Si chiamano Matteo Renzi, Pippo Civati e di professione fanno il Sindaco di Firenze ed il consigliere regionale.
Sono loro i leader dei cosidetti "rottamatori del Partito Democratico".
Giovani di bell'aspetto (Silvio docet).
Politici - non ci si lasci ingannare dalla carta di identità o dal viso privo di rughe - di lungo corso.
Brillanti e sagaci, sono capaci di riempire la scena, come il più abile istrione, a suon di battute sul "Trota"o su"Berlusconi".
Acerrimi nemici, a parole, "della cooptazione" - di cui rappresentano, sotto un certo punto di vista, la "meglio riuscita espressione" (si dice, ad esempio, che Renzi, Segretario provinciale prima del PPI poi della Margherita (2003), sia finito, non ancora trentenne, proprio grazie a questa scia “cooptativa” a ricoprire la seggiola di presidente della Provincia) - invocano primarie ad ogni elezione.
Sono i leader del movimento under 40 del partito democratico, con pare - un solo - ordine di scuderia: scalzare l'attuale dirigenza tanto "triste ed inconcludente".
I giovani rampanti. Gli autoconvocati di Firenze, forti di uno stuolo di fans su blogs e facebook, mentre acclamano a gran voce una politica che torni "tra la gente" non sanno resistere al fascino dei "salotti televisivi", da dove chiedono a Donna Finocchiaro di farsi da parte per "lasciare il posto a una giovane precaria, a una ricercatrice, a una mamma di famiglia".
Come se si potesse trasformare il Parlamento in un ufficio di collocamento.
Che la dirigenza del Pd sia - e non da ora- in caduta libera. Non è un mistero per nessuno.
Che "i rottamatori" siano il siero miracoloso per la riscossa del partito, fatico sempre più a crederlo.
Più ascolto questi nuovi leader (con i quali dovrei nutrire una certa sintonia, quantomeno per affinità anagrafiche), più li percepisco come venditori di illusioni destinati a lasciare, a chi anela una rinasciata politica, l'amaro in bocca (e pare, ahimè, che la mia non sia certo un'impressione isolata).
A noi del volgo, uomini e donne di buona fede, in perenne attesa del salvatore della patria, non resta che consolarci pensando che certo, la futura classe dirigente, fatta dai Renzi, dai Civati dalle Serrachiani, non guarirà l'italia dalla disoccupazione e dall'economia claudicante, ma per lo meno la salverà dall'imperante noia ..( che tanto angustia le notti del Sindaco di Firenze).
Allora sì che potremo sederci al tavolo ed aprire un confronto "ad armi pari" con Lega e Pdl: dissertando amabilmente se le storielle dei nostri big siano più divertenti e taglienti di quelle dell'amato Presidente...
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