E sulla sua gestione,
non si scherza.
Visti i dubbi di legittimità che gravitano intorno a Brianzaacque - gestore
del servizio Idrico Integrato - è meglio che prima di deliberare la retrocessione delle quote Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale si informino ben bene su quanto si
agita dietro e dentro il carrozzone della società.
Queste,
in sintesi, le ragioni della richiesta di rinvio dell'ordine
del giorno formulata unitamente al consigliere del
Movimento 5stelle.
Una pregiudiziale di
rinvio che è stata accolta dalla maggioranza, la quale era completamente all'oscuro della battaglia
che (anche a suon di ricorsi e carte bollate) si sta consumando tra
Brianzaacque, il Comitato provinciale Monza e Brianza per l'acqua pubblica, ora
Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e l'Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato.
La complessa vicenda, che oggi attende di conoscere l'esito di due ricorsi promossi dal comitato dei beni comuni, riguarda
due aspetti.
1) In primo
luogo l'applicazione della normativa comunitaria in tema di
concorrenza può essere così sintetizzata: il Servizio idrico
integrato è stato affidato a Brianza acque, in modo diretto, senza
gara. L'affidamento è pertanto illegittimo visto
che Brianzaacque, al momento non ha i requisiti
richiesti dalla giurisprudenza europea del c.d. "’in house providing."
Secondo le direttive comunitarie, a tutela della concorrenza, deve essere sempre esperita la gara tranne nell'ipotesi in cui l'ente pubblico eserciti sulla società partecipata un controllo analogo a quello che esercita sulle proprie strutture (tale controllo, assolutamente stringente, viene definito appunto affidamento in house).
Secondo le direttive comunitarie, a tutela della concorrenza, deve essere sempre esperita la gara tranne nell'ipotesi in cui l'ente pubblico eserciti sulla società partecipata un controllo analogo a quello che esercita sulle proprie strutture (tale controllo, assolutamente stringente, viene definito appunto affidamento in house).
Dubbi in tal senso sono
stati sollevati anche in alcune note dalla Autorità garante della
concorrenza e del mercato.
2) In secondo luogo,
tocca il tema della proprietà delle reti: secondo il Comitato dei
Beni comuni ( e la questione è oggetto di ricorso al Capo dello stato) il
conferimento delle reti idriche in proprietà ad una società per
azioni, anche se a capitale interamente pubblico, trasformerebbe le reti
medesime in patrimonio aziendale privato e le renderebbe pertanto soggette a
trasferimento in favore di un terzo o ad azioni esecutive, con violazione degli
articoli 822, 823 e 824 del codice civile.
Le riserve e perplessità
sulla bontà dell'operazione iscritta all'o.d.g., non possono che aumentare se "si
mette il naso" nei fatti (venuti alla ribalta della cronaca) che
riguardano alcuni degli amministratori della società gestore del tanto importante servizio idrico integrato.
A partire
dall'arresto dell'ex presidente Raho e di un funzionario di Brianzacque
per episodi di corruzione legati all'inchiesta clean city (Raho e
un dirigente di Brianzacque sono indagati per truffa, ai sensi dell’art.
640-bis del codice penale, per aver ottenuto, a seguito del disastro provocato dalla Lombarda petroli).
Ma forse, per capire il "giro del fumo" della società, è sufficiente aprire il sito ed andare a vedere chi sono i gestori della società i curricula e le relative prebende.
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