglio Comunale potesse continuare ad approvare i piani attuativi, in modo da garantire un maggior controllo sull'uso del territorio da parte dell'organo consiliare?
  • Può essere considerato prima il dicembre 2007, quando inviai a tutti i consiglieri comunali - inclusi quelli coordinati da Ceppi -una lettera nella quale sollevavo il problema dell'esatta individuazione del quantum delle aree da cedere come standard all'amministrazione comunale all'interno dei piani attuativi?
  • E che dire, di quando, rimasta inevasa la mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale (Delibera C.C. n 7 del 28.1.2008), iniziai a votare contro l'approvazione dei piani attuativi, perchè a mio avviso i privati non cedevano sufficienti aree all'amministrazione?
  • Ed il febbraio 2008 - quando organizzai, coinvolgendo (beffa del destino) proprio l'azzurro Ceppi, un convegno sul consumo suolo - come lo collochiamo temporalmente? Era tempestiva o tardiva, l'idea di promuovere una tavola rotonda con Legambiente, e con autorevoli docenti, urbanisti, avvocati ed esponenti politici per sensibilizzare amministratori e cittadini al delicato tema dell'uso del territorio?

  • E ancora, mi chiedo.. può rientrare nel "molto prima" la lettera protocollata, circa un anno fa, da Giussano Democratica con la quale sostanzialmente si chiedeva di reiterare - includendole nel Piano Territoriale Provinciale - il vincolo di inedificabilità sulle aree agricole?

  • E che dire della piccola bagarre polemica scoppiata, in tempi non sospetti, tra me e l'ex assessore dimissionario all'Urbanistica Gabriele Talpo, proprio sul tema della gestione del territorio?

  • E l'autunno caldo dell'urbanistica comunale come lo consideriamo, elettoralmente vicino o lontano?
  • Quando - ne parlarono anche i giornali locali – tirandomi addosso un'altra buona dose di critiche nonché di antipatie personali, sostenni che il piano di governo del territorio (PGT) doveva essere votato dal Consiglio Comunale?

  • E che dire degli emendamenti al PGT, presentati da tutti i consiglieri di Giussano Democratica ( Elli, Bellotti, Villa, Airoldi) , che, accogliendo alcune delle istanze provenienti da una parte dell'opposizione, hanno inteso migliorare lo strumento urbanistico comunale?
  • E che pensare del centro commerciale, il cui iter si è arrestato proprio quando sembrava ormai pronto per la sua votazione in Consiglio Comunale?
  • Ecco, forse quanto premesso, dimostra che le considerazioni che ora il coordinatore del Pdl pretenderebbe di far passare come propaganda elettorale, le facevo già da tempo ( e pure con una certa insistenza, come documentato dai numerosi post sul tema... facilmente rintracciabili in questo blog).

Su una cosa, comunque, Ceppi ha ragione.

Non brillo certo per capacità di persuasione: temo, infatti, di non essere granchè riuscita a convincere neppure quella parte di opposizione che spetta – almeno secondo quanto mi pare di capire – proprio a lui coordinare.

Io ho fatto quel poco che ho potuto.

Anche Cassandra, che aveva arti divinatorie decisamente migliori delle mie, è passata alla storia come profetessa inascoltata.

Però, insomma, mica è colpa sua se poi Troia è bruciata!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Apprezzo la tua schiettezza nell'esporre i fatti, mi rammarico della tua impossibilità o meglio che tu non sia riuscita a convincere prima di tutto al tua maggioranza e come tu dici parte dell'opposizione. A questo punto non è meglio spegnere la luce ( luce oscura) e pensare più in grande nell'interesse dei tuoi elettori! Un tuo elettore.

emanuela ha detto...

Caro elettore,
Ti farò una confidenza.

Da quando sono in consiglio comunale, mi trovo spesso a dover mediare tra ciò che mi piacerebbe "in assoluto fare" e ciò che è, invece, "più utile, realistico e responsabile".

L'esperienza mi ha insegnato che di fronte a una decisione da prendere, che non si condivide ci sono tre strade:

1. abbandonare, come si dice, il tavolo della trattativa per restare "duri e puri" e non "sporcarsi le mani"
Opzione che, a dire il vero, non ho mai considerato, non - come verrebbe da pensare per questione di poltrona- ma per il semplice fatto che quando Tu te ne vai le decisioni le prende comunque chi resta, che avrà, peraltro, vita più facile perchè non dovra' neppure prendersi la briga di consultare il "rompiballe" di cui si è liberato..


2. esplicitare in modo palese il proprio dissenso..ad esempio facendo cadere - e ti assicuro che siamo spesso arrivati a minacciare di superare questo sottile limite -il sindaco. (credo tu ti riferisca a questa opzione con "spegnere la luce")

In questo modo, certo, manterrei la mia coerenza al 100%, ma ogni due mesi si dovrebbe andare a votare.

Riproporre a livello locale il triste spettacolo che ha portato alla caduta del litigiosissimo governo Prodi, non penso sia la scelta più responsabile e rispondente all'interesse di chi mi ha dato, votandomi, la sua fiducia.


3. difendere le proprie posizioni,
con una continua ed estenuante attività di mediazione tra le diverse posizioni. E' la via più faticosa, ma io la considero la più utile..Ed è quella che ho sempre tentato di seguire.

Un'attivita' di mediazione che (condotta non solo da me, ma ad esempio dal gruppo di Giussano Demccratica) ha portato a molti risultati.
La stessa mozione citata, approvata nel 2008 dal C.C. in merito allo standard da cedere nei piani attuativi, era il frutto di una faticossisima mediazione che poi qualcuno ha ritenuto di NON dover ONORARE, ed è per questo che ho inziato a votare palesemente contro in Consilio comunale..
Se ad essa si fosse dato seguito, si sarebbe garantito - senza rompere con la maggioranza e senza che nulla uscisse sulla stampa - il risultato di riconoscere all'amministrazione quello che secondo me il privato deve dare per legge...


Qualche tempo fà un amico mi ha segnalato un libro molto bello di Max Weber "La politica come passione e la politica come professione"

Un libro, direi, illuminante.

Citandomelo, questo amico mi ha spiegato come Weber, prendendo atto del «politeismo dei valori», tutti peraltro legittimi (per me il valore assoluto può essere la tutela del territorio, per altri il diritto incondizionato di costruire del privato, per fare un esempio attuale)DISTINGUE TRA l'etica dell'INTENZIONE (o della convinzione) e l'etica della RESPONSABILITA'.


Il politico che segue l'etica dell'intenzione - dice il filosofo - agisce seguendo delle norme di valore in maniera pedissequa; ad esempio il politico cristiano indirizzato a quest'etica seguirà norme cristiane anche quando si dimostreranno inadatte al contesto del tempo: se il mondo va diversamente da come lui crede se ne lava le mani, continua a seguire i suoi valori.

Secondo Weber,il vero politico - deve al contrario seguire (almeno in maniera preponderante) l'etica della responsabilità: ogni fatto che avviene nella società produce delle CONSEGUENZE, di cui chi si occupa di politica deve tenere conto...


Credo che chi coltivi l'ambizione (e in un certo senso presunzione) di volersi occupare della cosa pubblica debba ragionare in questi termini, considerando come valore da perseguire l'interesse pubblico..ed assumendosi la responsabilità delle conseguenze dele sue decisioni di fronte al suo elettorarto.
Al quale spetterà ogni giudizio.

E se avrà agito bene, verrà riconfermato altrimenti se ne dovrà stare a casa...


p.s...mi sono lasciata prendere la mano..

Tornando a noi, un'eventuale decisione di spegnere la luce credo debba essere valutata considerando gli importanti atti che devono arrivare in consiglio comunale prima della fine del mandato...

Sarebbe bello ed utile, se su ciascuno di essi anche voi cittadini -elettori trovaste il modo di farci (mi) arrivare la vostra opinione...

Anonimo ha detto...

L'analisi che hai esposto la condivido,le tre ipotesi sono tutte reali, ma devo dirti che l'etica della responsabilità ha un linite e cioè il punto di non ritorno "essere complice dell'uccisione della società che si amministra" nel nostro caso, mediando sempre al ribasso,la distruzione della nostra città sia in termini socio-econonico che di territorio,per questo dico che bisogna spegnere la luce. I numeri ci sono, le alternative anche, bisogna saper cogliere le opportunità e non essere opportunisti perchè vedendo da fuori il palazzo quello che appare è che se non tutti molti tengono alla poltrona con tutto quello che ne consegue. Sempre più un tuo elettore!

Anonimo ha detto...

Spaccato di vita amministrativa ricco di spunti.
Bello, condivido molte considerazioni contenute nel commento.

alfio

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e