lunedì 15 febbraio 2010

Caro Walter, perdonami, ma non ci crede più nessuno....

Pare che Wolter abbia deciso di fare una scuola di formazione "per i giovani contro la politica ridotta a mestiere".

Caro Veltroni, perdonami la franchezza (condita da una buona dose di scetticismo), ma temo che la tua conversione sulla via di damasco, arrivi fuori tempo massimo.

Del resto le Tue scelte da Segretario, mi pare si siano ispirate a ben altri proclami...

E poi, suvvia, almeno una volta, diciamocela tutta. Della formazione "non gliene frega niente a nessuno".

"Formazione" è solo un bel termine, altinsonante, che di tanto in tanto, viene rispolverato quando un leader "trombato" vuole ritornare in campo.

La triste realtà è che (purtroppo) l'attuale classe politica ( ...a tutti i livelli) ha una sola priorità "preservare se stessa": obiettivo che - lo sappiamo tutti - si ottiene con la metodica espulsione degli elementi "destabilizzanti" ed è assolutamente inconciliabile con il ricambio generazionale, ed ancor meno, con la formazione di un nuovo gruppo dirigente che, se vorrà rendere la politica credibile, non potrà far altro che liberarla da una grossa parte dei suoi attuali esponenti..

Ed allora, caro Wolter, sarebbe meglio per una volta - con una sana franchezza (qualità sempre più rara, ma ancora decisamente apprezzata) - ammettere che il partito preferisce circondarsi di "polli da batteria", più gestibili, malleabili e controllabili...

Ti assicuro, che un'affermazione di questo tipo non scandalizzerebbe nessuno (del resto, sarebbe una mera presa d'atto dell'imperante situazione).

In compenso, eviterebbe a tutti di coltivare l'ennesima inutile illusione .....

Riporto la lettera, a firma di Nicola Pasini, direttore del Centro di Formazione Politica che ho avuto il piacere di frequentare per due anni

"Caro Veltroni,

apprendo dal

Corriere di oggi della tua intenzione di riprendere in mano le redini della scuola di politica da te fondata insieme agli amici Salvati e Vassallo.

Se ti scrivo, non è solo per fare gli auguri alla tua iniziativa, ma per sottolineare che se la tua scuola di politica, con l’eccezione di qualche iniziativa, nel 2010 deve ancora cominciare, il Centro di Formazione Politica fondato da Massimo Cacciari nel 2005 e che ho l’onore di dirigere, è già arrivato alla VI edizione, ha già formato 350 giovani provenienti da tutte le regioni d’Italia, dai più disparati background culturali e dalle più diverse esperienze professionali.

Giovani animati da una passione autentica per la politica, da una weberiana vocazione alla politica che, come sai bene, noi abbiamo scelto come orizzonte di senso sin dall’inizio del nostro lavoro.

Sentirti parlare della necessità di una generazione impegnata in politica contro la politica delle correnti ci trova sicuramente d’accordo, ma solleva da parte nostra due osservazioni.

La prima: ma scusa Walter non ti sei accorto, non vi siete accorti, come dirigenti del Pd, che questa generazione è già all’opera e una parte di essa possiamo dire orgogliosamente di averla formata noi?

La seconda: ma scusa Walter, non è forse stato proprio in ossequio a quel pensiero e a quella dinamica delle correnti che dici di volere superare, che ti portò a ignorare completamente - da segretario del Pd - l’esperienza del Centro di Formazione Politica come base da cui partire per imbastire un ampio discorso di formazione per il Partito democratico, come premessa indispensabile per il buon esito dello stesso; una formazione come serbatoio di idee e di nuova classe dirigente?

Quando ti invitammo alla cerimonia di consegna dei diplomi della Terza Edizione del CFP, il 19 dicembre 2007, c’erano tutte le condizioni necessarie per premiare lo sforzo e il merito dei molti che già si erano formati attraverso il CFP nell’orizzonte ideale del Partito democratico. Hai preferito guardare altrove.

Pagare pegno alla logica correntizia. Ricominciare ancora una volta daccapo.

Ecco, che cos’è il centrosinistra: ciascuno daccapo, ogni volta.

Ecco perché si perde sempre, ecco perché non si fa sistema, perché non c’è ricambio di classe dirigente, perché non c’è ricambio di idee.

Una stanza chiusa e, se continua così, tra un po’ anche una stanza vuota.

Cordialmente

Nicola Pasini"

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