20 aprile 2016 Milano - Via Marina , 5
La Corte dei Conti li rinvia a giudizio con l’accusa di (asserito) danno erariale a carico del Comune per quasi 120.000,00 euro.
Loro, per assistere alle arringhe dei rispettivi difensori, mettono a carico dei contribuenti giussanesi pranzo, parcheggio e benzina “della trasferta”.
I due Superdirigenti del comune di Giussano (cui come contribuenti eroghiamo complessivamente quasi € 180.000,00 annui lordi: questi i dati della sommatoria dei redditi 2014), si sono così autoliquidati - a titolo di rimborso spese – il costo di pasto e viaggio.
Dalle note allegate alla determina n. 419/2016 “Rimborso spese sostenute per missioni rese fuori dalla sede municipale, per esigenze di servizio”“, risulta, infatti, la restituzione, all’uno, della somma di € 12.50 per il viaggio da casa a Milano ed € 4,60 per il pranzo. Utilizzo di automezzo comunale e rimborso di doppio pranzo (€ 22,00) all’altro.
Ora, se il diritto
di difesa è sacrosanto (ed altrettanto pacifica la presunzione di innocenza
fino a prova contraria), ci pare, invece, alquanto dubitabile che il tempo ed i
costi sostenuti per assistere all’udienza (e speriamo, a questo punto, solo a
quella) possano essere legittimamente ricondotte tra le spese per “
recarsi in missione e per l’assolvimento di adempimenti di servizio fuori
dalla sede municipale nell’esclusivo interesse del comune”.
La presenza all’udienza dello scorso aprile, per quanto legittima espressione del personale diritto di difesa dei due dirigenti, a mio avviso, decisamente poco ci azzecca con la “missione nell’interesse esclusivo del comune” che legittima i rimborsi.
Ci aspettiamo a questo punto che il Sindaco faccia la dovuta chiarezza. Ci piacerebbe, ad esempio, sapere, se la gita a Milano dei due dirigenti è stata da Lui autorizzata, e sulla base di quale motivazione; se le ore di visita alla Corte sono state retribuite; e soprattutto vorremmo individuasse chi è la terza misteriosa persona alla quale abbiamo generosamente offerto il pranzo.
Nel frattempo, per dirla alla Toto’:”E io pago”.
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