mercoledì 7 maggio 2008

Nicola e Nicholas

Accomunati dallo stesso nome, uniti nell’ultimo atto di generosità.
Da un lato Nicola Tommasola, il ventinovenne barbaramente aggredito e pestato a morte per una sigaretta negata; dall'altro Nicholas Green, il bimbo di 7 anni ucciso nel 1994, al km 356 della Salerno – Reggio Calabria, da un colpo di pistola che ne ha drammaticamente spezzato i sogni.
Due vite interrotte da ingiusti, efferati e inaccettabili atti criminali. Per i quali non potrà mai esserci alcun alibi.
Violenze alle quali le loro vittime hanno risposto, non con altri atti di violenza, ma con coraggio e generosità.
I genitori di Nicola Tommasola (come 14 anni fa quelli di Nicholas) hanno autorizzato, nel momento di drammatico e straziante dolore per la perdita del figlio, il prelievo dei suoi organi.
Grazie a Nicola, brutalmente ucciso da dei delinquenti (nè può essere definito altrimenti chi si macchia di tali azioni),
grazie al suo fegato, ai suoi reni ed al suo pancreas, altri potranno tornare a sperare, vivere e sorridere.
Qualche anno fa ho avuto l’onore (in occasione di una manifestazione promossa dall’Aido di Giussano) di conoscere personalmente il Sig. Reginald Green. Del papà di Nicholas mi ha soprattutto colpita la grande umanità, la capacità di trasformare il proprio dolore (che non scompare, mai) in generosità. Invece di disprezzare il nostro Paese, che gli ha strappato un figlio in così tenera età, Reginald Green torna in Italia, ogni anno, per promuovere la cultura della donazione.
Ieri i Green, oggi i Tommasola.
Anche i genitori di Nicola alla rabbia ed all’odio (reazioni che sarebbero parse legittime, quasi naturali) hanno preferito la vita.
E’ una grande lezione di altruismo. Solo una smisurata nobiltà d'animo può , in un momento così difficile, spingerTi, vincendo l'egoismo, a donare una parte del corpo di quel figlio che è stato così crudelmente sottratto al Tuo affetto, perché altri continuino a vivere. Forse dovremmo ricordarci di ringraziare pubblicamente i genitori Tommasola per il loro estremo atto di amore e generosità. Forse, accanto alla ferma condanna degli assassini di Verona, dovremmo parlare ai nostri ragazzi, a scuola e in famiglia, degli organi di Nicola. Forse, questa silenziosa testimonianza dei Sigg.ri Tommasola di enorme rispetto per la vita (nonostante quella del loro figlio gli sia stata così violentemente strappata ) potrebbe far desistere altri ragazzi “di buona famiglia” dall’assumere comportamenti violenti;
potrebbe convincerli che aggredire, pestare a morte per una sigaretta negata è “male”; potrebbe aiutarli a comprendere la gravità che vi è nell’offendere il compagno disabile, che merita di essere aiutato e non deriso.
Forse se i politici (troppo impegnati a discutere dell'ordine gerarchico di gravità in cui collocare i fatti, troppo preoccupati di strumentalizzare i drammi e di attribuire rilevanza politica ad azioni che sono semplicemente criminali) fossero capaci di lanciare il chiaro e semplice messaggio che “la violenza è violenza, sempre e comunque, e che non esistono reati.. meno gravi”, i comportamenti delinquenziali, gli atti di bullismo sempre più frequenti nelle nostre scuole, gli atteggiamenti violenti e prevaricatori volti ad intimidire chi è più debole, indifeso o solo diverso, diminuirebbero.
Forse si contrasterebbe la deriva xenofoba, che appare affascinare tanto i più giovani.
Ma, forse, il problema è che a nessuno interessa parlarne.

1 commento:

emanuela ha detto...

Inserisco - chiramente con la sua autorizzazione - il bel commento che Piero Gallo (responsabile dell'Organizzazione Aido - Giussano e )mi ha mandato via e-mail.

Lo ringrazio per le sue riflessioni...e per avermi fatto conoscere l'Aido.

E' infatti grazie al prezioso e costante lavoro di promozione della cultura della donazione che vede impegnati i responsabili e i numerosi soci della sezione giussanese, che persone come me hanno conosciuto l'associazione.

Aspettiamo con gioia il ritorno a Giussano, il prossimo ottobre, di Reginald Green.


Ed ora eccovi la lettera...


Carissima
Emanuela,

Ho letto sul tuo blog il tuo intervento a proposito di
queste due tragiche vicende terminate allo stesso modo:
nonostante i
due ragazzi fossero stati tolti alle rispettive famiglie con cieca e
bieca violenza senza altri motivi che quelli della rapina o della
bravata di "branco", i genitori di entrambi, in uno slancio di
generosità straordinario, hanno acconsentito al prelievo degli organi
dei propri
figli a beneficio gratuito e disinteressato di sconosciuti -
piccoli e grandi - che si trovavano in fin di vita in ospedale.

Te ne
sono grato e con me l'associazione che ho l'onore di
rappresentare.

Ma
soprattutto mi associo e ci associamo alla tua gratitudine verso
Nicholas & Nicola ed ai loro encomiabili genitori e verso i
tantissimi
altri
donatori ed ai loro famigliari che hanno fatto lo stesso gesto
favorendo la donazione in occasione della prematura scomparsa di figli
e congiunti.

Tornando a Nicholas e Nicola, sappi che io sto male al
pensiero di un mondo così schizofrenica e contraddittorio:
da un lato
c'è chi ti ammazza - barbaramente - per niente e dall'altro
c'è chi
offre parte del proprio figlio, ammazzato - barbaramente - per niente,
per salvare gratuitamente e disinteressatamente altri che stanno per
morire (e che normalmente, se non in casi straordinari, non
conosceranno neanche mai).

Quanto sono vere le tue parole, quanto
dovremmo portare gli esempi di generosità e altruismo dei Nicholas e
dei Nicola nelle scuole e nelle comunità !

Anche per questo sono nate
associazioni come l'Aido e ci sono tante persone che prestano
volontariamente e instancabilmente la propria opera per promuovere
-
in tanti modi - la donazione di organi e (almeno nella nostra comunità
si fà) avere occasioni pubbliche di riconoscimento e ringraziamento
verso queste famiglie veramente speciali, la S. Messa annuale per i
donatori giussanesi, il piccolo ma significativo monumento
all'entrata
del cimitero, un segno di bronzo per la tomba,
articoli sui periodici
locali.

A Giussano, alla fine di Ottobre, avremo un momento del
tutto particolare: alla presenza di papà Reginald intitoleremo un parco
cittadino al piccolo Nicholas:
questo vuole essere gesto che ricorda un
fatto e onora un bambino ma nel nostro pensiero desidera ricordare e
onorare tutti i donatori di organi di Giussano,
d'Italia, del mondo e
dai quali tutti noi siamo chiamati a trarre esempio.

Vorrei precedere
l'obiezione - anche legittima - di qualcuno: "perchè Nicholas
e non
Nicola (o un altro)" ? La risposta è semplice: fermo restando che
tanti
sarebbero i donatori a cui intitolare qualcosa perchè presi uno
per uno, ciascun caso ne sarebbe meritevole o per un motivo o per
l'altro, tuttavia dato che il luogo simbolico da intitolare è uno
solo,
chi propone deve scegliere un nome fra i tanti, quello che
oggettivamente è "più" simbolo di altri, che possa
maggiormente
far
riflettere le persone, che possa far nascere in altri desiderio di
emulazione: per noi - senza ombra di dubbio - in questo senso, il
"più"
simbolo di tutti, rimane
Nicholas.

Carissima Emanuela, grazie ancora
per il tuo convinto e fattivo contributo alla nostra "causa",
in questa
come in tutte le altre occasioni in cui hai avuto modo di
esprimerti
anche nella tua veste istituzionale.

Ti sentiamo vicina, ti sentiamo
"una di noi" !

Ciao.
Piero Gallo
Aido - Giussano