giovedì 21 maggio 2009

La nostra idea di territorio .....

Ultimamente paiono tutti diventati fini urbanisti.
La parola più diffusa in questo stralcio di campagna elettorale, lo si è già detto, è "tutela del territorio".
Ma quanti dei candidati che si riempiono la bocca con queste parole, sanno di che cosa si sta, effettivamente, parlando?
Riporto l'estratto di un interessante contributo di Andrea Rossi, dottore in pianificazione urbanistica ed ambientale, nel quale ritrovo, spiegati in modo efficace e completo, quell'idea di politica, di città, di sviluppo sostenibile, di tutela del territorio che ispira la lista "Io rispetto Giussano".
Gli appunti in rosso, sono delle mie personali considerazioni.
"Oggi nel nostro Paese tutti dicono di voler perseguire l’obiettivo dello “sviluppo sostenibile” e questo tema è entrato nelle agende politiche e nei vari incontri internazionali che hanno originato avanzati “protocolli d’intesa” (Kyoto).
Tuttavia si assiste... a pratiche che vanno nella direzione opposta per cui si continuano a dissipare fonti energetiche e beni naturali non rinnovabili e non disponibili in modo illimitato, tra cui il suolo.
n particolare negli ultimi decenni, in nome dello sviluppo economico produttivo, abbiamo assistito ad una crescente cementificazione di suolo agricolo e di campagna conseguente a pesanti infrastrutturazioni per la mobilità, ad espansioni residenziali a bassa densità di piccoli e medi centri, alla realizzazione di poli per la logistica e di centri commerciali, alla costruzione di centrali termoelettriche e di discariche, ignorando il crescente impatto che tutto ciò ha sull’ambiente, sul paesaggio, sull’inquinamento e sulle attività agricole che sono state considerate come “residuali” rispetto alle altre attività umane.
A favorire questa logica predatoria, in cui il terreno agricolo e la campagna sono ritenute una riserva per l’urbanizzazione, hanno concorso molteplici fattori tra cui l’affermarsi di modelli di pianificazione ispirati da politiche che subordinano l’interesse pubblico a quello privato (come abbiamo ricordato durante la presentazione della nostra lista, lunedì sera in Villa Sartirana)
... ridurre significativamente il consumo di suolo non è un compito semplice, né una questione che possa essere affidata esclusivamente ai tecnici del territorio o dell’amministrazione poiché è una questione pienamente politica, nel senso che esige che l’arte del governo della società riprenda possesso di un tema che ai suoi sacerdoti (politici) spetta in primo luogo affrontare.
Esso è un problema politico perché presuppone il governo di un “bene pubblico”, quale il territorio, in quanto esso è il luogo in cui la società si produce e si riproduce e che pertanto deve essere concepito come una pratica complessa in cui interagiscono molteplici fattori di natura sociale, economica, ambientalee culturale.
Il territorio infatti è qualcosa di più complesso e sostanziale: è il contenitore non passivo di una comunità e dei suoi bisogni.
Una complessità che però viene negata dal fatto che esso è stato ricondotto essenzialmente ad una merce da sfruttare per fini economici con la conseguenza che gli altri due aspetti fondanti che lo sostanziano vengono considerati come variabili secondarie.
Per fare questo si è operato affinché gli strumenti, i luoghi e le pratiche della pianificazione del territorio venissero adattati e resi funzionali a tale scopo.
Scriveva Giorgio Ruffolo: “La pianificazione territoriale è lo strumento principale per sottrarre l’ambiente al saccheggio prodotto dal “libero gioco” delle forze di mercato. Alla logica quantitativa della accumulazione di cose, essa oppone la logica qualitativa della loro “disposizione”, che consiste nel dare alle cose una forma ordinata (in-formarle) e armoniosa (è questo il senso del nostro programma di opporci ad uno sviluppo urbanistico disordinato).
Non si tratta, soltanto, di porre limiti e vincoli.
Ma di inventare nuovi modelli spazio-temporali, che producano spazio (là dove la civiltà quantitativa della congestione lo distrugge), che producano tempo (là dove la civiltà quantitativa della congestione lo dissipa) e che producano valore aggiunto estetico
L’affermarsi negli ultimi decenni di politiche neoliberiste che affidano al mercato la gestione del territorio ha comportato la subordinazione della pianificazione al soddisfacimento degli interessi economici prevalenti, in particolare della rendita immobiliare ed urbana.
Ciò è stato consentito da una legislazione nazionale e regionale che ha permesso di operare in deroga ai Piani Regolatori comunali (si considerino ad es. i Programmi Integrati di Intervento, il cui abuso può arrivare a stravolgere l'assetto dato dal pgt) e che ha indebolito progressivamente la pianificazione territoriale di vasta area a seguito della limitazione dei poteri delle province.
In un contesto politico come quello della Regione Lombardia, che ha assunto la deregolamentazione quale pratica per smantellare l’intervento pubblico nella gestione della società e favorire così gli interessi economici privati, che in nome di una stravagante interpretazione del principio di sussidiarietà devolve poteri e competenze verso l’anello più debole nella gerarchia amministrativa, si è così favorito l’affermarsi, anche in ambito della pianificazione territoriale, di una legislazione che depotenzia i luoghi della gestione della complessità (Province) per privilegiare invece quelli meno adatti (ossia i Comuni) a fornire risposte a problemi complessi che, per la loro natura sistemica, travalicano inevitabilmente i confini catastaliela dimensione locale. "

...... In questi anni i Comuni, da quelli piccoli a quelli maggiori, alleggeriti da vincoli di pianificazione sovraordinati e pressati dal taglio dei trasferimenti dello stato, per far fronte alla necessità di reperire altrove le risorse finanziarie per sostenere le gran parte spese correnti dei propri bilanci, hanno così utilizzato il territorio per fare cassa rispondendo alle sollecitazioni della rendita immobiliare ed urbana.
Nell’illusione di dare risposte ai bisogni locali, le Amministrazioni si sono così cacciate in circuito circolare “vizioso”, senza via di uscita: (che questo schema ben spiega) infatti se per incassare le risorse economiche necessarie a garantire i servizi alla comunità residente si favoriscono nuove espansioni che attraggono nuova popolazione e famiglie, si genererà inevitabilmente una domanda aggiuntiva di servizi e di infrastrutture a cui il Comune sarà chiamato a farvi fronte ricorrendo, stante il permanere di questa logica, a nuove urbanizzazioni fino a quando, giunti alla saturazione del proprio territorio, si troverà nell’impossibilità di dare le risposte agli impatti che derivano da politiche che hanno assunto a riferimento la crescita illimitata. .... . Territorio e ambiente sono beni comuni, necessari, indispensabili e soprattutto finiti. Ed è propria la coscienza del loro limite che deve spingere verso un radicale cambiamento di rotta nella loro gestione ed organizzazione.
....
Condizione indispensabile per poterli gestire e governare in modo virtuoso e consapevole è ridare centralità alla pianificazione pubblica.
Un processo che deve essere nGrassettoecessariamente affidato al potere pubblico poiché solo in questo ambito è possibile ricercare le risposte ai problemi che minacciano il clima e la vita sul pianeta. Pubblico e partecipato perché si tratta di gestire in modo efficace, trasparente e condiviso risorse che appartengono alla collettività.

Soltanto entro questo processo, che è anche un processo di apprendimento e crescita culturale, è possibile dare concretezza ad una diversa idea di società"

... certo occorre poi, che alle dichiarazioni di principi facciano seguito azioni concrete.

Ma questa, come si sa, è un'altra storia....

14 commenti:

lego ha detto...

tutto corretto peccato che sei dalla parte sbagliata o meglio, peccato che la lista con cui ti candidi appoggerà ad un eventuale ballottaggio il centrodestra dove il conflitto di interessi in materia di cementificazione raggiungerà livelli mai visti a Giussano.

la bocca della verità ha detto...

precisazione per il bel lego. si vede che te ne intendi (lego) ma probabilmente non hai girato attentamente per giussano per capire che la cemintificazione selvaggia è in atto e realizzata dal tuo amato centrosinista,dalla tua bramata giussano democratica e dalla tua prima donna candidato sindaco meglio noto come assistente (pecunia) dei terroristi arrestati e residenti in giussano.

emanuela ha detto...

Sono dalla parte sbagliata?

E' sbagliato pretendere un'inversione di rotta della politica urbanistica degli ultimi anni?

E' stato sbagliato pretendere che il pgt arrivasse in Consiglio Comunale?

Era sbagliato pensare che i Programmi Integrati di Intervento non dovessero occupare nuovo suolo libero?

Noi(me inclusa), abbiamo votato 4 programmi integrati di intervento .
Due dei quali su aree LIBERE.
Con altri (troppo pochi prodi) compagni di ventura abbiam pure tentato di dire che la cosa non andava bene.

Che lo standard non era sufficiente. Che si poteva fare di più e meglio (recuperando meglio il patrimonio edilizio)

Che l'intervento di edilizia convenzionata a favore dei meno abbienti(per cui il comune veva ottenuto un milione di finanziamento) poteva essere fatto su aree da recuperare.
Personalmente,ad esempio, l'avrei fatto nell'immobile fatiscente di Via Addolorata...

Morale della favola?
Dopo un estenuante tira e molla, voto/non voto, cazziatoni vari... abbiamo quantomeno ottenuto che l'area in cessione a Paina venisse destinata a parco..
Potrà sembrare poco, ma in tre non si poteva retendere di andare più lontano..

E' tutto qui...pagg. 9 e 10


http://www.comune.giussano.mi.it/Upload/Comune/Delibere/C200828.pdf

Fino a quando non sono stata messa alla porta le mie battaglie le ho fatte in Giussano Democratica

E qualche risultato migliorativo ANCHE IN TEMPI ELETTORALMENTE NON SOSPETTI -molto immodestamente-l'ho pure ottenuto.
( pagato al caro prezzo, di essere stata messa nell'angolo e aver perso in un colpo solo,tutti quelli che un tempo consideravi amici e con cui hai diviso 10 anni di vita ..)
Ma che farci.
La politica è fatta di ideali e compromessi.

E' solo questione di capire quale prezzo si è disposti a pagare per perseguire gli uni o per arrendersi agli altri...


Se sarà una scelta sbagliata lo dirà il tempo.
Di certo per me era l'unica...


Del ballottaggio me ne occupero' a tempo debito.
Prima contanto i numeri:i voti, il giudizio degli elettori.

Anche se escludo -come già detto - fin d'ora un mio eventuale appoggio alla PDL (meglio soli che male accompagnati)

Dei presunti terroristi ho già detto...

emanuela ha detto...

delibera di Consiglio

http://www.comune.giussano.mi.it/Upload/Comune/Delibere/C200828.pdf

emanuela ha detto...

non riesco a èportarla.. comunque la trovate sul sito del comune, è la n. 28 del 12.5.2008

Anonimo ha detto...

Cara Emanuela, il rapporto tra ambiente, cultura e salute è antico e già presente nel trattato "De re aedificatoria" di Leon Battista Alberti. Da esso emerge che l'aver cura della città è al tempo stesso una cura preventiva per gli individui e ne influenza positivamente anche la cultura. E per cultura non s'intende solo musica, teatro, danza, letteratura. Gli alberi sono cultura, le chese (antiche) sono cultura, i luoghi d'incontro sono cultura. Ora, basta guardarsi attorno per rimanere sbalorditi di quanto orrendi siano certi nostri arredi urbani. Lampioni inguardabili, panchine scomode, cestini improbabili, dossi artificiali e spartitraffico da incubo, rotatorie da
neuropsichiatria. Ma quello che mi stimola irrefrenabili istinti demolitori ogni volta che ci sbarro le orbite addosso, sono quelle orrende palle di ghisa nere che abbrutiscono Piazza San Giacomo. A vederli, qui come a Bologna, a Milano, a Firenze, a Torino, si capisce perchè siamo tutti nevrotici, depressi e pieni di paure. Per carità, si faccia qualcosa, o sospirare "E che palle!" oltre adircelo fra marito e moglie dopo vent'anni di matrimonio, saremo condannati a dircelo tra cittadini anche in quella casa comune che è la nostra città. Una delle più perniciose conseguenze della globalizzazione poi, vero e proprio appiattimento culturale dei luoghi e delle identità, sono i Centri Commerciali, che dalle nostre parti stanno diventando un fenomeno megagalattico. In essi si annida il paradosso della solitudine: non sei solo, ma "ti senti" solo. I Centri Commerciali stanno alla cultura (intesa come sopra) come la TV sta alla Divina Commedia. Cara Emanuela, tu che hai fatto il liceo classico puoi capire: ci vorrebbe davvero un nuovo Rinascimento.

emanuela ha detto...

Complimenti all'anonimo dell'ultimo intervento.
Veramente una bellissima analisi.
La (non) cultura e, soprattutto, la solitudine nei "non luoghi" delle città moderne.
Un tema da sviluppare, e del quale sognare un'inversione di tendenza...

Caro anonimo, non so chi tu sia ma devo ammettere che mi piacerebbe molto scambiare con Te due parole di persona...

un giussanese preoccupato ha detto...

l'analisi che hai fatto è dettagliata, puntuale, condivisibile meritevole di esse votata. una preoccupazione pero' la devo esprimere anche in conseguenza di notizie che stanno emergendo in caso di vittoria di elli tu saresti d'accordo a costruire una moschea con centro culturale annesso a giussano?

Anonimo ha detto...

Ma perche' preoccuparsi non sono preoccupati quelli del PD.
Abbiate fiducia Giussano diventera' la mecca della brianza.

Dopo il paese del guerriero ...il paese della mezzaluna..


....

Speriamo che sia una notizia falsa ..

~

BASTABALLE ha detto...

MA PER FAVORE!!!!!ANDARTE A RACCONTARE LE VOSTRE BALLE DA UN ALTRA PARTE!!! QUESTO MODO DI FARE POLITICA E' VERGOGNOSO! METTERE IN GIRO VOCI FALSE E PRENDERE PER I FONDELLI I CITTADINI.
CARI AMICI LEGHISTI, BASTA BALLE!!!!!

una donna giussanese ha detto...

a bastaballe, forse non ti rendi conto delle parole che scrivi. se i cittadini sono preoccupati è un loro diritto. forse pensi di vivere già in un paese governato dai talebani dove le donne contano meno di nulla. VERGOGNATI!

Becco ha detto...

Ci risiamo, avete proprio imparato bene dal vostro grande capo berluskaz detto papi. Il bello è che tutti e dico tutti i leghisti che conosco e che si ergono a paladini della fede cristiana non mettono un piede in chiesa da anni e forse non lo hanno mai messo. Detto terra terra sta gente che utilizza il crocifisso per tirare mazzate a destra e a manca mi sta proprio sulle balle.

una donna giussanese ha detto...

a beacco la tua acredine e maggiore della lunghezza dei tuoi capelli (metafora)! da donna penso che mi sia dovuto rispetto. vedo che la verità ti infuria. quello che posso pensare è che non stai facendo un buon servizio alla sinistra. quando vedi elli per favore ricordagli che la moschea a giussano non la voglio.

pidocchio ha detto...

moschee, campo nomadi, centri islamici......cari amici nazional-leghisti, siete troppo forti!!!
ecco una bella poesia , a voi dedicata:

El casciabal

I Casciabal a hin semper quei
quei che gh'han la mama semper in gesa
quei ch'el cadregat le da el parer per nà cui donn.
Ma i donn del paes
che hin senza cusciensa
del cassciabal fan sensa.
Ma el casciabal che mola no
quand l'ariva sira va per i strad a cercà i don.n
E el di adree al bar del paes
el casciabal se vanta di sò impres.
Ma ier sira la sò mama a mesanocc la metuu a durmì, e gh'ha
dii la preghiera
"Casciabal fa 'l brau e bunasira".