lunedì 4 giugno 2012

Per te, Donna non rieducabile.



Niente nomina. E soprattutto, niente politica.
Ecco il conto che il Partito Democratico  di Monza e Brianza ha deciso di presentarmi per le posizioni assunte nel 2009 sull’”affare” outlet e sull’urbanistica giussanese; per aver ricordato che l’ex Sindaco Franco Riva, coinvolto nello "scandalo Ponzoni", ha  governato per dieci anni con il centrosinistra a Giussano.
Per aver rubato qualche voto al Candidato Elli  presentandomi, alle ultime elezioni, nella lista civica di Ettore Trezzi. Per aver accettato  il ruolo tecnico di presidente della Commissione PP1 con la nuova amministrazione capeggiata da Gian Paolo Riva, che rischia alle prossime amministrative il plebiscito..…
Il conto, per non essermi  piegata alle logiche di partito.


La notizia è  di dominio pubblico: a nomina ormai certa, la carica di Assessore all’Urbanistica di Lissone è andata a Maria Corigliano. Tirata fuori dal cilindro in zona cesarini, la Corigliano è un ingegnere di  63 anni che proviene da Monza. L’ing. Corigliano ha fatto l’assessore a  Muggiò qualche anno fa con la giunta di centrosinistra di Carlo Fossati.
Ci accomunano il 1975. Per me l’anno di nascita. Per Lei quello della laurea. Il fatto di essere donne. La qualifica di “tecnici fuori porta” che masticano l’urbanistica.

Ci differenzia - lo svela google - la lunga militanza politica.
Al contrario di me "donna non rieducabile", il nuovo assessore pare in piena sintonia con le logiche di partito.
Il curriculum  svela il fin troppo evidente tentativo di trovare, in limine litis, una candidata che potesse – età anagrafica a parte-  figurare, agli occhi dell’opinione pubblica,  come mia equipollente in modo tale da far passare senza troppo polemica l’operazione di epurazione in perfetto stile sovietico.

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Usata all’occorrenza  (quando si trattava di dare una parvenza di rinnovamento al PD) quale giovane e donna di belle speranze, sono stata, per l’ennesima volta, sacrificata sull'altare delle logiche di partito.
Oggi come nel 2009, all’epoca dell’uscita da Giussano democratica. Oggi come del 2006, quando prima il pd mi chiamò per partecipare alle primarie e poi mi scaricò, senza neppure troppe scuse, perché il mio posto doveva andare alla senatrice  Emanuela Baio.
Ed allora indignata di fronte all’ipocrisia di un  partito che a parole si dichiara attento ai giovani ed alle donne, ma che in realtà tutto vuole, fuorché il cambiamento, non resta che rivolgere il mio ultimo appello al leader brianzolo dei rottamatori.


Caro Civati,
chiedo a te, paladino delle primarie, portavoce del nuovo, fautore di una politica diversa che rompa gli schemi da pravda sovietica, di volermi prendere come emblema della necessità di rottamare un partito gerontocratico, che sacrifica alle ripicche personali, ai veti incrociati, ed alla politica autoreferenziale chi ha il coraggio di alzare la voce per denunciare un sistema mummificato che si alimenta di ipocrisia e  connivenze. Chi non si piega alle logiche del potere, ma crede che il “vaffa” di grillo non sia la sola alternativa alla attuale dirigenza politica.

Ti chiedo di fare chiarezza. Di prendere pubblicamente le mie difese denunciando come si sono svolti i fatti. Di chiarire chi e perché “mi ha fatta fuori”. Di denunciare chi, tanto influente, ha potuto mettere nell’angolo il povero pd lissonese che pur vedeva in me la donna del cambiamento, quella capace di “gestire la patata bollente dell’urbanistica cittadina”. Chi sapeva ed ha taciuto. Chi avrebbe dovuto intervenire e non lo ha fatto.
Ti chiedo, perché so che ne hai il potere, di rendermi giustizia.


NB: Ritengo importante chiarire che allo sgambetto sono del tutto estranei tanto il  rappresentante del  pd Lissonese Elio Talarico, quanto altri esponenti della maggioranza del neosindaco Monguzzi che hanno portato avanti la mia candidatura (nella fattispecie, Roberto Galbiati). Ad entrambi- che tanto hanno lavorato in questi anni per poter arrivare alla meritata vittoria di coalizione- oltre alla mia incondizionata ed assoluta stima, vanno i miei  pubblici ringraziamenti per aver avuto il coraggio di pensare a me “come alla persona del cambiamento” della politica del mattone Lissonese. Un po’ meno generoso il mio giudizio sul neo-Sindaco, Concetta Monguzzi, dalla quale mi sarei aspettata maggiore decisionismo. Ma capisco l’imbarazzo di chi, acerba di esperienza politica, si trovi improvvisamente a dover gestire situazioni difficili. Prima di esprimere giudizi ritengo sia giusto vederla all’opera…per Lei  “una sospensione condizionata della pena” .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me sbagli ad attaccare l'assessore Corigliano ( che sembra aver avuto il solo torto di trovarsi sulla tua strada ) per una questione anagrafica . Le discriminazioni possono essere di diversa natura e quelle sull'età non sono meno odiose delle altre ( che tu giustamente lamenti in altro post ).
Del resto , in politica come nella vita, si può essere giovani a 80 anni e vecchi a 20.
Claudio Colombo

emanuela ha detto...

Caro Claudio,
sai bene - che per carattere - non sono solita prendermela nè con chi è in posizione di debolezza, nè con gli "innocenti".

Se avessi voluto attaccare l'Ing. Corigliano (alla quale non posso che "fare un imbocca al lupo" per i grattacapi che l'aspettano), lo avrei fatto andando ad analizzare il suo operato come assessore.

E' vero si può essere giovani a 80 anni e vecchi a 30.
La politica abbonda di "giovani vecchi" Trentenni che, in realtà riproducono le stesse vecchie dinamiche dei "padri " che vorrebbero sostituire.

Il riferimento anagrafico era una "stoccata" al partito democratico ed alle dinamiche della politica.
Trovo infatti, decisamente noioso, stucchevole, ed inutile il ritornello di lasciare spazio ai giovani ed alle donne che puntualmente viene rispolverato quando la politica vuole darsi una pennellata di credibilità...