E' questa la
sensazione che ho avuto (e non solo io) al termine della discussione, avvenuta
durante lo scorso consiglio comunale, sulle linee programmatiche
presentate dal Sindaco Riva.
A domande
precise su temi "caldi" (quali le sorti di Lamplast; la
convenzione con la piscina; la banca comunale) è mancata qualsivoglia risposta
concreta.
Gli
interventi degli assessori alla partita (nella fattispecie Bellotti e
Grosso) sono stati vaghi e sibillini. Non si capisce, ad esempio, o almeno non
ancora, se Lamplast - cavallo di battaglia del Sindaco Riva in campagna
elettorale- verrà delocalizzata e soprattutto dove.
Al termine
della discussione sul documento dell' amministrazione, cui spetta
dettare "le linee programmatiche relative alle azioni ed ai
progetti da realizzare nel corso del mandato" (almeno così dice
l'art. 21 del nostro statuto) si è capito che le promesse della
campagna resteranno, nella migliore delle ipotesi, dei
"desiderata". Delle pregevoli e condivisibili dichiarazioni di
principio, che continueranno a vivere nell'etere delle promesse elettorali.
(Così ad esempio, per quanto riguarda il tema dei 200 euro ai
"giovani", o la promessa di tagli zero a scuola e servizi
sociali).
Nella
peggiore, delle ipotesi, il patto con i cittadini siglato da Riva per vincere
la competizione, sarà destinato ad essere smentito dagli atti e dalle decisioni
della nuova amministrazione.
Un primo
assaggio lo abbiamo già avuto in tema di tassazione.
La promessa
elettorale (peraltro riproposta nelle linee programmatiche) di rilanciare
"il comparto produttivo" è stata travolta e sepolta
sotto il peso della nuova tassazione.
Una
pressione fiscale che avrebbe potuto essere attenuata se fosse stato accolto
l'emendamento delle minoranze che prevedeva, per gli edifici industriali,
una diminuzione di IMU (non portabile in deduzione), con spostamento della
pressione sulla TASI, invece deducibile.
Niente aiuto
dunque, ai nostri artigiani ed imprenditori, i quali ahimè non potranno neppure
sperare in un sostegno da parte della Banca Comunale.
Sembra,
infatti, che l'istituto di credito promesso dalla lista dell'Assessore Grosso
non si farà. O forse si. Insomma nemmeno i presenti l'hanno capito.
Dal
consiglio Comunale, ne è uscito un quadro decisamente poco rassicurante.
Giussano è
un comune di 25.000 abitanti, con una complessa struttura amministrativa/burocratica
che occorre - per il bene di tutti noi - far funzionare (e
purtroppo, i vincoli di bilancio non si possono colmare con le pur bellissime e
condivisibili frasi di Gandhi ricordate durante la seduta consiliare.)
Noi di Fare
Giussano, qualche idea concreta su "cosa fare" per il nostro
comune la abbiamo.
Idee, già, come si ice "operative" per istituire (e far funzionare) la commissione che si occupi di politiche giovanili e femminili (un tema quest'ultimo quanto mai attuale, visti anche i continui e tristi episodi di violenza verso le donne di cui sono pieni zeppi i nostri quotidiani)
Idee, già, come si ice "operative" per istituire (e far funzionare) la commissione che si occupi di politiche giovanili e femminili (un tema quest'ultimo quanto mai attuale, visti anche i continui e tristi episodi di violenza verso le donne di cui sono pieni zeppi i nostri quotidiani)
Occorre poi,
formare i nuovi consiglieri Comunali.
Essere "giovani", di
"belle speranze" e "buona volontà", non basta per governare
un comune che gestisce milioni di euro.
Fare Giussano mette le proprie Idee e
competenze a disposizione della cittadinanza. Se, chiaramente, Sindaco e
Maggioranza vorranno ascoltarci.
ì
4 commenti:
Vorrei solo ricordare che l'emendamento suddetto portava una perdita di gettito di un milione Quarantotto mila ottocento settanta nove virgola sessant'un euro
Mica robetta
Con il bilancio - consegnato ai consiglieri comunali a metà agosto- si capisce bene a cosa serve l'incremento delle tasse.
Chiedo gentilmente un chiarimento, mi può spiegare per cosa verranno usati? Grazie
in primo luogo alla restituzione degli oneri di urbanizzazione.
La crisi del settore edilizio ha dimostrato l'assoluta erroneità delle politiche che hanno portato ad usare gli oneri di urbanizzazione come strumento per rimpinguare le casse comunali.
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