venerdì 8 maggio 2009

Il bel Dario ( di cognome Allevi)

Ieri sera il candidato Presidente alla Provincia di Monza e Brianza di PDL e Lega, è stato ospite in quel di Giussano. Al Palatenda. Purtroppo ero impegnata nella sistemazione dei moduli per la presentazione delle liste. altrimenti giammai mi sarei persa l'evento!
Marco -commento al post precedente- ci dice che non c'era molta gente...
Ma chi è il Bel Dario ? (e bello lo è, parola di lupetto)...
Sappiamo, ad esempio, che, di origini non proprio padane (è nativo di Roma) Allevi è il candidato in quota "Alleanza Nazionale".
Attuale Vicesindaco ed Assessore allo Sport ed al Turismo in quel di Monza, è stato, come lui stesso racconta, folgorato sulla via di damasco niente poco di meno che da Giorgio Almirante (il più importante esponente del Movimento Sociale Italiano).
I programmi non li abbiamo ancora visti.
Ma una cosa è certa. Il Futuro Presidente della nostra Bella Provincia, colui che rappresenterà la terra di Brianza nel Mondo, pare avere le idee chiare sulla storia d'Italia ...
  • Cronache del Consiglio Comunale, 25 ottobre 2005 " L'emancipazione dell'Etiopia. Il consigliere ALLEVI poi ha ricordato che grazie al primo ministro di 70 anni fa "per chi non lo sapesse si chiamava Benito Mussolini" l'Etiopia fu conquistata alla emancipazione perchè governata male, e che molti illustri Italiani HANNO FATTO BENE ALL'AFRICA come padre Reginaldo Giuliani cappellano degli arditi presente con d'Annunzio a Fiume, strade, ponti, ferrovie, monzesi che partirono "in armi" per portare benessere e sviluppo. Fuori microfono il consigliere TADDEO dichiarava che questo intervento era apologia di fascismo, il consigliere ALLEVI onorava i caduti di EL ALAMEIN concludendo che la storia purtroppo la scrivono i vincitori, e per troppo tempo il loro ricordo è caduto nell'oblio.Tutta l'aula è ammutolita; che il consigliere ALLEVI abbia dimenticato FIUGGI?"

        e sull'educazione delle giovani generazioni...
          • Da Arengario "La sera alla Sala Maddalena lo spettacolo “C'è Dante sul Quarnaro” a cura dell'ADES (Amici e Discendenti degli Esuli giuliani, fiumani, istriani, dalmati), recital di testi dannunziani e canzoni dell'esodo. E' stato un tuffo nel passato fascista, anche interessante dal punto di vista etnologico, a patto che ci si renda conto che quel passato è morto e sepolto. Invece attraverso la prosa di D'Annunzio, che appare oggi quanto mai elucubrata e retorica, e con le canzoni si è voluto inneggiare all'italianità di quelle terre con chiare affermazioni revansciste: “Istria, Fiume, Dalmazia, né Slovenia, né Croazia”; “anche le pietre parlano italiano” e via di questo passo. E dopo il canto finale dal ritornello “Eia, guardie del Quarnaro, alalà (parole di D'Annunzio, è stato spiegato), una ventina di baldi giovani vestiti di nero, allineati ai due lati della platea hanno più semplicemente gridato “eia, eia, alalà”.

          Sono quei “meravigliosi ragazzi che permettono queste manifestazioni” come li ha ringraziati il vice sindaco Dario Allevi (di AN) prima dello spettacolo.

          2 commenti:

          MARCO ha detto...

          Un candidato romano nel cuore della Padania e per di più pure nostalgico....mi permetto di riportare qui sotto un altro articolo sul possibile nuovo presidente della provincia di MB.
          Mi vien da pensare: forse era meglio un leghista.

          (da infonodo Smemoratezza e oblio. Negazionismo o minimalismo
          February 12, 2008)

          Le celebrazioni della Giornata del Ricordo a Monza hanno evidenziato una serie di comportamenti che si sono allontanati da una memoria condivisa che doveva caratterizzare la ricorrenza. La responsabilità, in primo luogo e quasi totalmente, compete all’amministrazione comunale di Monza. Infatti, nella commissione per le celebrazioni, il Vice Sindaco, Dario Allevi ha respinto le proposte che sono state avanzate dai rappresentanti delle associazioni antifasciste che consistevano nell’organizzare una serata di dibattito, non solo come è stato fatto con esponenti esclusivamente di destra, ma anche con storici più obiettivi, come lo era stato due anni fa con Giovanni Sabatucci e di esporre assieme a quella predisposta dall’ADES, anche la mostra della “Fondazione della Memoria”. Quest’ultima, fortunatamente, su iniziativa del “Comitato Unitario Antifascista” in collaborazione con la “Circoscrizione 3” è stata esposta a San Rocco. Dal confronto delle due mostre è apparso chiaro il motivo del rifiuto. La prima, quella all’Arengario, contiene una omissione temporale non indifferente: tutto il periodo che va dal 1922 – ascesa al potere del fascismo – sino al dopoguerra del 1945. Smemoratezza ed oblio certamente voluti per far dimenticare il fascismo, le sue nefandezze e le responsabilità di quanto compiuto anche in Slovenia e Croazia. La seconda quella alla Circoscrizione 3 è invece, dal punto di vista storico e nella stessa cronologia storica, completa. Infatti il titolo della mostra è: “FASCISMO – FOIBE – ESODO”. Una serie di pannelli evidenziano, nel periodo fascista, il nazionalismo esasperato, la italianizzazione forzata e gli eccidi compiuti dai fascisti assieme ai nazisti dopo l’otto settembre 1943. Altri pannelli, l‘orrore delle Foibe, senza tralasciare le gravi responsabilità dei partigiani di Tito che non “infoibarono” o uccisero solo i fascisti, ma gente innocente e persino anche partigiani italiani. Altri, pannelli infine, la tragedia dell’esodo di centinaia di migliaia di persone che, giustamente come ha dichiarato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sulla quale ha pesato anche la “congiura del silenzio di una vera pulizia etnica”. Nel dibattito di mercoledì 6 febbraio alla Circoscrizione 3, mentre gli autori della mostra Bruno Enriotti ed Angelo Ferrante e una serie di interventi, compreso quello di una esule istriana, hanno evidenziato con obiettività la complessa e tragica vicenda – mi spiace che “Il giornale di Monza” nulla abbia detto su questi interventi e sui contenuti della mostra - altri interventi, compreso il relatore Sandi Volk, sfiorando il “negazionismo” sull’esistenza della Foibe, hanno tentato di minimizzarne la portata e le responsabilità dei partigiani di Tito.Posizioni inconcepibili che fortunatamente appartengono ad un estremismo che negli anni “70” era chiamato “extra parlamentare” – non a caso alla riunione erano presenti personaggi di quell’epoca che da tempo non si vedevano in giro – ed ora sono con posizioni ultra estremiste, al di fuori persino ai partiti della sinistra radicale. La ciliegina sulla giornata del ricordo, l'ha messa però ancora una volta il sindaco di Monza, quando nel suo discorso di domenica 10 febbraio all’Arengario ha dichiarato “non capisce quale sia la differenza tra la giornata del ricordo e quella della memoria, anzi bisognerebbe unificarle”. Qui siamo di fronte non a smemoratezza od oblio, ma a una profonda ignoranza della storia o invece, questa mi sembra la più probabile, da diligente “allievo di Allevi”- quest’ultimo è un esponente di AN che però si vede ha bevuto poca acqua di Fiuggi – è diventato dal 4 novembre in poi il portavoce di maldestri tentativi di “parificazione” tra fascismo ed antifascismo, cioè tra coloro che hanno rappresentato la dittatura, il razzismo e la barbarie e coloro che combattendo hanno ridato al nostro Paese l’indipendenza, la democrazia e la libertà.

          claudio ha detto...

          un leghista sarebbe stato assai meglio ...sigh...gulp....