24 agosto 2016 - ore 3.36. Nel
cuore della notte, la terra trema.
In
quasi 300, tra uomini, donne e bambini, rimangono schiacciati, senza vita,
sotto le macerie. Altrettanti i feriti. Una scuola elementare (quella di
Amatrice), ristrutturata solo qualche anno fa, con i fondi pubblici del
terremoto dell’Aquila, si sbriciola come un biscotto sotto i colpi delle
scosse. E mentre l’Italia, ancora una volta, piange con funerali di Stato i
propri morti, si scatenano le polemiche. Ci si
strappa le vesti aprendo il vaso di Pandora (a tutti noto) degli
inciuci tra politica; tecnici e chiaccherati costruttori. La Procura di Rieti vuole vederci chiaro
perché la responsabilità di quei corpi morti, straziati dal sisma non può ( e
non è) solo colpa della natura. E neppure della fatalità.
E’
colpa dell’uomo. E della sua avidità. E
così a Rieti si apre un fascicolo per disastro ed omicidio colposo. Un’inchiesta
destinata a diventare - purtroppo - l’ennesimo
mistero italiano .
Un
film, quello andato in scena lo scorso agosto, che si ripete, con il medesimo
copione, ad ogni calamità naturale.
Una grigia e drammatica pellicola
che si chiude con lo stesso tragico e triste finale. Passata l’emergenza;
celebrati i funerali di Stato, ci si dimentica dei morti.
E si ricomincia tutto da capo. I
comuni autorizzano interventi in zone umide e soggette ad esondazione.
Nell’elaborare i piani urbanistici ci si dimentica della sensibilità paesistica
e geologica dei siti.
Si sacrifica il suolo sull'altare
degli oneri di urbanizzazione. Si tolgono tutti i controlli in nome di una asserita e tortuosa semplificazione.
Il tutto in attesa del prossimo
(annunciato) dramma.
Il territorio ci presenta, così,
il conto della mala gestione di una classe politica cieca e priva di
lungimiranza.
In Lombardia; in Brianza negli
ultimi 20 anni – complice il boom dell’edilizia- il territorio è stato
violentato, ed ad oggi manca un’amministrazione, anche a Giussano, capace di
invertire la tendenza.
A distanza di oltre due anni dal
suo insediamento, la Giunta di Matteo Riva – disattendo le promesse elettorali
sullo stop al consumo di Suolo - non è stata ancora in grado di avviare un
completo iter di revisione dello strumento urbanistico (che dai banchi
dell’opposizione aveva sonoramente bocciato).
Lo scorso agosto – ormai a metà
mandato- ha, infatti, avviato una variante puntuale al Piano di Governo del
Territorio, limitata però al solo c.d.
“ ambito di trasformazione Tr7” che va da Piazza S. Giacomo a Piazza Repubblica,
sul quale si prevede di realizzare un parco
cittadino con l’eliminazione dei volumi pubblici esistenti nell’attuale PGT e la riqualificazione del fatiscente manufatto
che oggi si affaccia su Piazza S. Giacomo.
Un edificio che - come dissi in
tempi non sospetti – riqualificherei e trasformerei assumendo come modello l’Arengario
di Monza.
Una soluzione, quella proposta
dalla variante urbanistica dell’Assessore Bellotti, estremamente condivisibile
nella sua semplicità, ma che pare un po’ pochino per una Giunta che ambiva a
rivoluzionare il territorio.
E’ calato, ad esempio, un imbarazzante ed assordante silenzio sulle aree nel Parco Valle Lambro di proprietà Lamplast, cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2014. Nè si sa se e come l’attuale maggioranza intenda intervenire sugli ambiti di trasformazione che prevedono l’edificazione di suolo oggi ancora libero. Per dire stop alle nuove costruzioni.
E’ calato, ad esempio, un imbarazzante ed assordante silenzio sulle aree nel Parco Valle Lambro di proprietà Lamplast, cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2014. Nè si sa se e come l’attuale maggioranza intenda intervenire sugli ambiti di trasformazione che prevedono l’edificazione di suolo oggi ancora libero. Per dire stop alle nuove costruzioni.
Ancora una volta la montagna ha
partorito il topolino.
Nessun commento:
Posta un commento