lunedì 4 maggio 2009

Per favore, regalategli un paio di occhiali

Dell'Utri: «Mussolini? Era troppo buono»
«Era un uomo straordinario e di grande cultura, alla Montanelli. Non fu un dittatore spietato come Stalin»
Marcello Dell'Utri (Ansa)ROMA - Benito Mussolini visto con gli occhi di Marcello Dell’Utri.
Il senatore del Pdl, tra i fondatori di Forza Italia, ne parla a lungo in una intervista alla trasmissione web-tv Klauscondicio di Klaus Davi.
«Mussolini - sostiene Dell’Utri - ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin. Leggendo i diari, giorno per giorno, per 5 anni dal ’35 al ’39, cioè alla vigilia della decisione di entrare in un conflitto mondiale già iniziato, le posso assicurare - spiega - che trovo Mussolini un uomo straordinario e di grande cultura. Un grande scrittore, alla Montanelli, i suoi diari sembrano cronache di un inviato speciale, con frasi brevi e aggettivazioni efficaci come raramente ho letto». «Non è colpa di Mussolini - aggiunge l’esponente azzurro - se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista». Secondo Dell’Utri «sono state le sanzioni a costringere Mussolini a trovare un accordo con la Germania di Hitler. Se non ci fossero state le sanzioni, probabilmente non si sarebbe mai alleato con Hitler che non stimava per niente, anzi temeva. Ci sono pagine inedite, scritte da Mussolini su questi anni, che faranno discutere molto e che dimostrano la disaffezione del duce nei confronti del Furher, tanto che definisce il suo Mein Kampf un rigurgitevole testo».
LE LEGGI RAZZIALI - Quanto alle leggi razziali, «nei suoi diari - afferma il parlamentare del centrodestra - Mussolini scrive che le leggi razziali devono essere blande. Tra gli Ebrei, il duce, spiega di avere i suoi più cari amici e si chiede perché seguire Hitler con le sue idee sulle razze ariane, razze pure che non esistono».
«Non ho paura - dice ancora Dell’Utri - di diventare impopolare con queste rivelazioni, perseguo solo la ricerca della verità. Io non ho alcuna intenzione di fare apologia né del fascismo né di Mussolini. Ho scoperto nei diari di Mussolini la figura di un grande uomo. Ha commesso errori ed è già stato condannato dalla storia. Ma da questi scritti viene fuori una figura diversa da quella che ci è stata propinata dagli storici dei vincitori, non era un buffone, non era un ignorante e tantomeno un sanguinario. Era un uomo buono. Mussolini era solo una brava persona che ha fatto degli errori».
Ultimo argomento al quale Dell’Utri dedica la sua attenzione, quelo del rapporto del dittatore con le donne: "A palazzo Venezia, con le donne il duce usava la tecnica musica e magia. Negli anni, dal ’35 al ’39 Mussolini non aveva amanti, ma solo fugaci incontri e faceva quello che oggi si riassume in: musica (tromba) e magia (sparisci). L’unica donna che lo colpì profondamente fu Claretta che viene descritta, in una pagina del 16 Ottobre del ’36, in maniera straordinaria e si capisce quanto Mussolini ne fosse innamorato».
REPUBBLICHINI PARTIGIANI - I repubblichini di Salò? «Erano al 100% partigiani di destra», ha risposto Dell'Utri a Klaus Davi. «Non è che fossero delle persone da cancellare dalla storia, perché hanno avuto la loro parte e credevano - sostiene l’esponente del Pdl - in alcuni valori. I repubblichini sbagliavano sicuramente, perché la Repubblica di Salò non è certo stata una gran bella cosa, però sono esseri umani che hanno lottato al pari degli altri per una loro idealità». LA RAI - Ma durante l'intervista Marcello Dell'Utri ha risposto anche su altri temi. Ad esempio sulla Rai. «Occupare la Rai? Perché no, ma naturalmente speriamo di non doverla occupare». «La tv di Stato ha grandi professionalità, ma un po' ha ragione Gasparri: è ancora in mano alla sinistra», ha spiegato, «non so come la Rai stia in piedi, non essendo un'azienda a tutto tondo, i presidenti, gli amministratori delegati, i direttori generali vengono scelti dalla politica e non dal mercato».
VELINE - Le veline? Per Marcello Dell'Ultri sono meglio di alcune giornaliste televisive. «Le veline laureate e preparate politicamente sono di gran lunga più apprezzabili di alcune tele giornaliste che non conoscono l'italiano. Spesso alcuni commenti dimostrano l'invidia degli altri», ha aggiunto, «noi del Pdl siamo sempre presi di mira su questo tema».
DI PIETRO - «Di Pietro non mi sembra un anti-utopista, ma esattamente l'opposto, un fanatico. Come politico- ha spiegato il senatore- lo metto insieme a tutte quelle persone fanatiche che non posso stimare. Fa proteste più che proposte».
FERRERO(PRC) - Le parole di Dell'Utri hanno scatenate dure reazioni, soprattutto nell'estrema sinistra: «Passate le convenienze del 25 aprile, la continuità fascistoide della destra nostra con il Ventennio fascista torna fuori chiaramente nelle parole di Marcello Dell'Utri, ideologo della Pdl e intimo del premier», dice Paolo Ferrero, segretario del Prc. «Il problema - afferma Ferrero - è che quelle che Dell'Utri definisce le "idealità" dei repubblichini sono state condannate in modo netto e senza possibilità di appello dalla Storia, da tutte le persone democratiche e dal Tribunale di Norimberga, che li ha definiti crimini contro l'umanità. Dell'Utri è un fascista che dovrebbe vergognarsi delle sue parole e non inquinare il dibattito democratico».

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero non vorrai difendere Stalin .

"Il 5 marzo 1940 Stalin e altri alti funzionari sovietici firmarono l'ordine di esecuzione di 25.700 cittadini polacchi, tra cui 14.700 prigionieri di guerra."



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emanuela ha detto...

Assolutamente e categoricamente no.
Le dittature. I regimi totalitari. Chi uccide, chi viola la dignità dell'uomo, va condannato.
Sempre. Ovunque e comunque.
Per loro. Nessuna giustificazione. Nessuna attenuante.

Sergio ha detto...

Altro che paio di occhiali...forse ci vorrebbe un po di olio di ricino...
Dell'Utri si dovrebbe vergognare di queste dichiarazioni, e si dovrebbe vergognare il Popolo italiano ad avere dei rappresentanti che non solo rinnegano la Storia, ma cercano anche di riscriverla per loro intereresse personale. Mio nonnno ha fatto il partigiano, tra Mariano Giussano Arosio e Inverigo, ora putroppo non c'è più...ed anche a nome suo mi sento di dire: DELL'UTRI VERGOGNA!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Come mai nel 2009 girano ancora movimenti che hanno nel loro simbolo la falce e martello....
Bandiere che poi sono state viste sventolare in alcune tragiche occasioni di guerriglia urbana....
Su wikipedia: Stalin e la bandiera con la falce e martello che bello spettacolo!


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Anonimo ha detto...

Risposta all'anonimo del post precedente.
Ci sono persone che ritengono , in buona fede, la falce e martello un emblema del riscatto dei lavoratori.
Naturalmente si può condividere o meno. Ma se facciamo un discorso storico , anche per alri emblemi ci potrebbero essere analoghi problemi.
Per esempio la croce , per molti il segno più grande dell'amore, è stata nella storia associata a guerre ed oppressioni ( le guerre di religione, l'inquisizione etc. ).
Quello che deve far riflettere non è l'uso di questo o quell'altro simbolo, ma il giudizio su fatti del passato , che rivela i valori del presente.
Quando si esalta Mussolini ( ma lo stesso potrebbe valere per Stalin, Mao o qualsiasi dittatore della stessa risma )si manifesta un'indole pericolosa.

sergio ha detto...

bravo anonimo 2.

emanuela ha detto...

mi unisco a Sergio....

Anonimo ha detto...

"L'indole pericolosa"
La si vede a ogni scampagnata della sinistra quando arrivano in rinforzo no global e co....

Oppure perche' non ricordare quando nel precedente governo c'era un ministro che rimpiangeva Stalin..
Ma nessuno ha condannato questo fatto.
I talebani d'Italia ...la sinistra anzi il centro sinistra..

Fortunatamente in via di estinzione.

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Anonimo ha detto...

Alla fine l'indole pericolosa salta sempre fuori ....da una sola parte.
Che bella aggressione...tirato giu' dal palco come un cane.

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