Approvato qualche settimana fa, il bilancio del giro di boa della Giunta Riva, mette a nudo la sempre più evidente difficoltà della maggioranza di
muoversi all’interno dell’apparato normativo, regolamentare e della struttura
comunale.
Oltre che
per il metodo (non c’è stata nell'elaborazione del
documento finanziario alcuna forma di coinvolgimento della cittadinanza
prevista dai regolamenti di contabilità e dallo Statuto Comunale) il bilancio
merita una secca bocciatura nel merito.
La
maggioranza ha, infatti, riconfermato, per la terza volta, la scelta fatta nel
luglio 2014, ad inizio mandato. quando (in sede di approvazione dei regolamenti
IUC – TASI E TARI addizionale IRPEF)
decise di portare “al massimo del
consentito” le imposizioni fiscali.
Nonostante ci sia stato un leggero allentamento
del patto di stabilità, non è stata diminuita
la morsa della pressante tassazione.
Gli atti di programmazione economico- finanziaria degli
ultimi tre hanno tutti un filo rosso: il
continuo reperimento risorse.
La Giunta ha così
accumulato “un tesoretto” da 9 milioni di euro.
Per che cosa, lo scopriremo solo vivendo.
Una scelta, quella di mantenere al massimo la
pressione, da bocciare.
In primo luogo perché penso che il Comune non sia
una società a scopo di lucro. Deve garantire, secondo i principi contabili, il
pareggio di bilancio. Non sotterrare tesoretti.
Non si possono togliere a famiglie, imprenditori e
professionisti (risorse che potrebbero servire a rilanciare consumi, investimenti e professionalità), per
accumulare “soldi sotto il materasso” del Comune.
Non vorrei, poi, che la Giunta Riva, si facesse
guidare dalla volontà di rimpinguare ulteriormente i bilanci anche nella gestione di altri settori delicati e nevralgici
dell’amministrazione comunale, come quello urbanistico.
Riproponendo la (deleteria)
corsa all'incameramento degli oneri di urbanizzazione.
(Ri)proponendo quel perverso sistema che ha gettato, una quindicina di anni fa, le basi di quello che è diventato un vero e proprio assalto al territorio, che ha portato al deturpamento del paesaggio ed al conseguente peggioramento della qualità urbana. Oggi sotto gli occhi di tutti.
Ho vissuto/abbiamo vissuto in Brianza ed in Lombardia una stagione politica amministrativa- durata
circa un decennio, dai primi anni 2000 fino al 2009 – che ha portato alla svendita del territorio per finanziare plurime attività
e progetti che nulla avevano a che fare con la “creazione della città pubblica”
Un assalto al territorio, che spiace
dirlo, è stato placato solo grazie alla crisi ha messo in ginocchio il settore
dell’edilizia.
Ci sono
dei valori – tra i quali in primis il territorio- che non possono e non devono
essere sacrificati sull’altare del Dio denaro.
Spero che
di questo, ne tenga ben conto la maggioranza che sta elaborando il nuovo Piano
di Governo del Territorio.
Quando lo
strumento urbanistico arriverà in quest’aula le scelte saranno oramai bel che fatte.
In sede
di Consiglio Comunale ben poco si potrà modificare.
Sappiamo
anche che sull'uso del territorio l’amministrazione ha ampia direzionalità: mi
auguro che le esigenze di far cassa non vengano – come ho visto molte volte
fare in passato- invocate come alibi per
soddisfare appetiti privati.
Si è
parlato, nel corso della discussione sul bilancio, di una previsione di oneri sovrastimata (La somma indicata nel relativo
capitolo sarebbe ben maggiore di quella oggettivamente recuperabile dagli
oneri).
Non mi piacerebbe scoprire tra qualche mese che
il gap di oneri è stato colmato con operazioni di contrattazione urbanistica.
Con
accordi assunti sulla base di minacce urlate da privati di ricorsi o di
risarcimenti di danni
Su questo
sarò molto, molto vigile. Della serie “uomo avvisato mezzo salvato”